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Evoluzione della vita fino alla protostoria: attualità
Evoluzione della vita fino alla protostoria: attualità
Evoluzione della vita fino alla protostoria: attualità
E-book599 pagine9 ore

Evoluzione della vita fino alla protostoria: attualità

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Info su questo ebook

L’Autore  dopo aver ricevuto  sei lusinghieri riconoscimenti letterari per il  libro: “Evoluzione della conoscenza dell’Universo e della Terra con riferimenti all’attualità”, edito da Elison Publishing,  tra cui il primo premio assoluto per la saggistica e storia al XVIII  premio biennale letterario internazionale dei Monti Lepini e la menzione d’onore al XXXV premio Cesare Pavese, pubblica come seguito  questo secondo volume  che fa parte di una trilogia che si concluderà successivamente  con il terzo sull’evoluzione dell’uomo storico. Lo scopo finale, prevalentemente divulgativo, è quello di voler contribuire alla costruzione della Nazione Terra su principi etici che da utopia è diventata sempre di più una necessità vitale improcrastinabile per l’Uomo, non solo per la sua miglior vita attuale, ma anche e soprattutto per la sua futura prossima sopravvivenza. Una Nazione Terra che si basi su leggi universali per la soluzione dei principali problemi dell’Umanità tra cui per primo quello più pregnante, perché già in atto, dei guasti ambientali di origine antropica che dovrà fungere da apripista per la soluzione degli altri, tra cui il monitoraggio delle nascite, lo smantellamento degli arsenali nucleari con la fine delle guerre tra nazioni e l’annullamento della sete e della fame umane nel Mondo.  Per questo scopo l’Autore, condividendo l’aforisma di Cicerone: “Historia magistra vitae” si avvale, con stile scorrevole e comprensibile semantica  di una carrellata  storica attinta da dati certi ed aggiornati, non priva di osservazioni personali, anche originali inerenti l’attualità, per cui  la lettura del testo è sempre interessante, piacevole e consigliabile specie per i giovani. 
LinguaItaliano
Data di uscita12 mar 2019
ISBN9788869632013
Evoluzione della vita fino alla protostoria: attualità

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    Anteprima del libro

    Evoluzione della vita fino alla protostoria - Vincenzo Iannuzzi

    Vincenzo Iannuzzi

    EVOLUZIONE DELLA LA VITA FINO

    ALLA PROTOSTORIA: ATTUALITÀ

    Elison Publishing

    Proprietà letteraria riservata

    © 2019 Elison Publishing

    www. elisonpublishing. com

    elisonpublishing@hotmail. com

    Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche a uso interno o didattico.

    Le richieste per l’utilizzo della presente opera o di parte di essa in un contesto che non sia la lettura privata devono essere inviate a:

    Elison Publishing

    ISBN 9788869632013

    Capitolo I

    Tempo geologico della Terra e comparsa di LUCA (B1)

    L’intero tempo geologico della Terra, il supereone, è dedotto soprattutto in base alla struttura e natura delle rocce, dalla stratificazione dei sedimenti e dalla loro analisi radiometrica ed è valutato in 4560 milioni di anni circa, a partire da quando la Terra era solo un conglomerato derivato dalle polveri residuali della esplosione di una Supernova nella Via Lattea che si era addensato per la forza della gravità.

    Il supereone è diviso in due eoni (tempi geologici di miliardi di anni) che raggruppano varie ere (tempi geologici di centinaia di milioni di anni) che a loro volta si dividono in periodi (tempi geologici di decine di milioni di anni) che a loro volta sono costituiti da epoche (tempi geologici di milioni di anni) che a loro volta sono suddivisi in età (durate geologiche costituite da migliaia di anni) e che tra di loro pur avendo caratteristiche comuni hanno precise distinzioni.

    A) Il primo eone.

    È quello Precambriano o Archeozoico o della vita invisibile a occhio nudo che va da 4560 a 541 milioni di anni fa circa ed è diviso in 3 ere.

    1^ era Adeano, chiamata così perché in greco ade significa inferno, per la presenza di fuoco e caos, per il forte e diffuso vulcanismo e il continuo bombardamento della Terra da parte di meteoriti e comete e per la formazione della Luna dopo la collisione diretta della Terra con un pianetino 10 volte più piccolo chiamato Theia. Va da 4560 a 4000 milioni di anni fa circa. In questo periodo la vita non poteva esistere poiché la Terra aveva una temperatura incompatibile con la vita che richiede come primaria condizione l’acqua allo stato liquido ed al di sotto dei 100°C.

    2^ era Archeano, che in greco significa era antica, che va da 4000 a 2500 milioni di anni fa circa.

    Comparsa della vita sulla Terra.

    Figura 1. Bellezza, gioia, colore e armonia: un aspetto della vita.

    All’inizio dell’Archeano spuntò sulla Terra la vita venendosi a verificare, da parte di un’infima parte della materia cosmica visibile una deroga evolutiva in direzione opposta e contraria a quella dell’Universo nel suo assieme.

    Con lo spuntare della vita sulla Terra la materia visibile, per la scienza, si divise in due super domini: quello vivente o biotico od organico e quello non vivente o abiotico o inorganico.

    La classificazione dei viventi si basa sui criteri classici, insegnati nelle scuole tra i quali il più accreditato è quella di Cavalier Smith (2004-2010) che prevede sulla Terra due domini: quello Prokaryota con i due regni dei Bacteria e degli Archaea e quello Eukaryota con 5 regni: Animalia, Fungi, Plantae, Chromista e Protista.

    Oggi, specie da parte di autori americani si propende a fare una super classificazione cosmologica che estende la suddivisione della materia visibile terrestre nei due superdomini: quello biotico o della vita od organico e quello abiotico o della non vita od inorganico anche a tutto l’Universo oltre che per la Terra, ma poi procede nella divisione del mondo biotico con l’aggiunta di un altro tassello detto Arborea che comprende tutte le forme della vita terrestre o Terroa o Terrabiota o Geobiota separate da quelle extraterrestri o Eso-Terroa riferite al materiale organico scoperto in meteoriti (amminoacidi) ed a qualsiasi eventuale ipotetico vivente extraterrestre nell’Universo ancora da scoprire. Il tassello Arborea Terroa viene a sua volta diviso in due categorie di viventi dette clade: quella Ribosa e quella Aribosa a seconda se la loro informazione ereditaria dipende dall’RNA e/o dal DNA o da altre proteine o polimeri alternativi. La clade ribosa a sua volta viene divisa in due imperi: quello Cytota comprendente i dominii Procaryota ed Eukaryota costituiti da cellule e quello Acytota costituito da viventi non cellulari con il dominio dei virus. La clade aribosa comprende i prioni e tutte le categorie di sostanze complesse ad azione simile. Poi la suddivisione dei domini dell’imperio Cytota prosegue in regni come secondo Cavalier Smith.

