L’INVASIONE DELL’UCRAINA
da parte della Russia è solo il tragico esito di una strategia bellica coltivata per anni dal regime di Vladimir Putin. Solo ieri la minaccia post-sovietica nei confronti dell’Occidente avanzava in rete attraverso siti web e social media. E continua ad avanzare, ma con le armi spuntate. Perché nel campo della profilazione degli utenti online è in atto una rivoluzione copernicana.
Era il 2016 quando, dopo la vittoria della Brexit e l’elezione di Donald Trump, sentivamo per la prima volta parlare di manipolazione del consenso. Parole fino a pochi mesi prima sconosciute, come micro-targeting, entravano bruscamente nel linguaggio dei media e un velo di mistero avvolgeva il trionfo della radicalizzazione politica sospinto da Internet. Poi, due anni