A prima vista il bilancio dell’Aics sembra quello di un gigante da oltre 5 miliardi di euro
LE UNICHE BUONE NOTIZIE vengono da Tirana. Lì, nel 2020, la sede dell’Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo si è conquistata, su mandato dell’Europa, la gestione di un intervento nel parco archeologico di Byllis. L’idea: farne una Pompei albanese avviando un processo di sostenibilità tecnica e finanziaria dell’area archeologica nonché di sviluppo dell’intera economia delle comunità rurali. Un bel riconoscimento da parte dell’Unione europea presso cui l’Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo si è conquistata spazi e riconoscimenti come operatore delegato. Per il resto, a leggere le oltre cento pagine della delibera della Corte dei conti, approvate a gennaio, sull’ultimo bilancio dell’agenzia alle dipendenze del ministero degli Affari esteri (affidata alla supervisione del viceministro Marina Sereni e alla direzione del diplomatico di lungo corso Luca Maestripieri) emergono più ombre che luci.
La politica ha imbrigliato l’Aics in procedure ragnatela. Tanto che la programmazione delle