    Ritengo che questa ulteriore suddivisione sia più ampia e completa, nell’ancora incompiuto puzzle della vita nell’Universo ma per quanto attiene il biotico extraterroa resta ancora da chiarire se gli amminoacidi riscontrati nei meteoriti caduti sulla Terra siano di provenienza biotica, cioè originati da altri esseri viventi o inorganica, cioè come una evoluzione dell’inorganico, poiché gli amminoacidi sappiamo per certo che sono di natura organica sulla Terra ma non quelli extraterrestri che potrebbero essere anche di origine inorganica come dovrebbe essere accaduto sulla Terra alla fine dell’Adeano prima della formazione delle proteine (teoria abiogentica della vita) e come è accaduto nell’esperimento di Oparin e degli altri successivi più sofisticati. Comunque essendo gli amminoacidi i mattoni della vita, divisori tra l’inorganico e l’organico, essi, vuoi di provenienza inorganica vuoi di origine organica sono da considerare appartenenti al super dominio organico.

    Deroga evolutiva di una minima parte della materia visibile dell’Universo contraria e contrapposta all’evoluzione dell’Universo nella sua globalità: nascita della vita.

    Rapporto tra la complessità atomica-molecolare della materia visibile ed il tempo nell’evoluzione dell’Universo (figura 2).

    Figura 2 Sulle ordinate c’è la complessità atomica-molecolare della materia visibile e sulle ascisse il tempo trascorso in miliardi di anni dal tempo 0 del Big Bang. Come si evince nella figura circa 10 miliardi dopo l’inizio dell’espansione esplosiva del Big Bang, si ebbe la più grande deroga di una parte minima della materia visibile rispetto al trend universale che si diresse nettamente in senso opposto all’entropia verso la quale va attualmente l’intero Universo.

    Leggenda: atm = atomi; m. a = milioni di atomi.

    0................................. >14 = miliardi di anni.

    La direzione evolutiva della vita, per quello che si sa fino ad ora, sorta solo con certezza sulla Terra circa 4 miliardi di anni fa, va in direzione diametralmente opposta e contraria rispetto a quella restante dell’Universo verso le cui regole costituisce una deroga assoluta per due ordini di motivi.

    1° - Mentre tutta la materia visibile dell’Universo, costituita per il 97,9 % di elementi: idrogeno (73,9%), elio (24%) e dal restante 2,1% circa da tutti gli altri elementi presenti nell’Universo tra cui: 0 = ossigeno (0,104%), C = carbonio (0,096%), Neon (0,013 %), Fe = ferro(0,011%), N = azoto (0,009 %), Si = silicio (0,007%), Mg=magnesio (0,006%), Z = zolfo (0.004 %) e da scarsissime molecole inorganiche composte da pochissimi atomi, va verso la semplificazione leptonica e fotonica del Big Rip (1) con la scomparsa della materia e dell’energia disponibile sotto forma libera, quindi verso la morte fredda, la vita che pure è fatta di materia visibile (venendo però a costituire un’infima percentuale della massa totale della materia visibile = massa organica ed inorganica) assemblando materia ed accumulando energia, parte con un padre-madre già costituito da migliaia di molecole, LUCA = Last Universal Common Antecessor = Ultimo Antenato Comune Universale, per gemmare nel tempo in trilioni e triliardi di suoi figli, con una ramificazione di miliardi di specie diverse, sempre più complesse matericamente, costituite a loro volta anche da individui composti da miliardi cellule, a loro volta fatte da milioni di macromolecole con alcune di migliaia di atomi. Cioè mentre il superdominio inorganico va a stragrande maggioranza verso la morte fredda costituita non più da elementi, ma da leptoni e fotoni, la vita, al contrario partendo dall’inorganico protende in direzione opposta e contraria sia come composizione ed aggregazione complessive di elementi che come massa totale in maniera esponenziale sulla Terra.

    2° - Mentre l’intero Universo si espande e conseguentemente si dirada raffreddandosi sempre di più con un’inarrestabile decadimento energetico per entropia, la vita propende sempre di più verso una maggiore concentrazione energetica ed assemblaggio materico e contemporaneamente alla maggiore ricerca di sue nicchie, gusci protettivi per mantenere costanti i parametri fisico-chimici di cui necessita per estrinsecarsi, con speciale riguardo alla temperatura, cioè tende a mantenere lo status fisico che vuol dire assicurarsi una sempre maggiore massa di materia e conseguentemente energia a disposizione e con l’Uomo al suo apice a tentare di conquistare uno status sempre più sicuro per una migliore vita individuale ed una maggiore capacità di sopravvivenza di specie.

    In conclusione l’Universo e la vita, sebbene fatte della stessa essenza e soggiacenti alle stesse 4 leggi fisiche fondamentali, vanno in direzione contraria e contrapposta.

    --------------------------------------------------------->

    <---------------------------------------------------------------

    Sopra: direzioni contrarie ma non contrapposte.

    Sotto: direzioni contrarie e contrapposte.

    -------------------------><--------------------

    Già solo da questa constatazione appare chiaro quale sia il fine principale per cui dovremmo adoprarci noi uomini: verso una sempre maggiore conquista e uso pro domo nostra delle leggi deterministiche e non contro noi stessi e la Natura (vedi guerre ed inquinamento ambientale) senza criterio seguendo maldestramente ed alla carlona il carpe diem come stiamo facendo attualmente. Questa considerazione ci dovrebbe spingere a trovare un comportamento sempre più sinergico universale e non solo di gruppi spesso contrapposti (vedi nazione contro nazione e religione contro religione) come stiamo pervicacemente facendo, che comporterebbe una conquista spazio-temporale straordinaria da parte dell’Umanità.

    Per l’apparentemente irrisolvibile prevalere di questa contrapposizione interumana per la lotta per la sopravvivenza, che per la nostra specie, rispetto a tutti gli altri viventi, è perversa, poiché contrariamente a loro, abbiamo la intelligenza per superarla, a voler considerare le ipotesi dei cosmologi, la scomparsa dell’Uomo come specie sulla Terra avverrà assai prima della scomparsa della vita e molto probabilmente per colpa sua e la vita ivi compresa quella che ci fosse eventualmente nell’intero Universo sparirebbe assai prima del disfacimento della materia.

