HReko
Facile sognare, direte voi, tanto una barca così semplicemente non esiste! Far convivere tutte queste caratteristiche su uno scafo a vela di soli 10 metri è impossibile! Non la pensava così Joso Perković che, con quest’idea di barca ideale in testa, ha dedicato buona parte della sua vita a immaginarla e svilupparla, fino ad arrivare a ideare, progettare e costruire HReko: una barca “ibrida e multifunzionale”, come la definisce lo stesso Joso.
In effetti Hreko rappresenta una tipologia che ancora non esiste, caratterizzata da una serie di soluzioni uniche, a partire dalla più vistosa: il tender che, integrato nella poppa, “allunga” la barca di due metri. Ma non solo. Anche la carena non passa certo inosservata. Un monoscafo molto largo con due derive laterali immerse e una coppia di grandi parabordi che sembrano tanto i tubolari di un gommone. Appendici vistose e, diciamolo pure, strane che, grazie a un intelligente utilizzo dell’acqua di zavorra, permettono di evitare la classica pinna a bulbo di piombo: il tutto per un’immersione di soli 42 centimetri, che permette di arrivare sulla spiaggia e non compromette la stabilità, che, anzi, fino a 25 gradi di inclinazione è maggiore di quella dei monoscafi convenzionali di simili dimensioni. In pratica, HReko ha la stabilità tipica dei multiscafi, pur essendo in realtà un monoscafo con grandi volumi interni e normale larghezza dello scafo. Ma, a differenza dei multiscafi, è autoraddrizzante in caso di ribaltamento. Insomma, una vera carena ibrida.
Ma non è finita qui. Visto che il suo sogno è quello di una barca “, Joso ha rivoluzionato l’armo velico introducendo l’albero basculante spostato verso poppa, con randa avvolgibile e fiocco autovirante, ai quali si aggiunge una terza vela espressamente ideata per le andature portanti: un Code Zero (la vela intermedia tra il genoa ed il gennaker) a doppio strato che, quando aperto, raddoppia la sua superficie diventando qualcosa di simile a uno spinnaker ma molto più semplice da, per cui ha affrontato anche gli aspetti energetici di bordo, prevedendo un sistema integrato capace di trasformare importanti quantità di energia eolica e solare in energia elettrica. In questo modo è possibile accumulare nelle batterie importanti quantità di energia rinnovabile da utilizzare anche per lunghe navigazioni full electric, in caso di bonaccia.
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