Apartire dalla fine del secolo XVII, l’astrologia incominciò a essere bandita dai circoli dell’alta cultura, in quanto ritenuta un bizzarro miscuglio di superstizione e impostura. Le maggiori opere astrologiche del passato, prima fra tutte la Tetrabiblos di Claudio Tolomeo, cessarono di essere pubblicate; gli studi minori, in gran parte manoscritti, vennero abbandonati e dimenticati negli scantinati ammuffiti delle biblioteche. Ciò dipese non tanto da una crisi interna all’astrologia, quanto dal crollo della filosofia naturale di matrice aristotelica ormai soppiantata da una visione meccanicistica del mondo.
Verso la fine del secolo XIX, nel mondo culturale si assistette a un ritorno all’astrologia da parte di orientalisti filologi, storici antichi e delle religioni, i quali si accorsero di non poterne fare a meno per meglio indagare e approfondire i loro studi. D’altra parte, nell’immaginario collettivo, il ruolo dell’astrologia restava ben distante ri-spetto a quello che aveva avuto fino al secolo XVII, quando costituiva materia all’interno delle aule universitarie e del mondo accademico.
La versione più conosciuta al grande pubblico ha un’origine relativamente recente. Era il 24 agosto 1930 quando l’astrologo Richard Harold Naylor pubblicò su un numero del le previsioni sulla base della carta di nascita della principessa Margaret, figlia dei Duchi di