Tutti conoscono Sherlock Holmes, il celebre investigatore creato dalla penna dello scrittore scozzese Arthur Conan Doyle. Meno risaputo è che proprio Conan Doyle prese parte in prima persona a varie sedute spiritiche e scrisse anche alcuni testi in materia, uno su tutti Storia dello spiritismo, recentemente tradotto in italiano e pubblicato dalla casa editrice Venexia. In quest’opera racconta l’evoluzione del movimento dalle origini alla contemporaneità, utilizzando lo stesso metodo scientifico di Holmes – l’estrema razionalità – nel tentativo di dare dignità a un tema che veniva visto come frutto di ciarlatani e impostori.
ANDREW JACKSON DAVIS
Una delle prime figure centrali individuata da Conan Doyle è quella di Andrew Jackson Davis, «il profeta della nuova rivelazione», come lo definì lo studioso scozzese. Nato nel 1826 nello Stato di New York, visse un’infanzia in povertà, debole nel fisico e senza dare particolari segni di brillantezza intellettuale. Fu nella tarda adolescenza che, senza preavviso, nel contesto rurale in cui viveva iniziò a udire voci che gli parlavano dai campi. Voci soavi, che gli fornivano consigli e davano conforto.
Un giorno un sarto di Levingston, cittadina nei dintorni, si stupì talmente delle doti di Davis da decidere di cessare la propria attività e iniziare una collaborazione con Davis facendo uso dei suoi poteri di chiaroveggenza e capacità di diagnosticare malattie. Il ragazzo, infatti, già da tempo sorprendeva i compaesani con numeri eclatanti, riuscendo a leggere a occhi bendati il contenuto di lettere a distanza. Da lì, grazie al sarto, passò a esaminare il corpo umano che gli appariva trasparente e nella sua mente vedeva la luminosità di ciascun organo che, in caso di malattia, risultava fortemente affievolita.