Dal 1° gennaio 2035 non si potranno più vendere auto con motore a combustione interna. Lo ha proposto la Commissione Europea, nel quadro di Fit for 55, il pacchetto di azioni volte a contrastare il cambiamento climatico. Lo ha ribadito, suscitando non poche perplessità nel mondo industriale, il Comitato interministeriale per la transizione ecologica, composto da tre dicasteri del nostro governo (Transizione ecologica, Infrastrutture e Sviluppo economico). Certo, prima che la scelta divenga definitiva si dovranno pronunciare le assemblee parlamentari, prima quella europea e poi quelle dei singoli Stati membri, ma l'orientamento di fondo è stato comunque espresso.
Abbiamo, dunque, appena 13 anni di tempo per cambiare completamente un mondo che è stato costruito in più di un secolo intorno alle forme di mobilità consentite dall'automobile. Anche meno, se si considerano le tappe di avvicinamento a questo traguardo, già fissate con altri target: per esempio, la quota di 6 milioni di auto a batteria circolanti in Italia già nel 2030, prevista dal governo Draghi nel Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza varato per fare fronte alla grave crisi economica innescata dalla pandemia e alimentato in gran parte da cospicui fondi europei.
In soli nove anni, il salto da compiere è dunque enorme, se si considera che, alla fine del novembre scorso, il parco circolante italiano di vetture dotate di batterie ricaricabili era stimato in