    Il Sottoscritto invece si ostina a ritenere e non solo a sperare e sognare, che l’Uomo abbia non solo la possibilità, adoperando bene la sua intelligenza, di superare le leggi cosmiche ma anche quella di imparare a conoscersi ed a superare se stesso, sublimando ed indirizzando in sinergia la forza dei suoi istinti vitali verso una sua sempre migliore vita ed una sempre maggiore capacità di sopravvivenza della sua specie, sebbene, per ottemperare a questo, dovrà ancora andare a sbattere duramente contro la realtà per chi sa quanto tempo ancora (vedi la latitanza mondiale de facto, oltreché sul mancato monitoraggio delle nascite e sul persistere della minaccia apocalittica degli arsenali nucleari e della loro proliferazione, su quello più grave ed impellente di tutti, l’inquinamento ambientale).

    T. a. b

    Se la conquista dello spazio-tempo è anche una conquista autonoma della vita oltre i limiti a cui è costretta dalla forze fisiche fondamentali, che per gli animali inferiori è assolutamente incosciente, per gli animali superiori assai poco relativamente cosciente, per gli uomini non solo è sempre più cosciente ma addirittura è una sempre maggiore conquista volontaria della loro esperienza più elevata e nobile, quella scientifica, che se soltanto riusciranno a conciliare con un vivere etico potrebbe non avere limiti. Teoricamente potrebbe assicurarci, alla lunga, come estremo risultato, quello che il fideismo trascendentalista ci fa balenare come massima aspirazione nell’aldilà edenico eterno.

    Come si può esprimere quantitativamente l’evoluzione spazio-temporale di tutti gli esseri viventi, partendo da LUCA, con esclusione dell’Uomo?

    Risposta.

    Dalla loro moltiplicazione numerica, intesa come proliferazione cellulare sia per i procarioti che per i viventi pluricellulari, dalla loro conquista spaziale, dalla durata temporale degli individui, dal numero delle specie che esprimono assai bene le dimensioni della loro varietà, la evoluzione della vita nel suo insieme e la loro capacità di sopravvivere nel tempo sotto qualsiasi forma.

    In che maniera si può esprimere quantitativamente l’evoluzione temporo-spaziale dell’Uomo?

    Risposta.

    In 3 modi diversi e complementari.

    1° - modo: quello più evidente: potenza fisica.

    Capacità di spostarsi e/o di spostare oggetti e materiali sempre più pesanti e voluminosi in maniera sempre più veloce e sempre più lontano da una parte all’altra della Terra sia sul suolo terrestre che sulle acque, che nell’atmosfera e nello spazio cosmico, sia individualmente che in gruppo. Capacità di raggiungere direttamente o indirettamente distanze sempre più grandi e nel minor tempo possibile sulla Terra e nel Cosmo. Capacità di penetrare direttamente e indirettamente sempre di più nella crosta terrestre, nella materia e nello spazio sia terrestre che cosmico per interagire con la realtà circostante. Capacità di fabbricare cose nel miglior modo possibile in sempre più esemplari nel minor lasso di tempo con il minor costo di risorse (automatismo inconscio ed automazione elettro-meccanica). Secondariamente nella capacità di trasformare la materia e di ricavare da essa l’energia fino ad arrivare a quanto previsto dalla formula di Einstein della Relatività Ristretta, attraverso la conquista dell’energia da fusione, che ci servirà per estrinsecarci nella maniera più ecologica possibile indefinitamente e senza la quale sarà impossibile trasmigrare in altri pianeti oltre il sistema solare.

    2° - modo: quello meno evidente ma non meno importante.

    Capacità di comunicare tra i propri simili e di intendersi per far gruppo, cioè essere capaci di agire sia sinergicamente che in sintonia (per uno stesso fine).

    Capacità sempre maggiore di comunicare direttamente tramite un linguaggio comune il più semplice, diffuso possibile ed efficace o indirettamente tramite strumenti od altri opportuni escamotages con i nostri simili e di rapportarci anche con i luoghi più lontani della Terra e del Cosmo onde sincronizzare le forze e sintonizzare le finalità umane con la massima efficacia possibile all’insegna della massima comunanza culturale.

    3° - modo: potenza intellettuale della Cultura.

    Nel complesso il più importante di tutti, poiché mentre il primo modo è la facoltà di rendere la realtà attraverso gli oggetti tangibile, constatabile come per San Tommaso o di vederla de visu , per verificarla direttamente attraverso i nostri sensi e la seconda quella di renderla conoscibile indirettamente idealizzandola, come sostitutiva, alter ego, riflesso della realtà stessa, la cultura è il deposito, il magazzino, la custodia dell’esperienza e della conoscenza umane di entrambi i modi precedenti, sempre utilizzabili, riesaminabili sempre meglio e conseguentemente per poterne trarre sempre ulteriore conoscenza. È il modo per accumulare ed aumentare in maniera esponenziale la capacità di conoscenza dell’Uomo senza che debba sperimentarla di nuovo e soprattutto senza ripetere gli errori e quindi il potere di interagire con la realtà.

    Queste modalità acquistano sempre maggiore valenza per il benessere ed il progresso umano in maniera direttamente proporzionale alla possibilità che sempre più uomini possano avvalersene con cognizione di causa, essendo la vera forza dell’Uomo direttamente proporzionale alla sua capacità di fare sempre più gruppo universale come Umanità. Il nostro cervello è l’organo elaborativo ed esecutivo più evoluto e potente di tutti gli esseri viventi appunto perché i suoi 85 miliardi di neuroni, nei soggetti sani, riescono ad agire in sincronia.

    Per questo motivo il conseguimento di una Umanità stabilizzata nel senso di essere sempre più compatta e sinergica di rendere al meglio sintonizzata alla conquista delle leggi fisiche universali ed al loro positivo utilizzo, deve farci puntare al più equo e completo monitoraggio delle nascite umane affinché tutti i nuovi nati di qualsiasi parte del Mondo possano essere in grado di estrinsecarsi nel migliore dei modi (essendo l’essere umano affamato e ignorante negativo per sé stesso e per la comunità) assieme alla più equa distribuzione delle risorse alimentari mondiali ed al più equo monitoraggio dell’istruzione al Mondo, possibile da raggiungere umanamente, pur essendo consci che al presente tutto ciò è utopico. Ma utopico non equivale sempre a impossibile. Quello che oggi è utopico domani può diventare possibile come utopico ed impossibile era considerato andare sulla Luna prima del 1969.

    Conquista spazio-temporale della vita da LUCA fino all’Uomo.

    Confrontando la grandezza della Terra con l’immenso Cosmo conosciuto ed in attesa che si comprovi o meno sine dubium la nascita esclusiva della vita sulla Terra, la certa conquista della sola intera biosfera terrestre da parte degli esseri viventi non solo ci potrebbe apparire poca cosa ma addirittura come un qualcosa il cui paragone con l’Universo non vale nemmeno la pena di fare. Eppure non è così sotto l’aspetto spazio-tempo.

