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È PIÙ DIFFICILE ANCHE RALLENTARE

Se le monoposto cambiano, devono farlo anche i loro freni. E alla Brembo hanno avuto parecchio da fare per adattarsi ai nuovi regolamenti, visto che i suoi impianti, in parte o per intero, sono presenti sulle vetture di nove dei dieci team di Formula 1 (ma il decimo si serve del materiale della AP Racing, consociata inglese della Brembo stessa...). Del resto, tutti e tre gli). Questo significa maggiore energia da dissipare nei rallentamenti. Inoltre, le nuove regole prevedono ali più piccole, quindi minore resistenza all'avanzamento in rettilineo e minore downforce in curva: quindi, le vetture saranno un po' più veloci in rettilineo e un po' più lente nelle curve. La cosa si traduce in un aumento della differenza di velocità che i freni devono sostenere». In pratica, i piloti arriveranno ad andature più elevate al punto di staccata e saranno meno rapidi nella percorrenza delle curve. «Per soddisfare questa richiesta di maggiori prestazioni», spiega Algeri, «ci è di aiuto l'aumento delle dimensioni dei cerchi da 13 a 18 pollici: l'incremento dello spazio interno ha consentito di accrescere il diametro dei dischi (), che all'avantreno è passato da 280 a 330 mm e al posteriore è arrivato alla misura massima consentita di 280 mm, mentre in precedenza i team cercavano di usare componenti più piccoli per risparmiare peso. Con la nuova aerodinamica, del resto, il bilanciamento sarà più spostato sul retrotreno e questo comporterà un maggiore impegno per i freni posteriori». A complicare ulteriormente la vita alla Brembo ci sono state altre variazioni del regolamento tecnico della Formula 1: le dimensioni dei fori di ventilazione dei dischi sono state limitate a 3 mm, mentre in precedenza l'azienda ne realizzava da 1,8 e 2,5, secondo le esigenze di raffreddamento. Questa prescrizione, voluta per diminuire i costi, riduce il numero dei fori, che scende da 1.500 a 1.050-1.100. «Questo significa che, nel momento in cui è richiesta una maggiore prestazione ai freni, viene diminuita la loro capacità di raffreddamento», commenta Algeri.

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