l tracollo della storia dell’arte potrebbe essere iniziato con una scollatura - nello specifico quella di Jennifer Lopez con l’abito di Versace indossato ai 42esimi Grammy Awards il 23 febbraio del 2000. Impazienti di dare un’occhiata, orde di fan avevano cercato su Google “J.Lo Grammy Dress”, ma non avevano trovato nulla perché la ricerca per immagini doveva ancora essere inventata. Il gran numero di ricerche per quel vestito ha ispirato Google a creare Google Images, che sono riusciti a realizzare nel luglio 2001. Ventuno anni dopo, il concetto pionieristico di photo ricercabili e pubblicamente disponibili ha ammassato più di 1.12 bilioni di immagini per Internet. Nell’ampiezza di dati che abbiamo caricato, condiviso, creato e dimenticato, abbiamo creato una nuova formula per l’accumulo dell’immagine e, senza saperlo, abbiamo sviluppato un vasto bacino di dati per il traning dei ricercatori dell’AI - intelligenza artificiale - e degli algoritmi da usare. Ci sono voluti anni per arrivare all’attuale potenza di elaborazione dei generatori text-to-image. Per la maggior parte, il lavoro di labeling delle immagini è stato il contributo più significativo, che ha richiesto un eccezionale quantità di ore di lavoro da parte dell’uomo. Nel 2007, gli scienziati di computeristica a Stanford e a Princeton hanno iniziato a classificare immagini deragliate dalle label veloci che gli utenti generici avevano semplicemente attribuito alle loro foto del tipo “gatto.jpeg”. Hanno realizzato la necessità di un input generato dall’uomo per creare dei titoli sofisticati delle immagini per i programmi di classificazione in grado di
Silicon DREAMS
Nov 24, 2022
9 minuti
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