Come Rovinarsi una Vacanza…
Sarà perché il mare è l’ultima dimensione ancor oggi disponibile per lasciarsi alle spalle lo stress quotidiano, sarà perché il richiamo degli orizzonti lontani ha un fascino irresistibile per gli animi più avventurosi, sarà per la voglia di vivere un’esperienza diversa, fatto sta che la vacanza in barca, quasi necessariamente estiva, è una scelta sempre più seguita. E se il mese scorso abbiamo parlato della dimensione charter, affrontiamo in questo caso la vacanza in barca tout court, quella cioè di chi la barca già la possiede: due interpretazioni simili ma in realtà abbastanza diverse. E la basilare differenza è che in questo caso sarete voi in prima persona, come proprietario e comandante unico e supremo a decidere su tutto, un potere da gestire ovviamente con le dovute buone maniere soprattutto di fronte a problemi imprevisti che comunque sarà sempre meglio prevedere.
Se già possedete una barca, inutile sprecare tempo nel dipingere l’emozione del navigare, vale però la pena ricordare che una vacanza di due o tre settimane è cosa assai diversa dall’uscitina domenicale o anche di un lungo week-end. Col trascorrere dei giorni le cose infatti cambiano notevolmente, e se alcuni aspetti possono essere trascurati altri diventano di basilare importanza, a partire da quelli psicologici. Ma andiamo per ordine.
Perché una vacanza in barca? Perché ci piace navigare, ovvio, ma proviamo ad analizzare meglio la questione, perché se la barca deve diventare una roulotte mobile da parcheggiare di porto in porto per spassarcela poi fra ristoranti e localini alla moda è un conto, e diciamo pure che non ci interessa, se invece vogliamo affrontare una vacanza di questo tipo con interessi un po’ più profondi è un altro. Quali interessi? Innanzi tutto quelli come
