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Profilo della libreria bresciana del seicento: Bozzola, Turlino, Tebaldini, Fontana
Stampatori e librai a Padova nella prima metà dell’Ottocento
Serie di e-book2 titoli

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Info su questa serie

La città di Brescia, politicamente ma anche culturalmente periferica, fin dall’età degli incunaboli aveva rappresentato un vero e proprio caso nel mondo della produzione del libro a stampa, divenendo uno dei centri più interessanti dell’Italia settentrionale. Tale vigore andò col tempo via via affievolendosi, ma i libri non sparirono dal contesto cittadino. La presenza di editori, ma soprattutto di librai, in grado di sfruttare una posizione geografica favorevole, fece di Brescia una piazza commerciale significativa, in cui i libri non solo venivano prodotti, ma arrivavano anche da altri centri e qui venivano venduti e scambiati. La presenza di poche famiglie, spesso imparentate o comunque in società tra di loro, permetteva una spartizione razionale del mercato interno ed esterno. Il volume ricostruisce il profilo di quattro importanti librai bresciani della prima metà del Seicento. Due di essi (Bozzola e Turlino) hanno già alle spalle, in questo periodo, una tradizione piuttosto lunga nel campo dell’editoria e del commercio librario. Gli altri due (Tebaldini e Fontana) iniziano ed esauriscono la loro esperienza nel corso dei primi decenni del secolo XVII. Sulla base di inventari post mortem e cataloghi editoriali, si traccia così un panorama della produzione, ma soprattutto della circolazione del libro a Brescia nella prima metà del Seicento.
LinguaItaliano
EditoreIl Prato
Data di uscita24 ott 2013
Profilo della libreria bresciana del seicento: Bozzola, Turlino, Tebaldini, Fontana
Stampatori e librai a Padova nella prima metà dell’Ottocento

Titoli di questa serie (2)

  • Stampatori e librai a Padova nella prima metà dell’Ottocento

    1

    Stampatori e librai a Padova nella prima metà dell’Ottocento
    Stampatori e librai a Padova nella prima metà dell’Ottocento

    La prima metà dell’Ottocento rappresentò l’ultima stagione felice dell’editoria padovana. Nel panorama cittadino, alla Tipografia del Seminario, che nel secolo precedente era stata una delle più attive tra le aziende dello Stato Veneto, si aggiunse nel 1808 la stamperia aperta da Nicolò Bettoni. Nel giro di pochi anni, l’editore e tipografo originario di Portogruaro fu autore di un alto numero di pubblicazioni, tutte di ottimo livello tipografico, nonostante il difficile momento storico segnato dalle guerre napoleoniche che impoverirono la città e il territorio. Nel 1819 Bettoni si spostò a Milano e quella che era stata la sua ditta assunse il nome della “Minerva”. Sotto la guida di Fortunato Federici e poi di Angelo Sicca e di Luigi Carrer, divenne un importante punto di riferimento per la pubblicazione di classici della letteratura italiana e col tempo sviluppò anche il settore del commercio librario. Specializzato in quest’ultimo fu Antonio Carrari Zambeccari, che avviò una ben strutturata rete di relazioni con i più importanti librai ed editori italiani ed europei. Pur non potendo rivaleggiare con i maggiori centri nazionali dell’editoria nei decenni prima della parentesi del 1848-1849, Padova riuscì a ritagliarsi uno spazio significativo nel mercato del libro dell’epoca con poche ma attive aziende, le cui dinamiche gestionali sono esaminate nell’ambito della presente monografia.

  • Profilo della libreria bresciana del seicento: Bozzola, Turlino, Tebaldini, Fontana

    2

    Profilo della libreria bresciana del seicento: Bozzola, Turlino, Tebaldini, Fontana
    Profilo della libreria bresciana del seicento: Bozzola, Turlino, Tebaldini, Fontana

    La città di Brescia, politicamente ma anche culturalmente periferica, fin dall’età degli incunaboli aveva rappresentato un vero e proprio caso nel mondo della produzione del libro a stampa, divenendo uno dei centri più interessanti dell’Italia settentrionale. Tale vigore andò col tempo via via affievolendosi, ma i libri non sparirono dal contesto cittadino. La presenza di editori, ma soprattutto di librai, in grado di sfruttare una posizione geografica favorevole, fece di Brescia una piazza commerciale significativa, in cui i libri non solo venivano prodotti, ma arrivavano anche da altri centri e qui venivano venduti e scambiati. La presenza di poche famiglie, spesso imparentate o comunque in società tra di loro, permetteva una spartizione razionale del mercato interno ed esterno. Il volume ricostruisce il profilo di quattro importanti librai bresciani della prima metà del Seicento. Due di essi (Bozzola e Turlino) hanno già alle spalle, in questo periodo, una tradizione piuttosto lunga nel campo dell’editoria e del commercio librario. Gli altri due (Tebaldini e Fontana) iniziano ed esauriscono la loro esperienza nel corso dei primi decenni del secolo XVII. Sulla base di inventari post mortem e cataloghi editoriali, si traccia così un panorama della produzione, ma soprattutto della circolazione del libro a Brescia nella prima metà del Seicento.

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