Maremma, un luogo malagevole, descritto da Dante nella Divina Commedia come territorio impervio e malsano, ubicato tra Cecina e Corneto (Tarquinia) in cui sono reclusi i suicidi, quei dannati che, per aver rifiutato il dono della vita, sono condannati a vivere come sterpi contorti e senza linfa vitale, un luogo definito “marisma”, dagli occupanti spagnoli nel XV secolo, a causa delle sue paludi malsane e malariche.
Questo nel passato; oggi, per nostra fortuna, le imponenti opere di bonifica, di fatto terminate durante il secolo scorso, hanno cancellato le paludi infestate di zanzare e risanato l’ambiente rendendolo vivibile e abitato, conservando comunque tratti selvaggi e parzialmente incontaminati che regalano al turista incantevoli scenari.
La nostra gita inizia dal capoluogo Grosseto, piacevole cittadina protetta da poderose mura medicee che racchiudono un gradevole centro storico; salotto del nucleo antico è l’ampia Piazza Dante che ospita il duomo, alcuni palazzi nobiliari come Palazzo Aldobrandeschi e la statua dedicata a Leopoldo II di Lorena, soprannominato dai maremmani Canapone a causa del colore chiaro dei suoi capelli, simile a quello della canapa appunto. La sua figura è legata indissolubilmente al territorio poiché