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Fuori campo - Il cinema racconta lo sport
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E-book138 pagine52 minuti

Fuori campo - Il cinema racconta lo sport

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Saggi - saggio (51 pagine) - Sport + cinema = cult. Ecco un elenco (certamente) incompleto dei film che rispondono a questa equazione. E qualcuno che invece non è riuscito nell'intento.


Il cinema ha spesso raccontato il mondo dello sport. Obiettivi, ostacoli, protagonisti, rivali, storie incredibili offrono spunti narrativi meravigliosi per trasposizioni (più o meno riuscite) sul grande schermo. In mille declinazioni. Dalla love story al thriller, dalla favola alla commedia, fino alla videoarte. Ne nasce un vero e proprio viaggio dagli spalti di Highbury per vedere l'Arsenal alle spiagge amate dai surfisti australiani, dalle piste dei circuiti automobilistici fino a quelle innevate delle olimpiadi invernali, per volare fino ai paesaggi della fantasia dei cartoni animati. Il tutto sempre alla ricerca di un gol, di un traguardo, di un canestro, di una meta, di un fuoricampo.


Claudio Garioni è nato a Milano il 12.12.1979. Ama cinema, calcio, musica, viaggi, Silvia e Jack (non in quest’ordine). Si è laureato in Scienze della Comunicazione allo Iulm con una tesi su Lucarelli (Carlo, lo scrittore, non l'attaccante) che è diventata parte del libro Almost Noir – Indagini non autorizzate su Carlo Lucarelli. Ha scritto qualche racconto e girato un po' per il mondo. Quando va al cinema preferisce le caramelle gommose ai popcorn. Ha un debole per Christopher Nolan, Zerocalcare e Le Luci della Centrale Elettrica. Lavora a Telelombardia e Top Calcio 24 dal 2001. È social su Instagram (gario8) e Twitter (gario79).

LinguaItaliano
Data di uscita11 lug 2017
ISBN9788825402919
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    Anteprima del libro

    Fuori campo - Il cinema racconta lo sport - Claudio Garioni

    (gario79).

    Cosa salverei di questo secolo?

    Una pallina da baseball con l’autografo di Joe Di Maggio.

    (Kevin Costner)

    Fischio d'inizio

    In diretta. Imprevedibile. Capace di accendere gli istinti irrazionali del tifo. Tremendamente reale e decisamente refrattario alla finzione (fatta eccezione per il dichiarato wrestling), lo sport appare l’antitesi esatta del cinema. Eppure copioni, sceneggiature e recitazione sono riusciti a raccontare meravigliose storie di sport, portando sul grande schermo il brivido di un lancio all’ultimo secondo, il dilagante amore per una squadra o la fatica di un allenamento.

    Non è ipotizzabile l’idea di realizzare un elenco completo di tutti i film che narrano una delle più grandi passioni dell’uomo, si possono tuttavia raccogliere quelli a nostro avviso più amati, interessanti, originali o quantomeno curiosi degli ultimi 30 anni. E si può pure stroncarne qualcuno di quelli più famosi e tradizionalmente citati, quando si parla di questo tema.

    Passeremo così dai dolori amorosi-calcistici di un tifoso dei Gunners a quello del Manchester United che parla direttamente con Eric Cantona. Approfondiremo i segreti per costruire la squadra vincente: contano più cuore e motivazioni o studi statistici, agenti di mercato e strategie degli allenatori? Vedremo come approcciano lo sport le donne e i ragazzi dei college americani. Osserveremo come lo sport si mischia alle tematiche di lotta al razzismo, riscatto sociale e sfida agli stereotipi e pregiudizi.

    Un percorso che attraversa mille linguaggi: dalle riprese di scene di sport reale, alla fiction, fino agli effetti speciali, i cartoni animati e persino un esempio di videoarte. Thriller, commedie, favole, tragedie, drammi, risate si intrecciano a palloni, palline, mazze, ruote, tavole. Ne nasce pure un giro del mondo vero e proprio: dalle onde d’Australia alle strade della Giamaica, dalle spiagge delle Hawaii alle curve dell’Emilia Romagna, dagli stadi d’Inghilterra ai canestri dei playground delle città americane.

    Lo sport ha segnato dunque la storia del cinema e non possiamo dimenticare le incursioni nello sport anche in film leggendari che tuttavia non si occupavano direttamente dell’argomento. Le corse da football americano e le partite a ping pong di Forrest Gump sono indimenticabili. La sfida a pallone di Marrakech Express di Gabriele Salvatores, omaggiata poi da Aldo, Giovanni e Giacomo in Tre uomini e un gamba, ha unito generazioni di italiani. C’è il calcio nel debutto cinematografico della coppia Sorrentino-Servillo, l’Uomo in più che mette a confronto un calciatore (ispirato ad Agostino Di Bartolomei) e un cantante negli anni ‘80. Match Point di Woody Allen è appeso a una palla da tennis che sfiora la rete. L’indecisione su come battere un rigore a pallanuoto è la metafora scelta da Nanni Moretti in Palombella Rossa. Abbonda di improbabili e avventurose competizioni sportive la saga di Fantozzi. L’apertura di un film sperimentale-alternativo come Lola Corre fa diretto riferimento alle regole di una partita di calcio. Rimbalza la palla da basket come le dita sulla macchina da scrivere in Scoprendo Forrester.

    C’è stato persino un pallone da pallavolo di nome Wilson che avrebbe – forse – potuto vincere un Oscar come miglior attore non protagonista. Ma per Cast Away alla fine non prese la statuetta nemmeno Tom Hanks. Quell’anno premiarono un Russel Crowe molto atletico, quello che aveva guidato i suoi come un leader sportivo ne Il Gladiatore.

    Calcio

    Febbre a 90°

    Nel 1992 inizia la carriera di scrittore di romanzi di un certo Nick Hornby. Al primo tiro l'autore di Redhill fa subito gol. Fever Pitch (tradotto in Italia col titolo di Febbre a 90') diventa immediatamente un cult. Hornby racconta le sue esperienze di dolori e gioie legate alla sua fede per l'Arsenal. Con una scrittura che pare dettata direttamente dal cuore del tifoso, il romanzo è in realtà un collage di episodi e aneddoti distribuiti in un arco temporale che va dal 1968 al 1992, più che un vero e proprio intreccio.

    Pensare di ricavare un film da queste basi, andando a toccare un materiale del genere, è opera quantomeno ardita. Eppure con un doppio salto mortale, cioè trasformando il testo in una love story e contenendo il tutto in un unico anno (o meglio una stagione calcistica, quella del 1988-89), il risultato è convincente, anche perché la sceneggiatura è firmata dallo stesso Nick Hornby. Colin Firth presta il suo volto a un personaggio che gli calza addosso alla perfezione, quello di Paul Ashworth, tifoso dei Gunners diviso tra l'amore per gli 11 uomini della sua squadra e quello per Sarah Hughes (interpretata da Ruth Gemmell), un’insegnante di storia all’apparenza rigida e per nulla interessata al

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