Con lui ci vuole pazienza, perché non si sottomette
È permaloso, attenzione a non offenderlo
L’Akita è un quattro zampe che non si può sotto-mettere, ma che va conquistato con pazienza. Non lasciatevi ingannare da quell’aspetto da cucciolo indifeso perché, fin dai primi mesi di vita, manifesta tutto il suo carattere: fiero, indipendente, dominante e solitario. Caratteristiche che non stridono, anzi pacificamente convivono, con il suo affettuoso e straordinario attaccamento al suo riferimento umano e all’intero nucleo familiare che tende a proteggere contro coloro che avverte come nemici o estranei. La sua autostima è enorme, quindi, da subito bisogna usare con lui tutto il tatto che si possiede: offenderlo significherebbe chiudere i rapporti per sempre.
Quando si parla di Akita – che fa parte del. Al giorno d’oggi difficilmente troveremo un Akita combattere contro le fiere del bosco, ma in passato questo cane ha dato ampia prova del suo coraggio e della sua temerarietà. Fin dal XVII secolo fu addestrato per la caccia agli orsi e al riporto di volatili acquatici sulle montagne del Giappone. Essendo, comunque, selezionato da un popolo come quello nipponico, resta un cane dall’atteggiamento particolare: come i giapponesi, non ama il contatto fisico, l’essere inutilmente rumoroso; al contrario, necessita di tempo per concedere fiducia agli estranei, ma arriva a proteggere la famiglia a costo della vita. Agli inizi del 1900 questa razza ebbe un notevole declino a causa dei continui incroci mirati a far nascere meticci dalle eccellenti qualità combattive. Dal 1600 fino al 1800 era, infatti, impiegato anche per il combattimento, forma di intrattenimento molto popolare e che, purtroppo, qualche strascico nel suo carattere l’ha lasciato. Tutt’oggi presenta una muscolatura tonica e scattante: è un cane massiccio, con corporatura grande e un aspetto che mette anche un po’ di soggezione, tanto è altero. Non è certo il cane che per strada ti vien voglia di stropicciar di coccole, ma di sicuro nemmeno quello che non cattura uno sguardo di ammirazione. Da quando i combattimenti vennero proibiti, per controllare il gioco d’azzardo, nel 1919 alcuni studiosi fondarono un’istituzione per preservare l’Akita. Nel 1931 la razza venne addirittura dichiarata “monumento naturale nazionale”.