Al Cinema con Alberto: 300 recensioni di un ragazzo degli anni 70 al prezzo di un biglietto del cinema
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Film famosi, "boiate pazzeche", commedie all'italiana, detective dalla 45 facile, film sfuggiti al grande pubblico che si trovano solo su qualche TV privata dopo la mezzanotte, piccoli capolavori dimenticati e tutto partendo da un concetto; se conosci i film buoni riuscirai subito ad evitare quelli brutti.
E non è poco.
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Anteprima del libro
Al Cinema con Alberto - Alberto Garavello
L'autore
Al cinema con Alberto
300 recensioni di un ragazzo degli anni 70 al prezzo di un biglietto del cinema.
Perchè questo libro.
Lo dico subito, io non son un critico cinematografico. Nella vita faccio tutt’altre cose, ma ho la passione del cinema e questo libro ho voluto scriverlo per condividerla con voi. Mica è una cosa tanto strana; i medici spesso hanno hobby che nulla hanno a che vedere con la professione (un mio collega era un ricercatissimo arbitro di boxe). Albert Schweitzer (il famoso medico missionario) era un ottimo organista e ci sono rimaste molte registrazioni (io ho suonato il pianoforte molti anni, ma la Deutsche Gramophon non si è mai fatta avanti) che rendono giustizia del suo talento. E poi il cinema mi ha accompagnato per molti anni e mi fa compagnia ancora adesso, come credo a molti di voi. Quando eravamo ragazzini (in epoca pre-playstation e cellulare) la domenica pomeriggio c’era il cinema; ovviamente Franchi e Ingrassia con la loro produzione sterminata che impazzava nei parrocchiali erano la prima scelta, poi c’erano i film sulla seconda guerra mondiale che furoreggiavano. A quell'epoca inoltre giravano ancora i film per famiglie
come ad esempio Il capitano Nemo e la città sommersa
o Krakatoa est di Giava
in cui si poteva passare qualche ora tutti insieme. Oggi non esistendo quasi più le famiglie questa esigenza è molto meno sentita. Al liceo invece si andava al cinema con gli amici. E fu al liceo che esplose la mia grande passione; dovete sapere che dove adesso in Prati c’è il cineclub Labirinto
, negli anni 70 in quell’ex parrocchiale c'era il Cine Club Tevere
che faceva delle rassegne eccezionali su molti generi cinematografici; spettacolari quelle sulla fantascienza anni 50 e gli horror della Hammer, con Lee e Cushing al top della forma. Le facevano al pomeriggio, ma io avevo lezione di tedesco (l’ho fatto 5 anni al Liceo... non so una parola...) dalle 17 alle 21; ovviamente di perdersele non erano il caso di parlarne così io e Antonio (mio compagno di Liceo, di cineclub e di lezioni di tedesco) avevamo architettato un piano diabolico. Ci incontravamo alle 17, vedevamo 2 film e poi alle nove meno 10 saltavamo sul suo motorino (un Califfo
asmatico) in modo da trovarci puntuali all'uscita dell’Istituto Austriaco di Cultura in Viale Bruno Buozzi, dove veniva mio padre a prendermi. Credendo che avessi fatto lezione. Purtroppo fummo traditi dal bieco Califfo (anche prima dell'ISIS non ci si poteva fidare...) che una sera ci lasciò per strada e purtropo non potei contare sulla solidarietà della bella e giovane professoressa austriaca (notevolissima ... l’unico motivo delle nostre rare frequentazioni...) che sentendo mio padre che chiedeva notizie del figlio disperso rispose :Alperto racazzo molto simpatico io però molti mesi che non fedo lui a lezione
. E proprio al Labirinto fui tra i primi a Roma a vedere Io sono un autarchico
di Nanni Moretti, con Francesco, altri mio cineamico; solo al secondo tempo la gente cominciò a ridere, capendo che si trattava di un film satirico e non del solito mattonazzo intellettuale undergound (il dibattito nooooooo...
). Noi avevamo rotto gli indugi già dai primi minuti sghignazzando e qualcuno ci guardava male (gli intellettuali in Clark, maglione a collo alto e pipa a quel tempo erano molto permalosi). E al Labirinto
Antonio fu l'inventore di uno straordinario scherzo che per poco non ci fece cacciare da tutte le sale del Regno
; aspettando di entrare, sulla porta ancora chiusa, finse di dare il suo cappotto ad un nostro amico consegnandogli invece la tenda dell'ingresso arrotolata con un grosso nodo per non farla strusciare per terra come usava. Ovviamente al momento dell'entrata quello si portò dietro tenda, ganci e tutto il supporto dal soffitto e dovette dare un sacco di spiegazioni alla maschera
mentre noi già stavamo seduti in platea. Bei tempi. Negli anni dell’Università si usciva al cinema con le ragazze per scopi ovviamente immorali; purtroppo negli anni 80 molte avevano le smanie intellettuali e ogni tanto ti toccava andare a vedere certe cose a cui confronto il Potemkin
era una passeggiata a villa Borghese; mi ero incapricciato di una bella signorina che mi propose L’albero degli zoccoli
di Olmi (mi ricordo ancora che andammo al Capranichetta... i meccanismi di rimozione dell'io nulla hanno potuto contro quel mattone che mi si è infilato nella circonvoluzione dell’ippocampo senza avere intenzione di uscirne...) e ovviamente accecato dall’ormone dissi di si. Parafrasando Fred Mc Murray in Double Indemnity
; non ho avuto i soldi e non ho avuto la ragazza
... i soldi perchè offrii io, la ragazza beh l’avete capito. Al termine della proiezione credo di essere stato svegliato dalla donna delle pulizie (devo dire belloccia anche con quel grembiulino...ma si era fatto tardi) e quella non mi ha più chiamato. Purtroppo i film intellettuali
ogni tanto te li devi sorbire, non ci sono santi e anche oggi il pericolo è in agguato; a Youth
sono caduto in narcosi dopo la prima mezz'ora, riuscendo a svegliarmi solo verso la fine, guardacaso al momento dell'ingresso della splendida Magdalena Ghinea in piscina senza veli, suscitando la disapprovazione della mia fidanzatina che sottolineava;te sei svegliato eh... basta che vedi 'na mignotta...
