La carena, il guscio che racchiude la nostra barca. Un elemento misterioso ai più ma fondamentale per determinare il DNA di una barca, dalla tipologia alle caratteristiche di velocità, di tenuta al mare, di comfort e di economicità in navigazione. Insomma, qualcosa che dovremmo conoscere a fondo quando valutiamo e scegliamo una barca. E, invece, spesso l’importanza della carena, la sua forma, le sue caratteristiche, sono qualcosa di cui ignoriamo completamente l’esistenza.Al massimo la riteniamo solo il guscio impermeabile che serve per far galleggiare la nostra bella barca. D’altronde una barca si vende per quello che si vede: perché è bella, perché ci emoziona, perché è spaziosa ed ha tante cabine. E poi perché ha due motori potenti, perché fa 30 nodi, etc. La carena, invece, sta sott’acqua, non si vede: ergo, semplicemente non esiste! Ma la carena può essere a sezione tonda o a spigolo, fina o snella, planate o dislocante passando per le semiplananti e semidislocanti e le infinite variazioni sul tema. Senza contare, poi, che anche piccole variazioni locali nella forma e nei rapporti dimensionali possono determinare lo stravolgimento delle caratteristiche di una determinata carena e, quindi, dello yacht. Ad esempio, allungare o accorciare una carena, anche di poco, cambia significativamente le caratteristiche idrodinamiche. Senza parlare degli aumenti di dislocamento che causano una maggiore immersione generando, quindi, un’altra carena. Ricordiamo a questo punto che la carena è la parte di scafo immersa nell’acqua, a suo diretto contatto e, per questo, ne determina le caratteristiche idrodinamiche. Non a caso si definisce anche opera viva, per distinguerla dal resto dello scafo, l’opera morta, che non è a diretto contatto con il fluido. Stiamo parlando di aspetti di cui, generalmente, non solo il cliente sa poco, ma ne sanno poco anche certi cantieri che, con molta disinvoltura propongono la stessa carena per vari usi.Tanto il cliente che ne sa! Un contesto, questo, in cui il cantiere frequentemente propone la stessa carena per una navetta dislocante da 30 tonnellate che naviga a 14 nodi ma anche per un motoscafone da 20 tonnellate che di nodi ne fa 25.Tanto basta cambiare i motori! Con buona pace dell’efficienza complessiva, dei consumi, del comfort.
Ma esistono anche cantieri, che bisogna