Al di là delle onde

Di Nuno Morais

Duarte Menezes, ingegnere navale, creatore della nave NMP DEOS, ha tutto da perdere, ma anche molto da guadagnare, nel viaggio inaugurale che porta la sua nave in giro per i mari del mondo per mostrare le eccezionali potenzialità dell'imbarcazione a possibili clienti.

Tuttavia, a metà del tragitto verso l'Australia, il destino interviane sottoforma di un forte sisma sottomarino che spinge la nave, insieme ai passeggeri e all'equipaggio DEOS, verso un'avventura che va molto oltre il mondo conosciuto.

• Lingua: Italiano
• Editore: BadPress
• Data di uscita: 28 gen 2021
• ISBN: 9781071580035

Anteprima del libro

Al di là delle Onde

Nuno Morais

Traduzione

di

Lia Contesso 

Al di là delle Onde

Autore: Nuno Morais

Copyright © 2020 Nuno Morais

Tutti i diritti riservati

Distribuito da Babelcube, Inc.

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Traduzione di Lia Contesso © 2020

Progetto di copertina © 2020 Nuno Morais

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Nuno Morais

Al di là delle Onde

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Questo libro è un’opera di fantasia.

I personaggi e i loro nomi, i luoghi descritti e gli avvenimenti raccontati appartengono alla fantasia dell’autore oppure sono stati utilizzati in maniera fittizia e non corrispondono alla verità. Qualsiasi somiglianza ad eventi, luoghi, entità, organizzazioni o persone vive o morte è da intendersi come mera coincidenza o frutto dell’immaginazione del lettore, per la quale l’autore non è da ritenersi responsabile.

Opere di Nuno Morais in italiano

Romanzi:

Trilogia Traffico Disumano:

Perduti per Sempre

Destini Incrociati (in traduzione)

Guerra Occulta (a tradurre)

Novelle:

Vorrei fossi Qui

Portali

Al di là delle Onde

Indice

A Bordo del NMP DEOS      7

Al di là delle Onde      19

Myequg, Fhuiz-ul-Khyilm      63

Per Nenuska

A BORDO DELL’NMP DEOS

Acque del Pacifico del Sud

Duarte Menezes ha già due settimane di mare alle spalle ma, non ancora sicuro sulle sue gambe da marinaio, sale prudentemente la scala esterna che va verso il ponte del porta-containers multifunzione tentando di non versare nemmeno una goccia dalle tazze fumanti che porta nelle mani e di non sporcare la felpa con il logo disegnato appositamente per il viaggio: due delta a specchio, la rappresentazione del flusso e le iniziali del sistema di propulsione, ricamate in alto in lettere dorate.

Il sole è sorto da meno di un’ora nella posizione in cui la nave si trova, un grado sopra l’equatore, nel mare immenso tra l’Arcipelago delle Hawaii e la Polinesia Francese.

Arrivando al ponte, quando il suo sguardo cade sulla prua arrotondata della nave e scorge il particolare ribollire delle acque che vengono risucchiate dal DEOS, Duarte pensa con nostalgia a suo padre.

Ricardo Menezes, anche lui ingegnere navale, aveva inventato alla fine degli anni Sessanta un sistema di propulsione non inquinante e non dipendente dal petrolio. Ma, nonostante il primo shock petrolifero avesse già provocato molti cambiamenti nei comportamenti ecologici, agli interessi legati agli idrocarburi e ai settori del traffico marittimo importava mantenere il loro status-quo, motivo per cui l’Ing. Menezes fu messo alla gogna e i suoi progetti vennero ridicolizzati da diversi periti in ingegneria navale, al soldo di chi perseguiva quegli interessi.

Ricardo non si riprese mai. Tormentato da incubi ricorrenti, si suicidò quando Duarte aveva poco più di tre anni.

I tempi sono cambiati, pensa Duarte, con lo sguardo perso nel cielo ancora annebbiato davanti a lui.

Ma non poi così tanto, conclude pensando alle difficoltà che lui stesso ha incontrato per trovare degli investitori per la versione migliorata del sistema di propulsione che ora fa muovere proprio l’NMP DEOS. La fortuna, però, ha finito per dargli una carezza, e l’ha portato a bussare alla porta di Невского Глобальные инвестиции (Nevsky Global Investments), del famoso – o infame, a seconda di chi ne parla – magnate russo Axel Nevsky, il che poi ha portato ad aprire altre porte.

È pensando a questi incontri iniziali che Duarte apre la porta pesante, alleggerita dalla parte superiore in vetro fumé specchiato, ed entra sul ponte.

Buongiorno Ingegnere! Non si è ancora stancato di alzarsi all’alba?, lo saluta il comandante vedendolo.

Duarte sorride. Potrei dire lo stesso, Capitano. A quanto ne so, non la si vede spesso in branda, risponde con lo stesso tono allegro, dando una delle tazze ancora calde all’uomo basso e grassoccio che ha di fronte.

Il comandante Rodrigues Pereira ride di gusto, facendo muovere le punte dei baffi argentei e voluminosi che coprono il suo labbro superiore.

Ah, ma ho una scusa, Ingegnere. Questa sua nave crea dipendenza. Per le tette di Venere se ne crea! Più ci stai, più ci vuoi rimanere!, dice bevendo un sorso e schioccando le labbra.

A meno che il cuoco in cambusa non abbia deciso di farle uno scherzo, è latte caldo con due cucchiai da zuppa di Ovomaltina…giusto? chiede Duarte, osservando il piacere con cui l’uomo beve dalla tazza.

Precisamente, precisamente; e una spolverata di noce moscata, risponde. Cácimo è con me da così tanti anni che sa quello che mi piace meglio di me. E guardi che mi piacciono tante cose, aggiunge, battendosi la mano sul ventre con un’altra grassa risata.

Come vanno le cose quassù, Capitano?, chiede Duarte, indicando il centro di comando dal design minimalista: una lunga console accostata alla paratia di poppa, sotto al vetro sfumato che corre per tutta la lunghezza del ponte, nella quale ci sono i vari posti di controllo della nave e su cui brilla una miriade di luci verdi e azzurre mentre appaiono grafici digitali che raffigurano la situazione dei vari sistemi operativi nell’NMP DEOS in ogni istante. Gli altri due pezzi di arredamento del ponte sono il timone con la sua sedia, e il quadro digitale delle mappe, con collegamento via satellite alla base dati cartografica dell’UE, a Coimbra, e al sistema di geoposizionamento Galileo.

Guardi lei stesso, Ingegnere. Ventotto nodi e avanti tutta. Tutto azzurro e verde nel quadro di comando, dice Rodrigues Pereira, indicandolo con un gesto. Questa barca naviga così bene che è quasi noiosa. Per il pelo di un Tritone, se non fossi superstizioso direi che vorrei trovare un ciclone per vedere come si comporta!, dice sorridendo, e contemporaneamente battendo con le nocche della mano sinistra il legno