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Enrico Mattei e il Piano Mattei per l'Africa
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Enrico Mattei e il Piano Mattei per l'Africa
E-book188 pagine

Enrico Mattei e il Piano Mattei per l'Africa

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Info su questo ebook

Una solida geopolitica del dialogo si può costruire e consolidare nell’area solo muovendo dalla consapevolezza delle nostre identità culturali e valoriali, dalla constatazione che la nostra prosperità non è possibile se non c’è anche quella dei nostri vicini. Queste le parole della premier Giorgia Meloni alla 8ª edizione dei Med Dialogues a Roma il 3 dicembre 2023. Ma che cosa è il “Piano Mattei per l’Africa”? Perché Giorgia Meloni si è ispirata alla figura del fondatore e presidente dell’Eni?  In quale modo  Mattei  seppe realizzare una “politica estera neoatlantista” in contrapposizione al monopolio delle “sette sorelle”? Che cosa era la cosiddetta “Formula Mattei”, basata sulla collaborazione con i paesi produttori di idrocarburi per tutelare gli interessi italiani in campo energetico e nel contempo favorire lo sviluppo nelle giovani nazioni emerse dal periodo coloniale?
LinguaItaliano
Data di uscita14 giu 2024
ISBN9791281103108
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    Anteprima del libro

    Enrico Mattei e il Piano Mattei per l'Africa - Gianfranco Noferi

    Indice

    Collana

    Titolo

    Colophon

    Prefazione

    Introduzione

    Enrico Mattei nel pantheon nazionale di Giorgia Meloni

    Il Piano Mattei per l’Africa: perché Mattei?

    Cosa è il Piano Strategico Italia- Africa: Piano Mattei. Luci e ombre (???)

    L’esempio di un altro Piano per l’Africa che funziona, quello programmato dalla Fondazione E4Impact presieduta da Letizia Moratti

    La conferenza Italia-Africa del 28-29 gennaio 2024

    Gli investimenti europei: il Global Europe Gateway

    La prima riunione della cabina di regia e i progetti pilota

    La sfida: essere all’altezza dell’eredità di Mattei

    10 febbraio 1953: la nascita dell’ENI

    Il Codice di Camaldoli e l’intervento dello Stato in economia

    Lo staff del presidente: giovani intellettuali, militari, partigiani, professori universitari

    La formula Mattei 75/25

    La rivoluzione di Mattei

    Il multilateralismo e la politica neoatlantista

    Giorgio La Pira ed Enrico Mattei

    I Colloqui Mediterranei di Firenze I paesi non allineati e le posizioni anticoloniali di Mattei

    Mattei e il viaggio in Cina

    L’ingresso in Libia: una sconfitta

    Mattei e l’Algeria

    Un dio nero un diavolo bianco: la mancata realizzazione di un film sull’Algeria prodotto dall’ENI con la firma di Jean Paul Sartre

    Il contratto con l’Iraq, un accordo rivoluzionario

    Il progetto degli oleodotti europei

    La diplomazia del petrolio Film e foto realizzati nei paesi dove operava l’ENI: una documentazione di antropologia culturale

    La Scuola di studi superiori sugli idrocarburi aperta a giovani laureati dei paesi in via di sviluppo

    L’Autore

    Note

    Piccoli libri

    Gianfranco Noferi

    Enrico Mattei

    e il Piano Mattei per l’Africa

    Perché Giorgia Meloni ha intitolato a Mattei

    l’ambizioso progetto di sviluppo Italia-Africa?

    logo_heraion

    Copyright © 2024 H.C.S. Heraion Creative Space

    I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale e parziale, con qualsiasi mezzo sono riservati.

    H.C.S. Heraion Creative Space

    Via Monte Topino 303 – Nepi (Viterbo)

    Info@heraion.net

    www.heraion.net

    Proprietà letteraria riservata

    © 2024

    ISBN  979-12-81103-10-8

    Prima edizione: giugno 2024

    Prefazione

    Enrico Mattei moriva sessant’anni fa in un incidente aereo sul quale grava l’ombra di un criminale attentato. Mattei fu un protagonista della costruzione della Repubblica. Componente del Comando Generale del Corpo Volontari della Libertà sfilò a Milano con gli altri comandanti alla testa del corteo che celebrava, il 6 maggio 1945, la liberazione della città dalle forze nazifasciste. Fu uomo delle istituzioni, eletto Deputato al Parlamento dell’Italia democratica.