    Vediamo perché.

    1° - LUCA da microbo primordiale poteva credibilmente essere lungo circa 1-2 micron La misura ha solo fini indicativi non essendo nota la grandezza di LUCA, non cambiando di significato l’esemplificazione se LUCA abbia avuto dimensioni diverse, non potendo comunque essere quantitativamente lontane da queste. Essendo il micron la millesima parte di un millimetro, la milionesima parte di un metro e la miliardesima parte di un km volendo solo considerare il perimetro terrestre, in circa 4 miliardi di anni, LUCA, ha conquistato con i suoi figli uno spazio circa 40.000 miliardi di volte più esteso di sé stesso.

    La vita terrestre non è uscita mai dalla Terra perché non ha mai avuto alcuna possibilità di farlo (altra constatazione contro la teoria della panspermia cosmica della diffusione della vita) ma se il nostro Globo fosse stato grande quanto lo è l’attuale Universo (che ovviamente è fisicamente impossibile) oggi la vita avrebbe sicuramente occupato la intera Via Lattea. In pratica i viventi se disponessero di illimitate condizioni di vivibilità ed espansione (il che vorrebbe dire poter disporre di materia ed energia captabile in maniera ottimale in uno spazio-tempo illimitato e in un ambiente chimico-fisico favorevole senza contendenti, che ovviamente è fisicamente e biologicamente impossibile) potrebbero moltiplicarsi all’infinito. In questo senso, teoricamente, mentre l’Universo ineluttabilmente può solo finire nella morte fredda, la vita finché riuscisse a rifornirsi di materia-energia e ad usufruire di ben specifiche nicchie protettive non avrebbe limiti temporali alla sua estrinsecazione.

    A questo punto viene legittima la domanda: esaurendosi la materia e l’energia libera allorché l’Universo sarà permeato da soli leptoni e fotoni, la vita, quant’anche fosse riuscita a sopravvivere in speciali nicchie come farebbe ad andare oltre, da dove attingerebbe la materia-energia di cui avrebbe bisogno?

    Risposta

    Prima che si arrivi a questo stadio e nella ipotesi sbalorditiva che l’Uomo riesca a sopravvivere fino ad allora, potrebbe escogitare la tecnologia per andare oltre come ha sempre fatto per sopravvivere negli ambienti più ostili.

    2° - Volendo attribuire a LUCA circa un’ora di vita ed altrettanto ai suoi figli sotto forma di procarioti (anche qui il valore temporale è solo indicativo e probabile) fino ad ora la vita sarebbe durata 24X365X3.800.000.000 cioè circa 330 mila miliardi di volte il tempo del primo vivente. Le specie viventi comparse sulla Terra in 4 miliardi di anni sono state come minimo 2 miliardi (dalle deduzioni dei biologi le cui valutazioni oscillano da un minimo di 2 miliardi di specie ad un massimo di 100). Se poi volessimo azzardare un po’ di conti non dico di quanti viventi sono comparsi sulla Terra (conta impossibile) fino ad ora ma di quanti ce ne sono ora resteremmo esterrefatti sulla potenzialità della vita. Ancora di più lo saremmo se considerassimo la massa di tutti i viventi invisibili attuali sulla Terra, che si calcola sia quantitativamente almeno 10 volte quella dei viventi visibili e immensamente di più numericamente.

    In conclusione l’Universo ha circa 13,8 miliardi di anni e la vita sulla Terra solo 4 circa. Sappiamo che l’Universo prima che giunga allo 0 assoluto e quindi alla fine della corsa teoricamente possibile della vita, cioè alla morte fredda durerà 22 miliardi di anni circa ancora. Così come sappiamo che la durata di vivibilità attuale del Sole per noi sarà di almeno un miliardo di anni ancora e per la vita sulla Terra e nella Via Lattea nel loro complesso ancora circa 3 miliardi di anni. Sappiamo altresì che solo noi uomini abbiamo la possibilità teorica di trasmigrare oltre il sistema solare e la Via Lattea per installarci in altro pianeta vivibile e di continuare la nostra corsa verso l’esistenza, con la nostra intelligenza, sempre che non ci autodistruggiamo molto prima poiché ne siamo capaci e siamo già su questa china.

    Qui sta il vero dilemma: riusciremo a trovare una coesistenza capace di farci sopravvivere sulla Terra per almeno un altro miliardo di anni e nel frattempo a conquistare una tecnologia, per ora inimmaginabile, capace di farci trasmigrare in altro pianeta vivibile e duraturo oltre la Via Lattea?

    Con tutti i problemi mondiali annosi che abbiamo da risolvere perché perdere tempo e risorse, con l’astronautica (vedi programma per portare l’Uomo a vivere su Marte), per la soluzione di un problema così lontano nel tempo come quello della nostra trasmigrazione oltre il sistema solare se non addirittura oltre la Via Lattea?

    Non è così, perché a parte il fatto che le spese per l’astronautica hanno aperto tante porte sulla nostra Terra risultando alla fine utili e remunerative quando non addirittura indispensabili, se abbiamo una meta ben precisa, universale, come quella di dover emigrare dalla Terra, anche nell’immanente oltreché nell’aldilà trascendentale, come una stella polare, a farci da guida, i problemi mondiali attuali si risolverebbero prima e meglio. E comunque il tempo vivibile per noi sulla Terra è già trascorso per i quattro quinti! Il nostro guaio è che invece non abbiamo una meta universale tangibile, sia perché siamo stati educati a credere solo in una realtà eterna metafisica post vitam sia perché l’Umanità non ha ancora la piena consapevolezza di sé stessa. Per dirla con Seneca: La vita senza una meta è vagabondaggio. E oggi l’Umanità che cos’altro è se non una vagabonda senza meta ancora alla ricerca della sua identità sin dal tempo in cui Diogene cercava l’Uomo con la lanterna inutilmente?

    Non abbiamo la certezza di farcela. Ma nemmeno di non farcela per cui abbiamo il dovere di perseguire come prima battuta almeno l’unico sistema che può, per ora e per anche un lungo periodo ancora a metterci in grado di vincere: il comportamento etico universale che è assolutamente necessario per poter sopravvivere al meglio e per evitare sofferenze peggiori di quelle che stiamo già vivendo per il nostro egoismo, la nostra miopia, intemperanza, stoltezza e pessima organizzazione universale.

    Nascita ed evoluzione della vita sulla Terra nell’Archeano: la filogenesi.

