Sui passi di Celestino negli eremi della Majella
Gli eremi legati a Pietro da Morrone, all’interno del Parco Nazionale della Majella, rappresentano dei luoghi straordinari da visitare, carichi di spiritualità e immersi in una natura incontaminata.
Uno dei complessi, dove il futuro Celestino V arrivò intorno al 1246. Il nucleo originario dell’eremo risale all’anno 1000 e circa 200 anni prima di Pietro Angelerio vi passò un altro eremita, il monaco Desiderio, anche lui destinato a essere eletto papa, col nome di Vittore III. Due casi singolari nella storia della Chiesa, entrambi legati a questo luogo sperduto tra le montagne dell’Abruzzo. Il complesso attuale è stato ampliato nel corso del tempo, ma il suo fascino è rimasto intatto: la struttura è interamente addossata alla parete della montagna ed è articolata su più livelli. Nella parte più bassa si trova un ossario, con i resti di alcuni monaci, e una piccola cella, buia e umida: qui Pietro da Morrone ha vissuto per circa 50 anni, dormendo rannicchiato su un piccolo giaciglio di pietra. Perfettamente mimetizzato tra le rocce è anche l’ (), raggiungibile con due ore di cammino da Decontra, frazione del comune di Caramanico. Qui Pietro trascorse almeno due anni, subito dopo il viaggio a Lione, in cui ottenne da papa Gregorio X il riconoscimento della sua congregazione. L’eremo è costituito da una cappella e da due vani scavati nella roccia destinati ai monaci, accessibili mediante una scalinata ricavata dalla montagna.
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