ACQUA inchiostro E DINAMITE
, tra la maestà dei monti e la solennità degli alberi” scriveva Giuseppe Dessì nei Diari, prima di vincere il Premio Bagutta nel 1962 (dieci anni più tardi portò a casa anche lo Strega con “Paese d’ombre”). “Vi è varietà, vita, espressione, in ogni forma colossale e in ogni filo d’erba, in ogni corolla appassita. Io amo questi luoghi”. Villacidro, San Gavino Monreale, Arbus, Guspini, Fluminimaggiore, Buggerru: una manciata di toponimi che in totale sfiorano i cinquantamila residenti. Presidiano una Sardegna antica, dall’anima di roccia, quasi immutabile. Eppure si trovano a soli quaranta chilometri dall’aeroporto di Cagliari al quale sbarcano sempre più passeggeri, anche fuori stagione. Un autunno che in Sardegna è ancora mezza estate. I continentali, come anche Dessì li chiamava, in un certo senso
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