    Cercare di conoscere l’origine della vita e lo svolgimento della filogenesi sulla Terra vuol dire cercare di rispondere alla seconda domanda esistenziale fondamentale: "Da dove veniamo e chi siamo?"

    Già all’inizio di questa era la superficie della Terra si era raffreddata sufficientemente da avere l’acqua del mare sotto i 100° C. tale cioè da poter contenere la vita. Fuori dal mare la vita non era possibile ancora vuoi perché l’atmosfera era costituita per lo più da CO2, vuoi per gli effetti letali sui viventi da parte dei raggi ultravioletti solari e negativi degli altri raggi e particelle cosmiche.

    All’incirca al principio dell’Archeano spuntò negli oceani LUCA = Last Universal Common Ancestor = Ultimo Progenitore Universale Comune, il microbo primordiale madre e padre di tutti gli esseri viventi. Scrivo spuntò poiché lo spuntare di qualcosa come il fiore dal bocciolo, il bambino dal corpo materno, il pulcino dall’uovo e la farfalla dalla crisalide, prevedono sempre prima una metamorfosi e un’incubazione spesso tutt’altro che brevi.

    Non sappiamo quanto fosse grande LUCA. Si presume che avesse all’incirca la grandezza di un piccolo microbo attuale. Il Sottoscritto, considerando che nella vita tutto evolve per lo più dal piccolo al grande e dal semplice al complesso, ipotizza, non senza convinzione, che al principio il primo precursore di LUCA fosse un semi-vivente, cioè una specie di virus o un essere simile con una composizione essenziale genica, che poi è evoluto, che nasceva e poi moriva e poi rinasceva ancora e moriva senza riprodursi, che a un certo punto, eccezionalmente e unico dopo innumerevoli tentativi, iniziò a riprodursi, trasmettendo questa capacità ai suoi figli. La vita è stata sicuramente un passaggio graduale e lungo dall’organico più semplice fino a quello più complesso. Comunque è certo che c’è stato un unico LUCA come primo vivente assoluto da cui sono derivati, nel tempo, tutti gli altri, poiché il DNA che caratterizza tutti gli esseri viventi, pur essendo diverso nei particolari, è condiviso da tutti indistintamente.

    LUCA, si replicò nei suoi figli simili altrettanto capaci di riprodursi a loro volta che si moltiplicarono nel mare primordiale prima e sulla crosta terrestre dopo miliardi di anni e che nel tempo, tramite le mutazioni genetiche e la selezione naturale, diedero origine all’evoluzione dei viventi in una miriade di forme fino all’Uomo. Questa straordinaria ramificazione evolutiva partente dal tronco unico LUCA e giunta fino a noi chiamasi filogenesi.

    Teorie più accreditate sull’origine e la nascita della vita.

    La vita terrestre si sa con certezza che si è sviluppata primariamente nel mare primordiale a iniziare circa 4 miliardi di anni fa e che è partita da LUCA, ma non si ha ancora l’assoluta certezza che questi sia nato sulla Terra.

    Con la nascita della vita, sul come si sia formato il primo essere vivente, siamo davanti al secondo mistero, sebbene assai più abbordabile del primo che riguarda l’origine dell’Universo. Infatti, tuttora non esiste una teoria scientifica, pienamente comprovata, sull’origine della vita. Su di essa, alla guisa di quanto accade per l’origine del Mondo, ancora si dibattono, sebbene con valenza assai difforme, tre teorie: quella della non nascita, nel senso di una esistenza cosmica da sempre della vita, quella creazionistica e quella casualistica.

    Quella della non nascita, cioè dell’esistenza cosmica generalmente diffusa della vita è stata sostenuta con veemenza da parte di Fred Hoyle lo stesso astrofisico britannico sostenitore dello stato stazionario dell’Universo ed ironico coniatore del termine Big Bang, che affermava essere l’Universo pieno di vita che se ne va in giro. Ma oggi questa teoria è condivisa solo da una sua allieva ed è ormai obsoleta come la sua idea dell’Universo stazionario. Hoyle è il classico esempio di come anche e soprattutto nella scienza arroccarsi su teorie non dimostrate possa costituire oscurantismo. Fermi soleva dire che se la vita è diffusa nell’Universo, dove sono tutti gli altri viventi?

    La teoria creazionistica che è alla base di tutte le principali religioni del Mondo, crede che la vita, così come l’Universo, sia stata creata ex-nihilo da Dio. Più che una teoria è una credenza ma la si cita come tale perché in alcuni momenti negli USA è riuscita persino ad accendere corsi di insegnamenti universitari. A riguardo persino alcuni teologi razionalisti hanno cercato di trovare un compromesso logico tra quanto afferma la Bibbia nella genesi e quanto risulta alla scienza tra l’altro proponendo il Disegno Intelligente per un fine cosmologico antropico che non nega la realtà dell’evoluzione darwiniana, ma che spiega l’assoluta complessità degli esseri viventi sotto l’intervento di una Intelligenza Superiore Regolatrice. Ma da parte della stragrande maggioranza degli scienziati questo escamotage creazionistico è stato completamente confutato e respinto.

    La teoria casualistica ritiene che la vita sia sorta casualmente dalla materia e si divide fondamentalmente in due sottoteorie: a) quella della panspermia dell’Universo (derivazione e diffusione della vita da altri pianeti del Cosmo) e b) quella geocentrica abiogenetica (nascita una tantum della vita sulla Terra a partire dalla materia inorganica poi ramificatasi fino ad oggi in maniera esponenziale).

    La panspermia teorizza che LUCA possa essere giunto sulla Terra tramite un meteorite o una cometa sotto forma di batterio o di spora batterica, che poi sulla Terra si sarebbero riprodotti, alla guisa di un seme che trovi il terreno e le condizioni fisico-chimiche adatte. A suo carico adduce il ritrovamento di amminoacidi organici (lisina) in meteoriti caduti sulla Terra.

    Questa teoria ha trovato favorevoli anche alcuni illustri scienziati tra cui Arrhenius, il già citato Boyle e persino Francis Crick lo scopritore della doppia elica del DNA che si è fatto propositore di una teoria cosiddetta della panspermia guidata, cioè dell’esistenza di esseri viventi superiori in qualche parte dell’Universo che hanno provveduto a spargere germi nel Cosmo, teoria che ricorda tanto i fantomatici ed immaginari untori dei Promessi Sposi. Crick è un esempio di quanto si serva la grande scienza della fantasia o ciò che è la stessa cosa: che la fantasia umana è alla base della scienza.

    In verità l’indizio della presenza di amminoacidi in meteoriti giunti sulla Terra prova solo l’esistenza della formazione di sostanze organiche in corpi celesti fuori dalla Terra ma non quella della vita sotto forma di batterio o spora batterica, che non sono stati mai comprovati in corpi extraterrestri caduti sulla Terra.

