uando si entra nell’edificio che ospita Coho Loft la prima cosa che non si può non notare è la luce naturale che entra dalle grandi vetrate, lascito del passato industriale di questo spazio multiforme situato poco lontano e negli scorsi mesi: da Vittoria Puccini ad Alessandro Gassmann; e poi ancora Federico Cesari, Alessio Lapice, Sara Serraiocco. Ma com’è nata questa esperienza? L’abbiamo chiesto al fondatore Andrea Audino. «Solo un pazzo visionario si sarebbe lanciato in un progetto simile, non curante dei costi e dell’impegno che ha significato negli anni. L’insegnamento che mi ha dato la scenografia è stato però di grande aiuto: tutto è possibile, basta volerlo». Così Audino sintetizza la tenacia con la quale ha dato vita a Coho Loft. Mentre è alla ricerca di ambienti per la serie “Romanzo Criminale”, subisce il fascino del grande palazzo industriale dismesso. «Fin da bambino ho sempre adorato i grandi hangar e le aree industriali», dice spiegando che il concept di Coho Loft «nasce da una esigenza personale, di poter vivere in uno spazio abbastanza grande da permettermi di ideare e creare oggetti nello stesso luogo. Anche dopo 15 anni, più vado avanti più vorrei portare il Coho Loft a un livello successivo, migliorandolo ogni giorno che passa», 15 anni durante i quali ha conosciuto Evelina Cotani, sua moglie. Grazie ad Evelina entra in gioco la moda. Ecco che Coho Loft incontra “un mondo fantastico”. «La moda e gli shooting sono una delle nostre principali attività, che negli anni è notevolmente andata ad aumentare, coinvolgendo molti marchi importanti».
SPAZIO alle IDEE
Feb 28, 2023
1 minuto
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