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GAME OF SHOES

Sono i designers che firmano le scarpe più viste sui red carpet e ai piedi delle donne “in the knozˮ nella vita reale. H non poteva mancare lʼAD di una delle realtà produttive più importanti del mondo e la designer emergente, e determinata.

Pierre Hardy, Hermès

Pierre Hardy è direttore creativo delle calzature Hermès dal ’90, ha lanciato la sua linea signature nel ’99, e dal 2001 disegna anche la gioielleria della Maison. el ’ ha introdotto in collezione la sneaker, subito portata in passerella da Martin Margiela, novità assoluta per un brand del lusso. Dal 2001 al 2012, continuando a lavorare per Hermès, ha disegnato il footwear Balenciaga nell’era di icolas hesquire.

L’Officiel Italia: Cosa rende una scarpa Hermès immediatamente riconoscibile? Il colore? La geometria?

Pierre ard Intanto l’altissima qualità dei materiali e poi un’emozione, una sottile dialettica, una ricorrente tensione tra il già visto e il nuovo, tra il far riconoscere e il sorprendere, un dettaglio sottile che faccia Hermès, uno stitch, un particolare in metallo. Colore e geometria sono tratti distintivi che utilizzo nel mio lavoro, ma vorrei ricordare che quando ho iniziato il range dei colori era molto ridotto. Comunque · sempre questione di twist and play, di stravolgere e giocare con i codici della Maison che sto continuando a scoprire negli archivi.

LOI: Cosa non deve mai esserci in un modello Hermès?

PK= Qon ci sono limiti, oggi tutto · possibile. Dieci, 18 anni fa avrei potuto rispondere, perché il pubblico era più stiff, più conservativo. Sicuramente deve essere un oggetto che duri nel tempo e senza compromessi nella qualità.

LOI: Qual è il modello più significativo della stagione?

PK= Dal punto di vista della spettacolarità sicuramente la pump con il tacco Cha”ne d’Ancre, dove i knoz hoz dei due settori in cui lavoro si fondono in modo organico, con la stessa naturalezza e immediatezza di rapporto che c’è tra la mia mano destra e la sinistra, in uno scambio continuo dʼidee e dettagli tra scarpa e gioiello. Ma da un punto di vista personale è molto difficile da dire, perché metto la stessa energia e creatività in tutto quello che faccio.

LOI: E i modelli più significativi negli anni?

P Dal punto di vista del successo il sandalo ran, un best seller da 28 anni, cosa che non avrei mai potuto prevedere quando l’ho disegnato. H naturalmente gli stivali da cavallerizza con il lucchetto della Kelly, reinterpretati ogni stagione introducendo sempre nuovi dettagli. Credo sia questo l’idea di qualcosa che puoi trovare solo da Hermès, uno stile organico, che si evolve sempre. parlo di evoluzione ovviamente, non di progresso.

LOI: I tuoi disegni sono la base su cui viene realizzato il prodotto in fabbrica...

P Sì, la scarpa viene continuamente rapportata al disegno finch‡ non · identica. I disegni per la fabbrica non sono illustrazioni impressionistiche o belle immagini, ma un dettaglio architettonico per far capire come impostare il lavoro. Oo sketch finale lo faccio in scala 11, per controllare proporzioni e bilanciamento.

LOI: Sul tuo Instagram ci sono opere di Frank Stella, Ettore Sottsass, Ólafur Elíasson... Sono citazioni per affinità estetica? O si può parlare di ispirazione?

PK= Cerco sempre di non essere troppo letterale con l’arte, ma impossibile prescindere da quella contemporanea che un esperimento su nuove forme di bellezza e nuove combinazioni di forme. Qon posso spiegare perch‡ amo certa arte, ma cerco di trovarne l’equivalenza nella moda.

LOI: Da Margiela a Nadège Vanhée-Cybulski, come ha influito

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