    L’esperimento di Miller che riprodusse amminoacidi in una ampolla di laboratorio con dell’acqua e vapore acqueo con sciolte sostante semplici come H2, NH3 e CH4 a varie temperature ed a seguito di una serie di scariche elettriche a 60.000 volt, similmente a quanto si supponeva fosse l’ambiente nell’Archeano, ha provato soltanto che è possibile la formazione di amminoacidi fisico-chimicamente senza che derivino necessariamente da esseri viventi. Quindi la presenza di amminoacidi nei meteoriti non è affatto una prova della presenza della vita in altri mondi, semmai l’esperimento di Miller avvalora la seconda sottoteoria casualistica, quella terrestre abiogenetica perché è molto più improbabile e problematico l’arrivo della vita sulla Terra dal Cosmo rispetto alla nascita diretta in essa, sia perché avrebbe dovuto superare lo spazio cosmico con la sua temperatura estremamente bassa, sia perché avrebbe dovuto superare l’altissima temperatura generata dall’impatto sia sull’atmosfera che sulla superficie terrestre e soprattutto perché elude il problema senza risolverlo, poiché, sia che LUCA sia nato sulla Terra che sia giunto dal Cosmo resta da risolvere il vero problema-enigma di come si sia formata ab initium la catena biochimica che ha condotto alla vita. Peraltro l’esistenza di amminoacidi in meteoriti deve far pensare alla loro importanza allorché nell’Archeano, di meteoriti, ne cadevano in abbondanza e che quanto meno possano aver contribuito a formare le proteine una volta giunti sulla Terra, che sono la base della vita. Comunque anche se avessimo l’assoluta prova della nascita della vita sulla Terra senza alcuna interferenza cosmica esterna, ciò non escluderebbe la probabilità che possa essersi sviluppata o che si possa sviluppare anche in altri siti del Cosmo in maniera abiogenetica e che nel Cosmo possano esserci esseri intelligenti come noi o più di noi anche con diversa composizione materica ed estrinsecazione energetica.

    Per quel che ci riguarda è stata fondamentale la successiva evoluzione comprovata di LUCA fino agli eucarioti e soprattutto agli esseri pluricellulari e poi agli esseri intelligenti, sulla Terra, che ha richiesto circa 3 miliardi di anni, a fare la differenza rispetto alla presenza di LUCA in un qualsiasi altro pianeta. Cioè anche ammesso che LUCA fosse stato di origine extraterrestre non è detto che possa essersi evoluto e sviluppato laddove è nato e laddove possa essersi diffuso ulteriormente nel Cosmo, come è riuscito a farlo sulla Terra.

    Il sottoscritto ritiene che la teoria della panspermia sia il solito tentativo di menar il can per l’aia come il ricorrere al Deus ex machina, ogni qualvolta non siamo in grado di rispondere ad una precisa domanda, di svelare un mistero, l’escamotage per scantonare le difficoltà, per giustificare la nostra incapacità a risolvere un problema, il desiderio di allontanare l’amaro calice del dilemma irrisolto, il transfert della nostra ignoranza per esorcizzare la nostra inanità e il nostro insopportabile horror vacui reale davanti al nostro innato ed invincibile delirio di onnipotenza inconscio.

    Tutti gli esperimenti per riprodurre la vita in laboratorio, da quello di Miller a quello di Oparin e di tutti gli altri scienziati, ancora più completi e sofisticati che anche di recente ci sono stati, pur avendo raggiunto risultati anche superiori rispetto a quello di Miller nel senso di essere riusciti persino a far sintetizzare sostanze organiche molto più complesse degli amminoacidi, come peptidi, polipeptidi, proteinoidi, coacervati e persino dei nucleotidi, sono falliti per la riproduzione della vita, perché fino ad ora sono stati più che tentativi, meri scimmiottamenti, veri e propri giochi da bambini eseguiti in breve tempo e sicuramente in maniera sommaria quando non maldestra, per quanto accorta, nei ridotti spazi di un laboratorio, rispetto a quello che ha potuto fare la Natura in un mare terrestre primordiale immenso in centinaia di milioni di anni, dopo una miriade di tentativi, prima di riuscire a innescare la vita.

    Non sappiamo ancora, nel recondito, come sia nata la vita ed in quale ambiente specifico (che certamente non era come quello della Terra attuale prova lo è che la vita oggi sulla Terra in alcuna maniera è in grado di svilupparsi naturalmente se non da altro vivente) e sotto quali e quante forze fisico-chimiche si sia potuta concretizzare (tra le quali certamente le alte temperature a genesi vulcanica devono aver avuto la loro parte fondamentale), ma siamo certi della linea che giocoforza deve aver seguito a partenza dall’inorganico poiché la composizione della materia e le leggi fondamentali della fisica e della chimica sono rimaste immutate fino ad ora dall’era della formazione della materia per l’intero Universo, molto prima che spuntasse la vita sulla Terra.

    La Natura per giungere a costituire i mattoni della vita, gli amminoacidi, ha avuto bisogno dei due requisiti fondamentali seguenti.

    1 - La presenza in ambiente idrico di molecole inorganiche contenenti nel loro assieme gli atomi essenziali per la costituzione delle sostanze organiche quaternarie (proteine): C = carbonio, N = azoto, O = ossigeno, H = idrogeno con l’aggiunta del P = fosforo per la costituzione del DNA e degli acidi fosforici energetici.

    Questo significa che la vita (come tutta la realtà del resto) affonda le sue radici non solo fino alla nascita della Terra e del sistema solare ma fino al principio del Big Bang, passando per l’era della materia con la formazione dell’idrogeno e la fusione di questo elemento all’interno delle stelle a seconda la temperatura con la nascita degli altri elementi a peso atomico più alto.

    Le sostanze semplici inorganiche alla base della vita, sulla Terra, contenenti i sopraddetti atomi fondamentali, nell’archeano non potevano che essere: H20 = acqua, 02 = ossigeno, CO2 = biossido di carbonio, detto comunemente anidride carbonica, NH3 = ammoniaca, CH4 = metano e PH4 = radicale fosfato, tutte molecole semplici costituite da 3, massimo 5 atomi. Tutte sostanze che anche oggi sono il punto di partenza per l’assemblaggio enzimatico delle sostanze organiche e degli esseri viventi, con la differenza che oggi sappiamo che la vita può nascere solo da se stessa, cioè può essere solo biogenetica, mentre l’innesco iniziale primordiale per LUCA è giocoforza avvenuto per via abiogenetica ovunque esso si fosse originato. Ora perdurando abbondanti in Natura le sopraddette sostanze e non riproducendosi la vita se non dai viventi stessi, comprova che 4 miliardi di anni fa circa ci siano state particolari combinazioni energetiche favorite da particolari forze fisiche che abbiano scatenato o comunque favorito le reazioni chimiche per la nascita della vita abiogenetica oggi assolutamente inesistenti sotto quella forma ma che comunque le reazioni biochimiche attuali per la vita biogenetica, sebbene provocate dagli enzimi, siano le stesse, essendo cambiate solo le forme energetiche di innesco e mantenimento. Sono queste energie primordiali e le loro modalità nella loro intera catena di azione che non riusciamo a riprodurre per far nascere la vita.

