VIAGGIARE SU UN CUSCINO D’ARIA
Se pensiamo ad un modo per migliorare le performance e, più in generale, l’efficienza di una barca, oggi pensiamo subito ai foil, quelle ali immerse che stanno cambiando la morfologia delle imbarcazioni da diporto.Almeno quelle a cui sono richieste prestazioni di un certo rilievo. Ma esistono anche altri modi per migliorare le prestazioni e l’efficienza di una barca. Modi meno invasivi ed appariscenti dei foil ma altrettanto efficaci. Parliamo della carena ASV, acronimo di Air Supported Vessel, una carena esteriormente del tutto simile ad una normale carena planante che, sul fondo, nasconde un trucco: una cavità piena di aria, una sorta di cuscino che permette di migliorare le prestazioni e ridurre i consumi. E non di poco, visto che i possono essere anche dimezzati.
Ma andiamo con ordine. Studiata e messa a punto dalla società norvegese ESI (Effect Ship International), leader mondiale di questa tecnologia e titolare di numerosi brevetti in merito, la carena ASV riprende il principio di funzionamento di mezzi come i SES (Surface Effect Ship), quei grandi catamarani che navigano sollevati parzialmente sull’acqua sostenuti da una bolla di aria in pressione intrappolata tra gli scafi ed alimentata artificialmente con l’immissione forzata dall’esterno.
Contrariamente al SES, la carena ASV è, però, un monocarena del tutto “normale”, convenzionale... almeno in apparenza.
Infatti, le linee esterne di una carena ASV restano le stesse di una imbarcazione convenzionale. Esteriormente una barca con la carena ASV è una barca “normale”.
Invece, sono diverse le linee del fondo, complesse e tormentate al fine di creare una cavità in cui l’aria immessa resti intrappolata. Le linee di poppa devono, poi, consentire la sfuggita dell’aria in eccesso, senza però creare resistenze addizionali dovute alla presenza di barriere di contenimento dell’aria.
