È TUTTO UN GIOCO
dei primi anni 2000, padroni del ‘digiverse’ hanno immaginato un mondo online che simulava la realtà fisica. Operando secondo la ‘Westphalian sovereignty’, ovvero ciascuno secondo le regole del proprio Stato, i tecnocrati hanno condotto i consumatori verso confini distinti e isolati difendendo la separazione del mercato come si difende il proprio territorio. Questo approccio chiuso ha permeato le nostre vite digitali, ma la consuetudine può generare disprezzo e il disprezzo può generare opposizione. Ecco allora che arriva Roham Gharegozlou, il 35enne cofounder dei giochi di carte collezionabili digitali NBA Top Shot e CryptoKitties, famoso anti-Zuckerberg. Gharegozlou è più un tipo da confini aperti. Ritiene che una rapida proliferazione di piattaforme blockchain, criptovalute e non-fungible tokens (Nft) porrà fine ai monopoli di dati che alimentano il successo di Facebook, Amazon, Alphabet e Apple. Ironicamente, il suo proclamato antidoto ai ‘quattro cavalieri’ del mondo tecnologico gli ha fatto guadagnare un seguito tra i membri della stessa classe di investitori della Silicon Valley che ha finanziato la nostra attuale situazione. Dapper Labs, la società che ha cofondato nel 2018, ha raccolto fondi per una valutazione di 7,6 mld di dollari
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