    Mattei mise a disposizione la sua esperienza di dirigente industriale dando impulso alla ricostruzione con una forza e una capacità di leadership che lo hanno reso una personalità simbolo della ripresa produttiva del Paese nel dopoguerra – sottolinea Mattarella -. La sua visione fece del gruppo, che gli era stato affidato per liquidarlo, uno strumento rilevante di progresso del Paese e di definizione di un nuovo assetto nei rapporti internazionali, superando ogni tentazione neo-coloniale e puntando alla pari dignità tra i diversi attori, promuovendo e sostenendo le istanze di liberazione dei popoli. L’Italia e l’Eni divennero così interpreti di un atteggiamento costruttivo di sostegno al processo di decolonizzazione in atto, come nel caso dell’Algeria, per accordi equi nell’interesse reciproco.

    Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

    in occasione del 60° anniversario della morte di Enrico Mattei il 27 ottobre 2022.

    «Il petrolio è una risorsa politica per eccellenza, fin dall’epoca in cui la sua importanza era più strategica che economica. Si tratta ora di utilizzarlo al servizio di una buona politica, senza ricordi imperialisti e colonialisti, che miri al mantenimento della pace e al benessere di coloro che, grazie alla natura, sono i proprietari di questa risorsa e di coloro che l’utilizzano per il loro sviluppo economico.»

    Enrico Mattei

    al Centro Studi di Politica estera di Parigi il 22 novembre 1957

    Amici partigiani, nella vigilia della cospirazione e nei mesi della dura lotta armata, noi auspicammo un mondo edificato sulla libertà e sulla giustizia; sul rispetto dei diritti e sulla soppressione dei privilegi. L’Italia in cui oggi viviamo è libera e operosa; questo è il frutto della fede e del lavoro del nostro popolo e soprattutto il compenso per il dolore sofferto e il sacrificio compiuto. Dobbiamo però vigilare perché le forze reazionarie non si rafforzino, non acquistino coraggio, non si coalizzino; dobbiamo vigilare anche perché non si innestino sulla malapianta del neofascismo nostrano organizzazioni oltranziste straniere che perseguono fini che sono in contrasto con gli ideali e con gli interessi del nostro Paese. È questa una seria realtà sulla quale noi dobbiamo riflettere e richiamare l’attenzione del governo e degli uomini responsabili.

    I combattenti della lotta di resistenza si sono battuti contro il fascismo e l’invasore nazista perché le cose cambiassero e cambiassero in meglio nel nostro Paese. Il mondo di domani non sarà quello della reazione e della conservazione dei privilegi sociali ed economici. È con questa fiducia che decine e decine di migliaia di partigiani di tutte le fedi politiche sono caduti in combattimento, ed è con questo impegno che oggi i volontari della libertà, i combattenti democratici della lotta antifascista, continuano a battersi nel nostro paese.

    L’Italia in ogni momento potrà contare su di noi per la difesa della libertà, della democrazia, della giustizia e del progresso, perché a questi ideali noi, combattenti della libertà, intendiamo rimanere fedeli.

    Nel centenario dell’unità nazionale, è questo il solenne impegno che noi rinnoviamo nel nome di quanti sono caduti per l’Italia".

    Enrico Mattei

    a Torino il 1° ottobre 1961 alla grande manifestazione nazionale

    di tutte le associazioni partigiane italiane

    in occasione delle celebrazioni del centenario dell’Unità d’Italia.

    A uomini come Enrico Mattei dobbiamo una rivoluzione nel trattare i problemi nati dal colonialismo e la pesante eredità che i Popoli devono gestire per lungo tempo. Sono uomini come Enrico Mattei che hanno impresso al movimento di emancipazione dei popoli una dinamica che può essere considerata come un vero cataclisma che spazzò via tutte le idee profondamente radicate che si chiamano «razzismo», «egocentrismo», in una parola «ideologia coloniale".

