Nonostante alla data dell’ultimo censimento (2020) la sua popolazione raggiunga appena 3523 abitanti, a Black River Falls esistono buoni collegamenti autostradali, ferroviari e aerei. L’economia si basa fortemente sull’a-gricoltura e sul turismo: quanto a quest’ultimo, citiamo il lago Arbutus, un interessante sistema di sentieri da percorrere, un casinò e un hotel gestititi dalla Ho-Chunk Nation (il popolo nativo Winnebago) e una vasta quantità d’esemplari di una far-falla in via di estinzione celebrata annualmente con il Karner Blue Butterfly Festival. Non mancano una scuola superiore pubblica, un giornale locale e un grande monumento ai veterani della Prima e della Seconda Guerra Mondiale, di quella di Corea e del Vietnam. Insomma, ci troviamo nella norma delle floride, piccole cittadine statunitensi contemporanee.
Per risalire invece alle sue origini, Black River Falls venne fondata a metà Ottocento nelle vicinanze delle cascate del fiume Black per utilizzarne la forza idrica. Poiché all’epoca l’area era prevalentemente forestale, la sua attività fondamentale era la gestione di segherie da parte di una popolazione composta perlopiù da immigrati europei provenienti da Germania, Svezia e Norvegia. Il momento storico su cui appunteremo la nostra attenzione va però dal 1885 al 1900, quando Black River Falls e l’intera contea di Jackson ebbero un assaggio di apocalisse, come documentano le parafrasi dei brevi articoli pubblicati dal Badger State Banner che seguono (si tratta di una piccola parte di quelli comparsi sul giornale).
Un uomo si uccise impiccandosi in un fienile. Nessuna causa conosciuta. Circa dieci anni prima suo padre si era suicidato nello stesso luogo
Il corpo nudo di una casalinga fu trovato sul ciglio della strada a circa sei miglia dalla città. Separata, viveva sola. Avendo perso un figlio da due anni, si credette che la donna, allon-tanatasi di casa in un accesso di delirio, fosse morta di freddo o di fame. Una casa di Muskego era stregata. Perfettamente tranquilla fino a quando non arrivava la