    2 - L’energia necessaria per le reazioni chimiche per la composizione delle molecole organiche complesse, poiché ogni qualvolta si formano dei composti partendo da sostanze semplici, come nel caso della formazione dell’elio dall’idrogeno, della fotosintesi clorofilliana, della sintesi proteica da parte degli enzimi sintetasi e polimerasi e degli acidi trifosforici energetici da quelli mono e bifosforici, all’interno delle cellule, occorre energia, così come ogni volta che queste sostanze composte si ossidano, cedono energia, come nella combustione del legno, del carbone, del metano, del petrolio e le ossidoriduzioni negli organismi viventi tramite il passaggio dagli acidi trifosforici a quelli difosforici e monofosforici.

    L’energia poteva provenire direttamente dalle viscere della Terra stessa sia tramite le eruzioni vulcaniche che dalla energia nucleare delle sue sostanze radioattive, dai lampi meteorici, dall’ossidazione chimica di molecole inorganiche come il metano e l’ammoniaca e per ultimo ma certamente il più importante, dal Sole direttamente. La vita si è avvalsa, nel tempo, di tutte queste energie con assoluta prevalenza di quella solare sulle altre, ma certamente quella primitiva che diede origine alla vita non fu dovuta all’energia solare, come dimostrano gli ultimi studi sui procarioti più primitivi che diedero origine agli archei ed agli eubatteri che si è accertato si siano riprodotti al buio nelle profondità marine utilizzando molto probabilmente solo l’alta energia fisica vulcanica e quella chimica del metano. Gli enzimi sintetasi e polimerasi e gli acidi forforici alla base dell’assemblaggio della vita biogenetica secondo me riprodurrebbero nella nicchia cellulare le forze fisiche necessarie per l’estrinsecazione vitale che 4 miliardi di anni fa avrebbero dato origine alla sintesi della vita partendo dalle stesse molecole elementari. La vita abiogenetica e quella biogenetica avrebbero la stessa trama sebbene intessuta con modalità diverse. Ci stiamo avvicinando sempre di più alla conoscenza intima delle modalità che conducono alla costruzione della trama della vita. Credo che non sia troppo lontana la soluzione per costruire noi, sempre partendo dal basso della piramide chimica, la vita. Secondo me il percorso per far nascere la vita sarà prima manipolando il DNA e poi dopo molto tempo a partenza da sostanze organiche complesse per formare forme di vita elementari per arrivare infine a poter partire persino dall’inorganico, costituito dalle sostanze elementari sopra accennate per poter arrivare a forme di vita gradualmente sempre più complesse ed evolute.

    T. a. b

    Ai primordi i contatti e le reazioni tra queste molecole elementari sotto gli effetti fisici furono casuali ma non i loro legami chimici che si poterono realizzare solo nel rispetto della legge delle Proporzioni Definite di Proust e delle relative valenze degli elementi, sia per produrre amminoacidi che i composti successivi più complessi. Infatti le reazioni chimiche rispondono sempre a ben precise proporzioni dei reagenti in ben definite condizioni fisiche (Lavoisier) senza che alla fine nulla si crei e nulla si distrugga di essenziale (costanza della somma totale dell’energia e della materia nelle reazioni chimiche).

    Gli amminoacidi, che nei viventi, qualitativamente, sono 20 (a cui di recente se ne sono aggiunti altri 3) e che sono costituiti in media da 10 a 20 atomi delle sostanze semplici soprammenzionate, costituiscono i mattoni delle proteine, formate all’incirca ciascuna da 100 amminoacidi in media. Le proteine che sono le molecole organiche più complesse finora conosciute nel Cosmo, sono i costituenti delle cellule viventi che a loro volta costituiscono le unità fondamentali della vita. In conclusione le proteine dei viventi sono dei polimeri di amminoacidi, così come i polisaccaridi (l’amido, la cellulosa e il glicogeno) sono dei polimeri di zuccheri e il DNA e l’RNA (B2) polimeri di nucleotidi. Le proteine oltre a costituire la struttura cellulare (ogni cellula animale contiene una media di 20.000 proteine) costituiscono quel gruppo particolare detto enzimi che sono i catalizzatori di tutte le reazioni organiche e che anche nella costruzione del DNA costituiscono gli assemblatori, come lo sono i carpentieri per una casa che riprodurrebbero secondo me, sebbene in maniera e forse anche in tempi diversi le stesse condizioni fisiche dei primordi che hanno innescato la vita. Il DNA peraltro oltre che sé stesso ha la capacità di far costruire anche i suoi assemblatori: i vari RNA e gli enzimi sintetasi e polimerasi carpentieri.

    La vita è tutto un movimento di materia-energia ruotante in un cerchio o rappresentabile in un mandala che si spegne e si accende continuamente: dall’inorganico all’organico e viceversa, dall’organico alla vita e questa disgregandosi ritorna all’inorganico, al punto del cerchio di partenza o del cuore del mandala. Il movimento circolare, quello oscillante e quello globulare esplosivo-implosivo = inizio-fine-inizio-fine e così di seguito sono le uniche maniere perché un processo finito possa ripetersi all’infinito e sono la prova più inequivocabile della persistenza del finito nell’Infinito che io definisco infinitibile = qualcosa che continua a girare o ad oscillare ed a ripetersi all’infinito con potenzialità infinite senza poter essere mai infinita poiché l’infinito appunto perché tale non è raggiungibile nè misurabile né tanto meno tangibile.

    DNA-RNA. Trasmissione dei caratteri ereditari nei viventi.

