Walter Benjamin, nel 1936, si interrogò sul significato dell’opera d’arte in un’epoca in cui la tecnologia ne permetteva la riproduzione industriale e di massa, probabilmente non immaginava che, a distanza di quasi 100 anni, la stessa domanda ce la saremmo posta su qualcosa che è sempre stato oggettivo e indiscusso: lo spazio che ci circonda. Qual è il senso dell’originale artistico – si domandava l’autore tedesco - se la sua forma può essere riprodotta in modo assolutamente identico infinite volte? E, allo stesso modo, ci chiediamo oggi: qual è il senso dello spazio se, con l’avvento del digitale, la nostra
IL SENSO DELLO SPAZIO NELL’ERA DEL DIGITALE
Feb 09, 2024
4 minuti
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