    Abdelmadjid Chikhi,

    Direttore Generale degli Archivi Nazionali Algerini

    Ho conosciuto il signor Mattei molto tempo fa, quando ero ministro per l’industria, nel 1956. Era un caro amico dello scomparso nostro Presidente … Mattei propose un’intesa che costituiva un nuovo passo nel campo degli accordi internazionali per la ricerca petrolifera nel mondo. In questa proposta si introduceva un concetto, quello del fifty-fifty. In una occasione, quando avevamo bisogno di aiuti a causa delle sanzioni economiche imposte all’Egitto dalle Nazioni Occidentali, il signor Mattei ci fornì il necessario fabbisogno di petrolio. Lo apprezzammo molto. Il nostro rapporto con Mattei continuò per molti anni. In effetti, prima della sua morte, meno di un mese prima, ho visitato l’Italia, ho volato con lui nel suo aereo privato. Mi disse – e questo forse nessuno lo sa – che pensava che c’era qualcuno che voleva ucciderlo. Scherzando aggiunse: forse mi faranno esplodere l’aeroplano! Dopo un mese ho saputo che il suo aereo era esploso e che lui era morto. Penso che Mattei fosse una delle personalità più grandi: aveva visioni ampie, aveva idee, aveva principi ed ha vissuto la sua vita nel segno della coerenza. Penso che servì l’Italia egregiamente come servì egregiamente gli amici dell’Italia. Era un nostro buon amico"

    Aziz Sidki,

    ex Primo ministro e Ministro dell’Industria della Repubblica Araba d’Egitto

    Una solida geopolitica del dialogo si può costruire e consolidare nell’area solo muovendo dalla consapevolezza delle nostre identità culturali e valoriali, dalla constatazione che la nostra prosperità non è possibile se non c’è anche quella dei nostri vicini. Come ho detto all’insediamento, l’Italia si fa promotrice di un piano Mattei per l’Africa, un modello virtuoso di collaborazione tra l’Unione europea e le nazioni africane, con un approccio che, prendendo esempio da un grande italiano come Enrico Mattei, non abbia una postura predatoria nei confronti delle altre nazioni, ma invece collaborativa e rispettosa dei reciproci interessi.

    La premier Giorgia Meloni

    alla 8ª edizione dei Med Dialogues a Roma il 3 dicembre 2023

    Introduzione

    Che cosa è il "Piano Mattei per l’Africa? Perché il governo Meloni si è ispirato alla figura del fondatore e presidente dell’Eni? Quale fu l’azione di Mattei con la cosiddetta Formula Mattei" basata sulla collaborazione con i paesi produttori di idrocarburi per tutelare gli interessi italiani in campo energetico e nel contempo favorire lo sviluppo nelle giovani nazioni emerse dal periodo coloniale?

    Mattei fu Comandante partigiano, rappresentante della Democrazia Cristiana nel Comando Generale Corpo Volontari della Libertà, fu arrestato il 26 ottobre 1944 dalla polizia fascista ed evase dal carcere di Como nel mese successivo; seppe incrementare il numero dei partigiani cattolici in Nord Italia da 2 mila nell’estate del 1944 a circa 65 mila al momento dell’insurrezione generale il 25 aprile del 1945. Fu intendente generale e tesoriere del Comando Generale, fu un grande organizzatore nel suddividere le risorse, le armi, i finanziamenti alle formazioni partigiane.

    Enrico Mattei combatté nella Resistenza utilizzando tre nomi di battaglia: Marconi nome adottato nelle Marche e usato poi nell’attività militare, Monti esponente dell’organizzazione politica, ma anche Este nei rapporti con gli altri democristiani.

