L’INVERNO È GIÀ QUI
Sam, molte persone del settore hanno previsto l’attuale inverno crypto. Anche tu? E se è così, avresti mai pensato che sarebbe stato così grave?
Sì e no. Non pensavo andasse così male. 2 Ma se mi avessi detto che il Nasdaq sarebbe sceso del 40% dai suoi massimi, allora me lo sarei aspettato. Probabilmente solo un terzo di questo movimento del mercato ha riguardato le criptovalute. E gli altri due terzi sono stati provocati da eventi macroeconomici. 3
I precedenti crash crypto nel 2014 e nel 2018 sono stati seguiti da un rimbalzo più forte che mai. Sarà lo stesso questa volta?
Penso che abbiamo già visto il peggio; andrà male ancora, ma non per molto. E penso che sia stata una ‘potatura’ utile. Le persone hanno dovuto ripensare a come valutare gli asset ed essere un po’ più solide, e hanno dovuto capire come potremo ricostruire un settore più forte. Naturalmente se l’ambiente macroeconomico generale non peggiorerà. Se il Nasdaq scenderà di un altro 25%, se i tassi di interesse salgono molto e se saremo in recessione per due anni e mezzo, allora penso che il Bitcoin potrebbe scendere a 15mila o 10mila dollari. Allora in quel caso potrebbe esserci ancora sofferenza.
L’AVIDITÀ CONVIENE?
Già soprannominato ‘il principe del rischio’ per le sue iniziative nel trading, SBF è stato all’altezza del nomignolo durante la crisi, investendo in numerose impresecome il lender BlockFi (con una linea di credito di 400 mln di dollari) e il broker di crypto-asset Voyager Digital (un prestito di circa 500 mln di dollari), che è ora in procedura fallimentare. Nel frattempo, ha anche preso una partecipazione del 7,6% nell’app di trading Robinhood e ha acquisito a titolo definitivo una società di giochi crypto. Il dominio di SBF ha scatenato paragoni con JP Morgan e altri che hanno raccolto asset durante le precedenti epoche di turbolenza nella finanza americana.