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1001 monasteri e santuari in Italia da visitare almeno una volta nella vita
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1001 monasteri e santuari in Italia da visitare almeno una volta nella vita
E-book1.218 pagine12 ore

1001 monasteri e santuari in Italia da visitare almeno una volta nella vita

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Info su questo ebook

Eremi arroccati su rupi scoscese, abbazie immerse nel verde, monasteri che proteggono tesori, certose solitarie e cattedrali imponenti: in Italia, come in nessun altro Paese al mondo, la spiritualità riesce a fondersi con l’arte, la storia, la natura e la tradizione. Questa guida propone un affascinante itinerario, alla scoperta di luoghi di culto più e meno noti, nei quali poter ritrovare se stessi e insieme soddisfare curiosità e desiderio di conoscenza. Scoprirete, ad esempio, che la Sacra di San Michele, in Piemonte, si erge al centro di una via di pellegrinaggio lunga oltre duemila chilometri, che unisce quasi tutta l’Europa occidentale da Mont Saint-Michel a Monte Sant’Angelo. O che i Certosini di Firenze producono liquori di altissima qualità, utilizzando antichi metodi di distillazione. O, ancora, che il Santuario della Nostra Signora del Deserto, nei pressi di Savona, è attento ai suoi ospiti tanto da proporre persino ostie senza glutine. Un viaggio che vi condurrà alla scoperta di simboli religiosi, ricche biblioteche che custodiscono antichi segreti, prodotti tipici e raffinati, manifestazioni ambientate nella suggestiva atmosfera di un luogo di culto. Un’esplorazione ricca, dettagliata ed emozionante nell’universo del sacro in Italia.


Chiara Giacobelli
è nata ad Ancona nel 1983. Laureata in Scienze della Comunicazione e specializzata in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo, è scrittrice e giornalista. Con la Newton Compton ha già pubblicato 101 cose da fare nelle Marche almeno una volta nella vita e 1001 monasteri e santuari in Italia da visitare almeno una volta nella vita. Di recente ha firmato il saggio Furio Scarpelli. Il cinema viene dopo, insieme a Alessio Accardo e Federico Govoni, con la prefazione di Ettore Scola. Come giornalista si occupa invece di cultura e turismo. Attraverso la sua attività professionale collabora con la Lega del Filo d’Oro. Il suo sito web è www.chiaragiacobelli.com
LinguaItaliano
Data di uscita16 dic 2013
ISBN9788854152274
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    1001 monasteri e santuari in Italia da visitare almeno una volta nella vita - Chiara Giacobelli

    VALLE D’AOSTA

    1. Convento di Santa Caterina, Aosta

    Oltre a essere un importante centro spirituale, il convento è anche una sede archeologica tra le più notevoli d’Italia: esso è stato infatti costruito proprio sopra i resti di un antico anfiteatro romano. Nonostante non si sappia per certo a quando esso risalga, è presumibile che non seguì di molto la fondazione della città, avvenuta nel 25 d.C. Si tratterebbe quindi di uno degli anfiteatri romani più antichi del mondo.

    Oggi gli scavi sono facilmente ammirabili visitando il convento: tra gli spazi occupati dalle religiose e il frutteto, vi capiterà di scorgere un capitello o una semi-colonna, ciò che resta di quello che all’epoca doveva essere un importante luogo di aggregazione per la popolazione locale (basti pensare che la cittadina contava 10.000 abitanti, ma l’anfiteatro poteva ospitarne fino a 15.000, pronto ad accogliere anche i forestieri e il vicinato). Quanto al convento, esso fece la sua comparsa nel 1247 per volere del visconte di Aosta Godefroy de Challant; ancora oggi è attivo e abitato.

    Telefono: 0165-262149

    2. Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Giovanni Battista, Aosta

    La cattedrale di Santa Maria Assunta e San Giovanni Battista di Aosta è un mondo ricco di mille meraviglie. Quello che c’è da scoprire su di essa è talmente tanto, da far sì che il consiglio spassionato non può essere altri se non quello di ritagliarsi una bella parentesi di tempo prima di accingersi a visitarla. Per prima cosa c’è da dire che, insieme alla collegiata di Sant’Orso, rappresenta la principale testimonianza dell’arte sacra in Valle d’Aosta, con una storia ultramillenaria alle spalle, infiniti eventi, svariati linguaggi architettonici e stilistici, decine di testimonianze artistiche. La chiesa non esaurisce da sola la bellezza del complesso, pur avvalendosi di un westwerk (massiccio occidentale) che costituisce una seconda abside, di pregiatissimi mosaici nel coro e nei pavimenti, di un grande crocifisso in legno dipinto e di parecchie tele e affreschi, alcuni cinquecenteschi. Di grande suggestione è in particolare la cripta, che costituisce la parte più antica di tutta la cattedrale, nonché una testimonianza preziosa della basilica anselmiana quasi integralmente conservata. Ci sono poi da vedere il chiostro, i due campanili e il museo del Tesoro della cattedrale, ricco di opere notevoli.

