L’AMBROGIO BECCARIA PENSIERO
Quando hai incominciato ad andare a vela?
Tardi, avevo 11-12 anni, ma soprattutto andavo al campo estivo in Sardegna ed era finita lì. Ho avuto però la fortuna di incontrare istruttori molto appassionati e intelligenti, che poi mi hanno portato in giro per l’Italia a fare le regate di altura. Lì ho capito che la vela è una grandissima figata.
Milano si conferma città che sforna navigatori.
Da adolescente soffrivo un po’ gli spazi limitati della città e questa era una bella alternativa. Quando sogni, ti piace l’idea di finire in un posto come l’oceano. Magari poi in realtà è un pensiero di tanti, ma se sei nato e cresciuto a Milano è un po’ più semplice, perché lì ci sono tante aziende e riesci più facilmente a trovare sponsor che ti sostengano. Non è secondario.
Avevi un modello?
Sì, Giovanni Soldini. Era un idolo.
Arrivano i cabinati.
Il problema della vela sui cabinati è che c’è sempre la figura dell’armatore, un po’ padrone, ed è difficile progredire. Ero il più giovane a bordo e quello che si ritrovava sempre a pulire la barca e a spostare le
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