Crash extraterrestri alle SVALBARD
In ufologia la parte che riguarda i cosiddetti UFO crash è molto controversa e normalmente genera dibattiti accesi tra gli stessi ufologi, il più delle volte per mancanza di prove oggettive secondo gli scettici, ma con documenti declassificati, dichiarazioni postume di testimoni acclarati, e alcune volte anche con la presenza di reperti tecnologici e di entità animate, secondo chi è convinto della loro veridicità.
Negli ultimi anni si è tanto discusso e si è detto tutto e il contrario di tutto sui più noti crash storici, a cominciare dalla vicenda maggiormente emblematica, madre di tutti gli UFO crash, e cioè il caso Roswell, che ha fomentato polemiche a non finire e fatto scrivere un grande numero di libri e articoli, oltre a casi di cui si è parlato di meno ma ugualmente intriganti come Aztec, Laredo, Kecksburg, Varginha, Vergiate negli anni Trenta del ventesimo secolo, l’antesignano ottocentesco caso di Aurora del 1897, e via discorrendo. Negli anni Cinquanta il primo che narrò, che insieme a del maggiore Donald Keyhoe è uno dei primi libri di ufologia (vennero pubblicati entrambi nel 1950). Scully all’epoca fu screditato perché nel suo libro era andato oltre il top secret imposto dalle autorità militari e dall’organizzazione segreta denominata Majestic 12, creata all’indomani del crash di Roswell, e demandata secondo varie fonti al recupero e allo studio degli UFO entrati in contatto con il nostro pianeta. Il suo cognome, secondo alcuni studiosi, avrebbe ispirato successivamente il personaggio di Dana Scully della famosa serie televisiva . Il maggiore Donald Keyhoe fu tra i fondatori del celeberrimo Nicap (National Investigation Committee on Aerial Phenomena), il Comitato Nazionale di investigazione sui fenomeni aerei, tra i più accreditati enti di studio sugli UFO.
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