“DIETRO OGNI BARCA, LA SUA SAPIENZA”
Qualunque appassionato di età “matura” che abbia frequentato qualche vecchia edizione del salone nautico di Genova o che legga la nostra rivista da un bel po’ di anni non può non ricordare marchi come DC e nomi come Dellapasqua e Carnevali, uniti insieme dal congiuntivo commerciale o separati. Si tratta infatti di protagonisti di primo piano di quella cantieristica dalla quale ha originato l’indiscutibile successo delle barche italiane sui mercati internazionali. Autentici pionieri che, non di rado, praticavano la concorrenza tanto in azienda quanto sui campi di gara, spesso trasferendo sui loro scafi, o , bensì di stellature, eliche, motori, “manico”. Oggi, il timone di quelle aziende è passato alle seconde generazioni e, in alcuni casi, anche alle terze. Ed è proprio con un figlio d’arte che cogliamo l’occasione di ripercorrere questo pezzo di storia della nautica italiana fino all’attualità. Angelo Carnevali è infatti figlio del mitico Ambrogio che, scomparso la scorsa primavera, era la “C” di quel famoso marchio, poi scisso in due nel 1992, dando vita a due aziende che, coerentemente, hanno seguito rotte alquanto diverse: Dellapasqua ha continuato a produrre una gamma di barche a motore che oggi va dai 7 ai 18 metri; Carnevali, dopo 16 anni di produzione con ottimi successi commerciali, nel 2009 ha incominciato a orientarsi verso le attività che ruotano intorno al rimessaggio – riparazione, modifica, refitting e restauro – limitando la costruzione solo su commissione. Per questo, oggi si chiama Carnevali Yachts Service e, forte dei suoi 6000 mq coperti e 7000 mq all’aperto, dotati di travel lift da 100 tonnellate e autogru da 65 tonnellate, rappresenta una delle realtà più quotate del settore.
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