A MEZZANOTTE del 7 dicembre 2023 tutti i biscotti erano stati mangiati. Nel distributore automatico non c’era più neanche un goccio di caffè. E i panini divorati a cena erano stati digeriti. Tuttavia, circa 700 legislatori erano comunque rimasti rintanati negli uffici dell’Unione europea a Bruxelles. Soltanto mentre il sole sorgeva all’alba gelida dell’8 dicembre, erano rientrati a casa per riposare e darsi una rinfrescata, prima di tornare a lavoro per altre 17 ore consecutive. Finché – un po’ perché dovevano, un po’ perché erano stanchi e non sarebbero potuti andare oltre – non hanno trovato l’accordo sul pacchetto di leggi per affrontare una delle questioni più spinose del momento: l’intelligenza artificiale.
La maratona di negoziati sull’AI Act dell’Ue, come è ormai noto, è stata tra le più intense della recente storia dell’Unione. I 27 Paesi membri non sono stati certo i soli a tentare di portare a termine quest’impresa legislativa. Già a ottobre, il presidente americano Joe Biden aveva emesso un ordine esecutivo, stabilendo delle linee guida per proteggere i cittadini americani dalle massicce perdite di