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Gli "angeli" custodi delle monarchie: i cardinali protettori delle nazioni
Gli agenti presso la Santa Sede delle comunità e degli Stati stranieri: II. Secoli XVIII-XX
Il papato e le chiese locali
Serie di e-book3 titoli

Studi di storia delle istituzioni ecclesiastiche

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Info su questa serie

La figura degli agenti a Roma per promuovere casi presso la Sede Apostolica è apparsa finora solo in pubblicazioni relative alla prima età moderna e moderna. Grazie ad esse sappiamo che rappresentavano gli interessi di diverse entità ecclesiastiche: diocesi, capitoli cattedrali, monasteri, priorati, chierici. Inoltre rispondevano agli interessi dei loro sovrani e trasmettevano a questi, come agli ecclesiastici di cui sopra, notizie dal centro della cristianità. Alcuni risiedevano stabilmente a Roma, altri vi rimanevano fino al compimento dell’incarico assegnatogli. Armati solitamente di una buona conoscenza del diritto canonico e di una certa fluenza in latino e italiano, nonché di ottime capacità retoriche, dovevano far passare il caso affidatogli attraverso il labirinto della burocrazia papale. 

Come è cambiato questo ruolo nel XVIII-XX secolo? Gli agenti hanno allora continuato ad avere una funzione cruciale nei rapporti con la Curia Romana, rappresentando gli interessi di comunità e personalità ecclesiastiche e raccogliendo informazioni per queste e per il proprio Stato, oppure il loro lavoro è diventato del tutto invisibile, ripetitivo e amministrativo? Hanno continuato a risiedere nella Città eterna oppure hanno agito da e in altre città pontificie. Inoltre l’attività romana o italiana è stata solo un episodio della loro biografia oppure hanno svolto regolarmente questa funzione, trasformandola in un vero e proprio lavoro trasmesso in famiglia per più generazioni? Qualcuno di loro è riuscito a costruirsi una carriera in patria o a Roma e ha utilizzato a tal scopo la rete di relazioni forgiate come agente? Questo secondo volume della ricerca italo-ungherese sugli agenti cerca di rispondere alle questioni delle righe precedenti e a definire l’attività degli agenti in Curia durante i secoli più recenti.
LinguaItaliano
Data di uscita24 mag 2016
Gli "angeli" custodi delle monarchie: i cardinali protettori delle nazioni
Gli agenti presso la Santa Sede delle comunità e degli Stati stranieri: II. Secoli XVIII-XX
Il papato e le chiese locali

Titoli di questa serie (3)

  • Il papato e le chiese locali

    4

    Il papato e le chiese locali
    Il papato e le chiese locali

    Questo volume raccoglie gli atti dell’omonimo convegno organizzato a Budapest (8-12 maggio 2013) dall’Istituto per la Storia Ecclesiastica “Lendület” dell’Accademia Ungherese delle Scienze e dell’Università Cattolica Péter Pázmány e in collaborazione con il DISUCOM (Università della Tuscia) e l’Istituto Italiano di Cultura a Budapest This volume contains the documents of the international workshop of the same name organized in Budapest (8–12 May 2013) by the Hungarian Academy of Sciences-Pázmány Péter Catholic University “Impetus” Church History Research Institute in collaboration with the DISUCOM (University of Tuscia) and the Italian Institute of Culture in Budapest

  • Gli "angeli" custodi delle monarchie: i cardinali protettori delle nazioni

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    Gli "angeli" custodi delle monarchie: i cardinali protettori delle nazioni
    Gli "angeli" custodi delle monarchie: i cardinali protettori delle nazioni

    Questo volume ha una triplice e lunga gestazione. In primo luogo Irene Fosi ha approfondito il tema dei cardinali protettori in alcune conferenze all’Università di Roma La Sapienza e alla Pontificia Università della Santa Croce. Poi ha diretto assieme a Rafael J. Valladares Ramirez il seminario internazionale. Gli Angeli Custodi delle monarchie: i cardinali protettori delle nazioni (Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma – CSIC, 14 febbraio 2017). A sua volta Gaetano Platania ha coordinato presso l’Università della Tuscia il seminario I cardinali protettori delle nazioni (Viterbo, DISUCOM, 21 novembre 2017). Infine Péter Tusor, che lavorava da anni sull’argomento, ha fatto confluire nel gruppo che si veniva formando in Italia ricercatori e risorse del gruppo ungherese MTA-PPKE Fraknói Vilmos Római Történeti Kutatócsoport (il gruppo di ricerca Vilmos Fraknói fondato nella Accademia Ungherese di Scienze e nell’Università Cattolica Péter Pázmány).

  • Gli agenti presso la Santa Sede delle comunità e degli Stati stranieri: II. Secoli XVIII-XX

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    Gli agenti presso la Santa Sede delle comunità e degli Stati stranieri: II. Secoli XVIII-XX
    Gli agenti presso la Santa Sede delle comunità e degli Stati stranieri: II. Secoli XVIII-XX

    La figura degli agenti a Roma per promuovere casi presso la Sede Apostolica è apparsa finora solo in pubblicazioni relative alla prima età moderna e moderna. Grazie ad esse sappiamo che rappresentavano gli interessi di diverse entità ecclesiastiche: diocesi, capitoli cattedrali, monasteri, priorati, chierici. Inoltre rispondevano agli interessi dei loro sovrani e trasmettevano a questi, come agli ecclesiastici di cui sopra, notizie dal centro della cristianità. Alcuni risiedevano stabilmente a Roma, altri vi rimanevano fino al compimento dell’incarico assegnatogli. Armati solitamente di una buona conoscenza del diritto canonico e di una certa fluenza in latino e italiano, nonché di ottime capacità retoriche, dovevano far passare il caso affidatogli attraverso il labirinto della burocrazia papale.  Come è cambiato questo ruolo nel XVIII-XX secolo? Gli agenti hanno allora continuato ad avere una funzione cruciale nei rapporti con la Curia Romana, rappresentando gli interessi di comunità e personalità ecclesiastiche e raccogliendo informazioni per queste e per il proprio Stato, oppure il loro lavoro è diventato del tutto invisibile, ripetitivo e amministrativo? Hanno continuato a risiedere nella Città eterna oppure hanno agito da e in altre città pontificie. Inoltre l’attività romana o italiana è stata solo un episodio della loro biografia oppure hanno svolto regolarmente questa funzione, trasformandola in un vero e proprio lavoro trasmesso in famiglia per più generazioni? Qualcuno di loro è riuscito a costruirsi una carriera in patria o a Roma e ha utilizzato a tal scopo la rete di relazioni forgiate come agente? Questo secondo volume della ricerca italo-ungherese sugli agenti cerca di rispondere alle questioni delle righe precedenti e a definire l’attività degli agenti in Curia durante i secoli più recenti.

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