Mistero Magazine

La Grande Guerra secondo MENDES

artiamo dalla fine. Spiegare la sensazione che si prova quando cominciano a scorrere i titoli di coda è complicato, quindi se guardandolo avrete una strana percezione di leggero segue dinamiche ben precise, e l’intento del regista Sam Mendes, e dell’immenso direttore della fotografia Roger Deakins (15 nomination all’Oscar e due vittorie) è quello di immergere letteralmente lo spettatore nel racconto, facendogli vivere un’esperienza simile ad un videogame. La storia è piuttosto semplice. Prima Guerra Mondiale, trincea nel nord della Francia. Due giovani soldati inglesi, Schofield (George MacKay) e Blake (Dean-Charles Chapman), devono compiere una missione disperata per salvare dei commilitoni lanciati, a loro insaputa, in un attacco suicida. I tedeschi sembrano aver abbandonato una grossa zona, impegnati in una ritirata disperata. Aerei perlustrativi inglesi smascherano il trucco; i nemici hanno formato un’ulteriore linea difensiva, riorganizzandosi, pronti a far cadere nella trappola i britannici. Una lotta contro il nemico e contro il tempo. Tre Oscar tecnici, perché la follia del regista visionario è quella di voler produrre un film di guerra, con dinamiche da videogame, con un risultato da cinema d’autore. Girato come se fosse un intero piano-sequenza, tutto è indirizzato dagli sguardi e dai gesti degli attori. La camera danza attraverso anguste trincee e scenari apocalittici. Non c’è onniveggenza cinematografica, ciò che vediamo è ciò che vedono i protagonisti, e per scoprire cosa vi sia oltre la trincea occorre scavalcare. Un film di resistenza, un film poetico nelle immagini e nei suoni che richiamano paesaggi spettrali alla Werner Herzog, un film che solo una storia vera avrebbe potuto ispirare. è tratto dai racconti del nonno di Mendes, Alfred Hubert Mendes, perché, come spesso accade, non c’è bisogno di grande fantasia per raccontare una storia incredibile. La vita va oltre, e il regista inglese riesce a catturarne un frammento, che ai fini dell’evoluzione della Grande Guerra non fu risolutivo, ma ai fini della storia di straordinario quotidiano da battaglia ha una valenza eroica. 10 nomination agli Oscar 2020 e vittoria nelle categorie Miglior Fotografia, Migliori Effetti Visivi e Miglior Montaggio Sonoro. Chapeau.

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