Fedele D'Amico (Roma 27 dicembre 1912 - Roma, 10 marzo 1990) è stato uno dei più grandi musicologi italiani del secondo Novecento.
Figlio del critico teatrale Silvio, dopo la laurea in Giurisprud...visualizza altroFedele D'Amico (Roma 27 dicembre 1912 - Roma, 10 marzo 1990) è stato uno dei più grandi musicologi italiani del secondo Novecento.
Figlio del critico teatrale Silvio, dopo la laurea in Giurisprudenza studiò musica con Alfredo Casella e iniziò a collaborare come critico musicale a "Il Tevere" di Telesio Interlandi, legandosi poi al mondo antifascista e, in particolare, al gruppo dei cattocomunisti Ossicini e Rodano. In questa veste fu direttore dal 1943 al 1944 del giornale “Voce operaia”.
Nel 1938 sposò Suso Cecchi, dalla quale ebbe tre figli, Masolino, Silvia e Caterina.
Dopo la caduta del fascismo riprese l’attività intellettuale e di critico musicale, occupandosi in particolar modo di Rossini, Puccini, Menotti, Petrassi, Mascagni, Berlioz, Strauss, Schönberg, Berg (fornendo sue versioni in italiano di varie opere) e collaborando a varie riviste (“Cultura e realtà”, “Vie nuove”, “Melos”, “Scuola e cultura”, “Paragone”), all’Enciclopedia dello Spettacolo e al Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti della UTET.
Fu consulente musicale della RAI e curatore dei programmi di sala del Teatro dell’Opera di Roma.
Dal 1967 al 1989 fu critico musicale de “L’Espresso”, e dal 1963 professore di Storia della musica all’Università La Sapienza di Roma.
Einaudi pubblicò sue versioni del teatro di Bertolt Brecht e dell’Egmont di Goethe.
Per Garzanti curò la storia di Giuseppe Verdi postuma di Gabriele Baldini; per Il Saggiatore, insieme a Luigi Dallapiccola, il volume di tutti gli scritti sulla musica di Busoni. Per Adelphi introdusse Il paese del melodramma, raccolta di Bruno Barilli.
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