o Giugiaro, no Pony, no Hyundai». La sintetizza così, il manager che siede davanti a me a cena, la lunga sequenza di eventi che, dall'arrivo di un piemontese a Seul, nel 1973, diede vita a quello che sarebbe diventato uno dei più potenti imperi dell'industria automobilistica contemporanea. E che, mezzo secolo dopo, ha riportato in Corea quel piemontese. Il mio interlocutore non è proprio uno qualsiasi: Jae-Hoon Chang, detto Jay, è presidente e ad della Hyundai Motor Company, il colosso che, assieme ai marchi collegati Kia e Genesis, occupa il quarto posto nel ranking mondiale dei costruttori. Non si fa problemi, il ceo, nell'esprimere tutta la riconoscenza dell'azienda nei confronti di Giorgetto, uno che a Seul è ritenuto un padre fondatore. E che, in virtù di questo status, ha ricevuto l'incarico per un progetto emblematico: rifare la sua Pony Coupé, il prototipo del 1974 da cui è scaturita, l'anno dopo, l'auto di serie omonima che ha dato il via
NO GIUGIARO NO HYUNDAI
Jan 23, 2023
5 minuti
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