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C’È VITA nell’Universo? SECONDA PUNTATA

Nel 2018, il rover Curiosity scoprì delle rocce dalla forma stravagante, sul Pianeta Rosso, apparentemente di origine biologica ma poi attribuite a un processo di erosione. L’arrivo di una tempesta di sabbia, che investì l’intero Pianeta, rallentò e complicò l’esplorazione del suolo.

L’astrobiologia si occupa di come e perché la vita sia comparsa nell’Universo, come essa si è evoluta e quale futuro la attende. Il punto di partenza è l’unico tipo di vita che conosciamo attualmente, cioè gli organismi che si trovano nel nostro Pianeta, ipotizzandone i processi chimici e biochimici, e le condizioni ambientali che hanno portato alla loro comparsa. Solo dopo aver appurato questo, lo step successivo sarà studiare se la stessa successione di eventi si possa essere ripetuta su altri Pianeti, e quali sono i segni distintivi della presenza della vita.

CHE COSA DEVE AVERE UN ORGANISMO VIVENTE?

L’obiettivo dell’astrobiologia è anche quello di suggerire una definizione di ciò che significa “vita”, indispensabile per realizzare gli strumenti adatti a cercarla. A tal proposito,

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