. Commento volgare, assolutamente privo di spessore, non ho comunque raccolto la provocazione da vero uomo di classe. Il cinema era (ed è) strumento di seduzione come sapete; se nell’ombra la ragazza si stringe a voi si è un passo avanti. Ero giovane tenente medico ai tempi della specializzazione e invitai al cinema la segretaria del generale, una ragazza alta con gli occhiali, di quelle che portano i maglioncini con tanti bottoni sul davanti tipo la segretaria di Rockerduck, Miss Paperette. Di solito nelle commedie hollywoodiane alla fine del film queste si tolgono gli occhiali, sciolgono i capelli ed escono fuori degli schianti di ragazza. Non era questo il caso, ma si trattava comunque di un bel tipo. La signorina aveva le idee chiare;andiamo a vedere La guerra dei Roses così impariamo a litigare quando ci sposiamo
. Per nulla intimidito dalla minaccia la andai a prendere con il 125 di mio padre (consumava più dello Shuttle, solo per uscire dal parcheggio spendevo più che per portarla al cinema) ed entrammo al Maestoso, sull’Appia, un posto gigantesco (adesso è multisala) dove lei scelse di sedersi in ultima fila in galleria. Beh... messaggio ricevuto. Praticamente c’eravamo solo io, lei e i piccioni che entravano dal tetto, era giovedì sera, tutto vuoto. Devo essere sincero, il film dovetti poi rivederlo con calma in cassetta perchè la bella segretaria mi tenne impegnato per tutta la proiezione; al ritorno quando sottocasa gli chiesi un secondo appuntamento mi rispose;NO... perchè non sei un ragazzo serio, mi ha messo le mani addosso già la prima sera che siamo usciti... non posso presentarti a mio padre
. Delusioni. Una volta c'erano, come sapete questi megacinema e uno di questi era il Metropolitan in via del Corso; una volta alla fine della proiezione uscendo con la mia ragazza dell'epoca, in mezzo ad una calca indescrivibile, le dissi dammi la mano che qui ci perdiamo
. Arrivando in strada dopo venti minuti buoni di fila tipo mensa aziendale quando ci sono i tortellini, mi girai dicendo oooh... meno male che...
solo per accorgermi che avevo preso per mano un'altra. La mia legittima e il fidanzato di quella (fortunatamente un tipo spiritoso... o forse non vedeva l'ora che qualcuno se la portasse via...) stavano dietro di noi a ridere. E vennero poi gli anni tristi.... come sapete le TV private comprarono gli archivi delle case cinematografiche e in Tv c’erano film dalla mattina alla sera, senza contare tutta l'ascesa del videonoleggio con la moda della videocassetta più pizza a casa (stigmatizzata da Nanni Moretti nel suo caro Diario
) . Vedere chiudere tutti i cinema che mi avevano ospitato da ragazzo fu una vera sofferenza, rimanevano le sale più grandi e alle volte chiudevano pure quelle. Ma con la comparsa dei multisala le cose finalmente sono cambiate e si rivedono i ragazzi fare la fila insieme alle loro Beyonce e Britney Spears (sono vestite e truccate allo stesso modo...forse Beyonce è un pò più sobria...) per il cinema del sabato sera. E poi ancora la rivoluzione dei DVD e di Blockbuster, finita con l'avvento della fibra ottica e di tutta la megapirateria del Web, che ha portato le prime visioni direttamente a casa nostra. Devo essere sincero; pur essendomi comprato una schermo da 70 pollici i film più spettacolari credo che sia un delitto vederli a casa. Come tutti scarico anch'io dei film, ma si tratta di vecchie pellicole da amatore su cui ormai credo non ci siano più i diritti d'Autore. Insomma, una passione quella del cinema che non mi ha mai abbandonato. E allora ecco questo libro in cui troverete molte pellicole che forse non conoscete e pochi film di oggi. Nel cinema nulla si inventa, i divi di ieri sono quelli di sempre (il parallelismo tra un Clooney e Cary Grant è fin troppo facile..) e ho voluto inserire molte pellicole degli anni 70 che hannno aperto la strada a ciò che vediamo adesso nel cinema (Tarantino