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Racconti Romani: Io non dico di no, Alberto Moravia
Racconti Romani: Io non dico di no, Alberto Moravia
valutazioni:
Lunghezza:
19 minuti
Pubblicato:
7 set 2022
Formato:
Episodio podcast
Descrizione
IO NON DICO DI NO
Per capire il carattere di Adele, voglio soltanto raccontare quel che avvenne la prima notte di nozze: come si dice, dal mattino si giudica il buon giorno.
Dunque, dopo la cena in una trattoria di Trastevere, dopo i brindisi, le poesie, gli auguri, gli abbracci e le lagrime della suocera, andammo, a casa mia, sopra il mio negozio di ferramenta, in via dell’Anima. Eravamo sposi, ci vergognavamo un poco tutti e due; come fummo in camera da letto, cominciai col togliermi la giacca e, appendendola ad una seggiola, dissi tanto per rompere il ghiaccio:
“Dice che porta fortuna… hai visto?… eravamo tredici a tavola.” Adele si era tolta le scarpe nuove che le facevano male e stava ritta in piedi di fronte allo specchio dell’armadio, guardandosi. Rispose subito, contenta, come se quella mia frase le avesse fatto passare la soggezione: “Veramente, Gino, eravamo in dodici… dieci gli invitati e noialtri due, dodici.” Ora io, al ristorante, anche per regolarmi per le ordinazioni, avevo contato i presenti; e contandoli avevo veduto appunto che eravamo in tredici, tanto che avevo detto a Lodovico, uno dei testimoni: “Siamo in tredici… non vorrei che ci portasse male.”
Per capire il carattere di Adele, voglio soltanto raccontare quel che avvenne la prima notte di nozze: come si dice, dal mattino si giudica il buon giorno.
Dunque, dopo la cena in una trattoria di Trastevere, dopo i brindisi, le poesie, gli auguri, gli abbracci e le lagrime della suocera, andammo, a casa mia, sopra il mio negozio di ferramenta, in via dell’Anima. Eravamo sposi, ci vergognavamo un poco tutti e due; come fummo in camera da letto, cominciai col togliermi la giacca e, appendendola ad una seggiola, dissi tanto per rompere il ghiaccio:
“Dice che porta fortuna… hai visto?… eravamo tredici a tavola.” Adele si era tolta le scarpe nuove che le facevano male e stava ritta in piedi di fronte allo specchio dell’armadio, guardandosi. Rispose subito, contenta, come se quella mia frase le avesse fatto passare la soggezione: “Veramente, Gino, eravamo in dodici… dieci gli invitati e noialtri due, dodici.” Ora io, al ristorante, anche per regolarmi per le ordinazioni, avevo contato i presenti; e contandoli avevo veduto appunto che eravamo in tredici, tanto che avevo detto a Lodovico, uno dei testimoni: “Siamo in tredici… non vorrei che ci portasse male.”
Pubblicato:
7 set 2022
Formato:
Episodio podcast
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