«Roma è una città che non produce più niente, non ci sono industrie, non c’è cultura d’impresa, l’economia è parassitaria, il turismo è di terz’ordine. I ministeri, il Vaticano, la Rai, i tribunali… Ecco di cosa è fatta Roma, una città che produce ormai solo potere, potere che ricade su altro potere, che schiaccia altro potere, che concima altro potere, il tutto senza mai un progresso, è normale che poi la gente impazzisce».
Ilromanzo La città dei vivi di Nicola Lagioia è uno spaccato crudele ma reale della Città Eterna; la capitale più bella del mondo ingloba in sé lo Stato più piccolo, ma per certi versi più grande del mondo: la Città del Vaticano. Quando cinematograficamente si pensa alla Grande Bellezza, Roma assorbe integralmente questo appellativo: città grandiosa, eterea e per alcuni versi maledetta e misteriosa.
Nell’ombra di questa bellezza, nelle pieghe del potere che prende fluidamente forma nelle stanze delle poltrone e nella spirale degli appartamenti sacri, da sempre sono custoditi silenziosamente misteri irrisolti.
Ieri come oggi, forse come domani: micro-storie di persone “normali” che nella città dei vivi hanno conquistato tragicamente l’attenzione dell’opinione pubblica.
Come è successo, per esempio, nel caso di tre giovanissime donne, con una vita apparentemente normale, inghiottite nell’ombra onnivora di una città tanto meravigliosa quanto famelica. Si chiamavano Mirella Gregori, Emanuela Orlandi e Simonetta Cesaroni. Diverse, ma legate da un invisibile filo misterioso.
MIRELLA GREGORI: UN CASO NELL’OMBRA
Quando si parla di Mirella Gregori, spesso lo si fa solo marginalmente al caso più famoso della coetanea Emanuela Orlandi; strano il destino di questa ragazza quindicenne che, dopo il clamore inziale, non ha avuto lo stesso risalto mediatico. La sparizione di Mirella Gregori avvenne il 7 maggio 1983 a Roma. L’aspetto, dunque, che attira l’attenzione è certamente il luogo. Come può il posto spirituale per eccellenza essere il palcoscenico di misteriose sparizioni? Sebbene storicamente fatti, per così dire “misteriosi”, siano sempre