    Il DNA (B8) che costituisce il progetto o codice genetico delle cellule che per esemplificare possiamo assimilare alla mente e l’RNA che possiamo assimilare al braccio che costruisce le proteine in base al progetto ricevuto dal DNA e che, assieme, sono il nocciolo della vita, ciononostante non costituiscono la sua unità fondamentale, perché come i virus, da soli, non possono in alcun modo costituire un essere vivente, sia pure il più semplice. Infatti perché il DNA e l’RNA, così come i virus, possano riprodursi occorre che siano ben indovati in una cellula vivente a loro adatta, come e più della chiocciola nella sua conchiglia o la tartaruga nel suo carapace o i crostacei ed i coleotteri nei loro esoscheletri ove trovano gli enzimi sintetasi e polimerasi necessari per la loro estrinsecazione. Perché se è vero che è il DNA che fornisce tutte le informazioni necessarie agli RNA messaggeri e questi agli rRNA = RNA ribosomiali per la sintesi di tutte le proteine necessarie sia per la duplicazione e riparazione di sé stesso che per la duplicazione di tutte le altre proteine del corpo dell’individuo di appartenenza, è altrettanto vero che senza il corredo di enzimi carpentieri summenzionati non possono riprodursi. In sintesi il DNA e l’RNA perché siano validi hanno assoluto bisogno del loro intero corredo enzimatico cellulare, così e più ancora di come un chirurgo che si rispetti ha bisogno della sala operatoria attrezzata e con i vari collaboratori per operare bene o un direttore di orchestra dei musicisti esecutori muniti dei loro strumenti e nel caso del DNA i musicisti devono essere impeccabili professionisti.

    Figura 3. Struttura ad elica del DNA.

    Nell'uomo il codice genetico è formato dal DNA indovato in ciascuna di tutte le sue cellule del suo corpo ed è costituito da circa tre miliardi di nucleotidi. Poiché la distanza media tra due nucleotidi successivi in un filamento è dell'ordine di circa 0.3 nanometri (1 m = 1 miliardo di nm), il DNA contenuto in ogni cellula ha una lunghezza di circa 1 m ed è spesso solo 2 mm circa. Se potessimo unire tutti i filamenti di DNA cromosomico di tutte e cellule di un corpo umano normale medio avremmo un filo lungo 20 miliardi di km tale da potersi prolungare oltre il sistema solare.

    All’origine della vita si è formato prima il DNA oppure l’RNA e gli enzimi capaci di sintetizzarli?

    Ecco siamo al solito indovinello come il vecchio tormentone: È nato prima l’uovo o la gallina?

    Un biologo non porrebbe mai la domanda ben sapendo che la gallina, come fenotipo rispetto all’uovo da cui è derivata, che è il genotipo, è solo un fenomeno epigenetico dell’uovo che delle galline, se fecondato, costituisce la cellula zigote e pertanto viene a fortiore per primo, poiché per essere esauriente quanto consideriamo un essere vivente superiore, occorre sempre tener conto in maniera dinamica e non statica solo per se stesso anche sia la sua evoluzione ontogenetica che quella filogenetica, così come sa bene che si devono essere formati prima gli enzimi sintetasi e polimerasi degli RNA e poi quelli del DNA nucleare, durante il cosiddetto tempo primordiale degli RNA, che chi sa quanto tempo ci hanno impiegato dopo una infinità di tentativi falliti, prima di far nascere LUCA capace di innescare l’evoluzione dei viventi senza più fermarsi. In Natura perché ci sia continuità non ci possono essere salti: ci deve essere stato certamente un periodo primordiale sulla Terra prebiotico cioè l’esistenza di un fac simile di brodo primordiale, un pabulum nelle acque marine o nelle sorgenti termali terrestri con condizioni fisico-chimiche favorevoli all’innesco della vita. Così possiamo ipotizzare che anche dopo centinaia di milioni di anni con miliardi di tentativi falliti gli RNA e tutto il loro apparato enzimatico assemblatore per una deroga casualistica certamente straordinaria se non proprio unica nella evoluzione cosmica, hanno costruito e lanciato il primo DNA boomerang che ha innescato un processo tipo domino che dura da circa 4 miliardi di anni senza interruzione soppiantando il primitivo sistema di nascita e morte senza replica che vigeva prima. Oggi ovviamente sulla Terra non ci sono le condizioni fisiche pur con un pabulum organico di gran lunga più ricco rispetto all’Archeano da cui possa nascere sua sponte la vita senza provenire da altro vivente. Sono state proprio queste specifiche condizioni chimico-fisiche arcaiche che ignoriamo, nel recondito, che hanno fatto spuntare la vita ai primordi.

    Oggi più che mai si discute sulle probabilità dell’esistenza della vita nel Cosmo sia nel sistema solare che soprattutto in quello extra e sulla probabilità dell’esistenza di esseri viventi intelligenti nell’extra sole, come noi se non di più considerando che nell’Universo si da per certa l’esistenza di almeno 10 soli elevati alla 22° potenza, con relativa esistenza di un numero relativamente grande di pianeti simili alla Terra in cui possa esserci vita.

    Ma il fatto che sulla Terra la vita abbia attualmente tutte le migliori condizioni per svilupparsi e diffondersi senza che in alcun modo possa sorgere sua sponte ma solo tassativamente da altra vita ridimensiona assai le probabilità dell’esistenza della vita nell’extra Sole in pianeti simili al nostro ed in maniera incommensurabile che questa sia del nostro livello intellettuale o addirittura superiore, poiché la vita per raggiungere il nostro livello ha richiesto miliardi di anni sulla Terra e una serie notevole di favorevoli condizioni. In parole povere non basta riscontrare in un pianeta un clima simile a quello terrestre e la presenza dell’acqua per presupporre la vita.

    Il mondo a RNA.

    Nel 1989 i chimici Cech e Altman riceverono il premio Nobel per la chimica per aver scoperto e dimostrato le capacità catalitiche dell’RNA, cioè le capacità di accelerare le reazioni biochimiche che è tipica degli enzimi di cui gli RNA si ritenevano avulsi. Questi RNA catalitici siffatti sono denominati ribozimi.

    Questa scoperta buttava luce sulla domanda fatta sopra: Sono sorti prima le proteine sintetasi di cui i DNA hanno bisogno per formarsi o i DNA codificanti le proteine? Cioè sono nati prima i DNA o gli RNA? Con questa scoperta non era più necessario ritenere che fossero sorti contemporaneamente, sia le proteine che gli acidi nucleici che le codificano come si era ritenuto fino ad allora. Poteva esserci stato un periodo con un "Mondo a RNA", secondo l’aforisma del Nobel per la chimica Gilbert, dove gli RNA erano stati capaci di fare da soli tutto ciò che ora fanno assieme al DNA, cioè sia il lavoro genetico che enzimatico alla base della vita.

    La rarità e complessità del procedimento necessario per l’accensione della nascita di LUCA nel brodo primordiale del mare dell’Archeano o altrove è paragonabile alla possibilità di estrarre i dadi

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