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Startup in Italia o all'estero? Da dove parto per arrivare ai miei primi 10 milioni di euro

Startup in Italia o all'estero? Da dove parto per arrivare ai miei primi 10 milioni di euro

DaMerita Business Podcast


Startup in Italia o all'estero? Da dove parto per arrivare ai miei primi 10 milioni di euro

DaMerita Business Podcast

valutazioni:
Lunghezza:
26 minuti
Pubblicato:
25 set 2016
Formato:
Episodio podcast

Descrizione

Quanto è vero che fondare oggi un'azienda in Italia sia un errore?Meglio partire direttamente dall’estero o nascere in Italia e poi internazionalizzarsi?Agli occhi di un investitore internazionale, quali aspetti negativi o positivi comporta essere una società italiana?Se anche tu ti poni le stesse domande, questa puntata è fatta apposta per te. Oggi infatti ci collegheremo con San Francisco dove ci faremo svelare da Armando Bondi i segreti delle startup di successo.Per chi non conoscesse Armando Biondi, Armando è un imprenditore italiano che vive a San Francisco, co-founder di AdEspresso, una piattaforma per ottimizzare le campagne di advertising su Facebook e fondatore di numerose altre startup di successo.Quanto è vero che fondare in Italia è un errore? Meglio fondare all’estero o nascere in Italia e poi internazionalizzarsi? Quali sono le differenze?Oggi, il consiglio che dò alle persone che me lo chiedono è che viviamo in un contesto abbastanza diverso già da quella di qualche anno fa. Per tutta una serie di macro-trend che sono in pieno svolgimento la situazione è cambiata rispetto a qualche anno fa. Fondare la propria company o la propria startup è possibile farlo in maniera economica ovunque. L’accesso a internet ti permette di risolvere tutta una serie di cose che 10/15 anni fa non avresti potuto risolvere se non stando negli hub tecnologici. Quindi l’accesso al “cominciare qualche cosa da zero” è molto basso. Paradossalmente è facile. D’altra parte la sfida di quelli che erano una volta gli hub tecnologici principali come San Francisco (il numero uno al mondo…), New York (che è il numero due) oppure Los Angeles, Israele per alcune cose...si è fatta molto più competitivo e costosa. San Francisco e New York sono oggi due fra le città più costose al mondo proprio perché si è creata questa concentrazione di capitali da una parte, startup dall’altra e ancora talento e possibilità di exit, ecc...Tutto questo fa crescere paurosamente il costo della vita.Quindi, in realtà l’idea di doversi spostare da qualche parte per cominciare a fare startup, oggi è abbastanza controproducente. Perché spostarti a San Francisco con zero prodotto, zero revenue, zero funding aumentano le possibilità di fare un buco nell’acqua.È un ambiente più competitivo e più costoso e quindi il consiglio che dò è quello di partire a fare un side-project che stuzzica la tua ambizione di partire dove sei. Oggi chiunque può farlo. Se questa cosa ha gambe e potenziale per crescere generando un riscontro tangibile, reale e concreto sul mercato allora si può pensare di raccogliere qualche capitale e di spostarsi in un hub tecnologico più completo e consolidato.Da questo punto di vista non è una brutta idea, invece di mirare al numero uno degli hub San Francisco, andare a provare in un livello superiore ma senza puntare al numero uno come può essere ad esempio Berlino o Londra.Agli occhi di un investitore internazionale, quali aspetti negativi o positivi comporta essere una società italiana? Cosa possiamo fare per renderci più appetibili?Ci sono due aspetti da considerare. Un vantaggio e uno svantaggio. Lo svantaggio è che di solito chi ha capitali da investire, chiunque oggi ti può dare 5-10-15k€ e fare l’investor. Senza stare a scomodare i VC. Ma diciamo che i primi 250k€ puoi iniziare a raccoglierli più o meno ovunque. Lo svantaggio di tutto ciò è chi ha disponibilità di capitali ha preferenza per investimenti in economie che conosce. Quindi è più difficile che un investitore inglese decida di investire in una company italiana. È molto più facile che investa in una company inglese. Lo stesso vale per gli americani. È molto più facile per un investire americano investa in una company inglese, ancora più difficile che lo faccia in una italiana. Questo per un motivo molto semplice: la conoscenza dell’ecosistema fiscale ed economico è maggiore nell’area di appartenenza. Sei più tranquillo quando dici: “sto già rischiando il mio capitale e non voglio un ulteriore e
Pubblicato:
25 set 2016
Formato:
Episodio podcast

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