    Per dirla con le parole di Luigi Longo, comandante delle formazioni garibaldine:

    Sa utilizzare benissimo le sue relazioni con industriali e preti (…) Era preciso, perfino pignolo. Aveva la mania di conservare tutte le ricevute del denaro che forniva alle formazioni operanti. Era il tesoriere del CVL, onesto, scrupoloso, imparziale. Nessuna impresa o iniziativa lo spaventava. ¹

    Mattei fu un grande organizzatore della lotta nella clandestinità: individuava i luoghi sicuri per gli incontri e le riunioni del Comando Generale; era collettore di fondi da industriali e finanzieri per sostenere i combattenti partigiani; sapeva coinvolgere il clero, i sacerdoti, le suore e i religiosi affinchè chiese, conventi, oratori diventassero luoghi sicuri per occultare armi, per essere rifugio per i ricercati e i partigiani, per ospitare le riunioni clandestine; fu capace di creare una efficace rete di intelligence che si avvaleva anche dell’opera silenziosa dei parroci e di tanti religiosi per acquisire informazioni sul nemico.

    Il 6 maggio a Milano, alla grande sfilata delle forze partigiane nella città liberata, era in prima fila con i comandanti del Comando Generale del Corpo Volontari della Libertà (C.V.L.), che costituiva il vertice dell’esercito partigiano del CLN Alta Italia. Insieme a lui, a rappresentare l’unità della Resistenza, il comandante, Gen. Raffaele Cadorna, il Gen. Dino Bortolo Zambon, comandante militare della piazza di Milano, e gli altri comandanti militari esponenti delle forze politiche che furono protagoniste della lotta di Liberazione: Mario Argenton, per i liberali e gli autonomi (militari); Giovan Battista Stucchi, socialisti; Ferruccio Parri, azionisti; Luigi Longo, comunisti.

    Il 3 ottobre 1945 Enrico Mattei ricevette a Milano la Bronze Star dal Gen. Mark Wayne Clark, comandante del 15th Army Groupe. La motivazione :

    Per azione eroica riguardante le operazioni militari contro il nemico dal 1° marzo al 2 maggio 1945 (…) Malgrado la scarsità di armi e di equipaggiamento, intralciò sempre il nemico con atti continui di sabotaggio e attacchi su convogli e truppe. Dimostrando sorprendente abilità e talento, unitamente ad una grande lealtà ed eroismo nell’effettuare il piano dei comandanti alleati, egli utilizzò i mezzi a sua disposizione a favore delle forze alleate.

    Nel 1945 fu cooptato nella Consulta Nazionale, fu successivamente eletto deputato nelle liste della Democrazia Cristiana dal 1948 al 1953; nel dopoguerra, negli anni infuocati e drammatici fu protagonista della lotta politica che contrapponeva Democrazia Cristiana e partiti centristi con il Fronte Popolare costituito da socialisti e comunisti, che Mattei giudicava come antagonisti delle libertà democratiche e asserviti al regime sovietico. Alcide De Gasperi, segretario della Democrazia Cristiana, volle che Mattei tenesse una delle quattro relazioni al primo congresso nazionale della DC a Roma ( 24-28 aprile 1946), relazione incentrata sul ruolo e sul contributo dei cattolici alla Resistenza, per contrastare quella che già allora era la vulgata che la lotta di Liberazione fosse stata combattuta soprattutto ( se non solo) dalle formazioni ispirate ai comunisti.

    Mattei si presentò al congresso come il comandante delle formazioni partigiane del partito e la sua relazione, che fu di grande lucidità, ricca di cifre e di considerazioni politiche, sarà documento importante per i tutti i successivi studi sui partigiani cattolici nella Resistenza.

    Ecco due stralci dalla relazione di Mattei:

    "Noi troppo poco parlammo, fino ad oggi, dei nostri partigiani e troppo poco ne scrivemmo, quasi fosse la materia a farci difetto. Orbene, pur concedendo che, per la complessità delle vicende del periodo clandestino, per il frequente costituirsi, disciogliersi e ricostituirsi delle unità partigiane, non è possibile dare le esatte proporzioni dei patrioti aderenti ad ogni singolo partito, ho ad ogni modo la ferma convinzione che la conoscenza dei dati a cui accennerò più avanti potrà servire a ristabilire più giuste proporzioni ed a rilevare quanto la Democrazia Cristiana ed i suoi combattenti hanno fatto perché l’Italia fosse

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