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BENZINA O DIESEL, QUESTO È IL DILEMMA

Scegliere un'auto, oggi, è più difficile che mai. Perché bisogna prendere in considerazione una miriade d'informazioni e, anche se non ti interessano le ultime chicche tecnologiche, nel processo decisionale entrano in gioco alcuni aspetti che fino a pochi anni fa non erano poi così importanti. Come i divieti di circolazione per le diesel in certe aree urbane, per esempio. delle unità a gasolio sono più basse e con i moderni sistemi di trattamento dei gas di scarico anche gli NOx sono ben filtrati. Come nel caso del 2.0 TDI della Volkswagen T-Roc, che utilizza due catalizzatori Scr (il primo lavora con i gas di scarico con temperature tra 220 e 350 °C, il secondo tra 350 e 500) e un sistema twin dosing di urea AdBlue. Oltre all'1.0 TSI oggetto di questa prova, infatti, la Suv di Wolfsburg è disponibile anche con questo 2.0 turbodiesel da 115 CV, che propone prestazioni molto simili a quelle della versione a benzina. I dati rilevati dal nostro Centro prove parlano di due vetture con uno spunto molto simile, con la TSI che prevale solo nelle riprese per via di una maggiore leggerezza (la TDI pesa 130 kg in più) e di una differente rapportatura del cambio manuale. La diesel, però, conquista la clientela con i suoi bassi costi d'esercizio, nonostante i prezzi alla pompa ormai si equivalgano. In media, infatti, ogni 100 chilometri percorsi con la TDI si risparmiano 2,50 euro rispetto alla TSI (9,05 contro 11,57 euro). Divario che cresce ulteriormente in città, dove la prima garantisce 19,8 km/litro, mentre la seconda si ferma a 14,6, con costi per 100 km che, rispettivamente, arrivano a 8,93 e 12,15 euro. Il regno del diesel, però, sono le strade extraurbane ed è qui che la T-Roc 2.0 TDI dà il meglio di sé, con un 21,9 km/litro sulle statali e un'autonomia che sfiora i 1.100 km, oltre 200 in più della tre cilindri. Lo scotto da pagare è però una maggiore rumorosità dell'unità a gasolio, avvertibile a tutte le andature. Dal cofano, infatti, filtra qualche decibel in più rispetto alla versione a benzina: nulla di fastidioso, sia chiaro, ma il TSI risulta ben più silenzioso. La TDI recupera qualche punto a livello di confort, con un assetto un po' più morbido, che isola meglio dalle asperità stradali, tanto davanti quanto dietro. Questo comunque non influisce troppo sulla piacevolezza di guida, che è buona indipendentemente dall'alimentazione. Per scegliere quale delle due motorizzazioni è più adatta alle proprie esigenze, in definitiva, bisogna prendere in mano la calcolatrice. Perché il diesel è più conveniente nei costi d'utilizzo, ma anche molto più costoso al momento dell'acquisto. I listini della 1.0 TSI partono da 26.600 euro, mentre quelli della 2.0 TDI sono di 4 mila euro più cari: 30.600 euro. C'è quindi da capire, sulla base del proprio chilometraggio annuo, in quanto tempo si possa ammortizzare (ammesso che ci si riesca) il prezzo maggiore della turbodiesel. Con una percorrenza media di circa 20 mila chilometri all'anno, scegliendo la versione a gasolio si risparmiano 500 euro di carburante ogni 12 mesi: per pareggiare i conti con la turbobenzina bisogna tenere l'auto per almeno otto anni. Se si sale a 30 mila, invece, si recupera il divario in cinque anni e mezzo. Sempre senza dimenticare l'incognita di possibili, futuri blocchi alla circolazione.

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