    Telefono: 0165-40251; 0165-340413

    3. Santuario della Madonna delle Nevi: Machaby, Arnad (AOSTA)

    Immerso in fitti castagneti, custodisce tra le sue mura quella che lo studioso Bruno Orlandoni ha definito come «uno dei maggiori capolavori della scultura barocca in Valle d’Aosta». Di cosa stiamo parlando? Di una statua, per la precisione della scultura lignea di una Madonna risalente al XVII secolo.

    La leggenda racconta che l’opera fu rinvenuta all’interno di un cespuglio da alcuni pastori; da allora, ogni 5 di agosto se ne festeggia il ritrovamento.

    La cornice in cui l’effigie è conservata è quella da favola del vallone di Machaby. Per raggiungere il santuario, occorre partire dal paesino di Arnad e percorrere una strada sterrata: prima di arrivare al villaggio di Machaby ci si imbatterà nella Madonna delle Nevi, detta anche Notre-Dame-des-Neiges. La struttura è trecentesca, anche se nel 1687 fu praticamente ricostruita in quasi tutte le sue parti. A 696 metri di altezza, offre meravigliosi panorami sulle folte foreste di castagni che ricoprono le valli dell’intera zona.

    Da tener presente che il santuario è visitabile solo il 5 agosto o, in rari casi, su prenotazione contattando il parroco.

    Telefono: 0125-807681

    4. Santuario di Notre-Dame de la Guérison: Courmayeur (AOSTA)

    È uno dei santuari più celebri e frequentati della Valle d’Aosta, posto in una cornice naturale di rara bellezza, proprio ai piedi del ghiacciaio della Brenva. Per raggiungerlo basta percorrere la strada che porta verso la val Veny e puntare dritto verso la frazione di Berrier (il cui nome significa, guarda caso, roccia, pietra). Attenzione però, perché il santuario è aperto e visitabile solo durante i mesi estivi, da giugno a settembre.

    Una volta dentro, noterete subito come le pareti della chiesa siano completamente tappezzate di ex voto, tanto fervida è ormai da secoli la fede nella statua della Madonna qui venerata; l’effigie riuscì sempre a salvarsi, nonostante i continui spostamenti e le incredibili peripezie a cui andò incontro, tra le quali persino il rischio di finire stritolata dalla lenta e inesorabile avanzata del ghiacciaio.

    Per gli stessi motivi, la struttura attuale è abbastanza recente: risale al 1867. All’interno sono conservate importanti opere di Giuseppe Stornone.

    Telefono: 0165-869085

    5. Santuario Madonna della Guardia: Perloz (AOSTA)

    È considerato il santuario più elegante della Valle d’Aosta, grazie alla sua raffinata architettura interna ed esterna. Già la facciata si presenta di per sé squisita, con un bel portico sostenuto da quattro colonne; davanti a essa si allarga una piazzetta su cui danza una fontana di pietra colonnata, mentre sul retro della chiesa si apre un secondo porticato che dà sulle valli, regalando una prodigiosa vista ai piedi del campanile.

    Varcando la soglia d’ingresso, ci si ritroverà ad ammirare gli affreschi ottocenteschi dei fratelli Avondo, sviluppati su una serie di volte a vela. Tutto attorno al santuario si estende invece il paesino di Perloz, la cui comunità è dotata di una curiosa caratteristica: l’indice di vecchiaia è superiore rispetto alla media italiana. Come a dire che qui si vive bene e a lungo! Nei dintorni sono molte le escursioni turistiche da poter fare: oltre alle passeggiate naturalistiche, vale la pena di visitare i più bei castelli della Valle d’Aosta che si arroccano proprio su queste colline, da Vallaise a Charles, fino alla Tour d’Héréraz.

    Il santuario è aperto da Pasqua sino alla fine di ottobre.

    Telefono: 0125-804177

    6. Rio di Notre Dame de tout pouvoir: Plout (AOSTA)

    Aperto solo nei mesi di luglio e agosto, sorge sui resti di una leggendaria caverna. All’interno di questa grotta naturale fu collocata per secoli una statuetta della Vergine, che si dice fu all’origine di alcuni miracoli, tra cui la guarigione di un muratore.

    Oggi al posto della grotta si innalza una chiesa, la cui parte più interessante è probabilmente la cupola centrale, che sovrasta una struttura a croce. Queste terre così sacre e care alla popolazione sono oggetto di venerazione dal lontano Trecento, quando file di pellegrini transitavano su per le montagne scoscese e attraverso i valloni verdi della Valle d’Aosta, dirette in Svizzera oppure verso i colli del Gran San Bernardo e di Saint-Théodule. A distanza di tanti anni, raggiungere il santuario è diventato molto più semplice: lo si può fare senza scendere dall’auto, imboccando da Aosta la strada che corre verso Druges. Da visitare, poco lontano, il piccolo borgo di Saint-Marcel, con le celebri miniere del Vallone (giacimenti di magnesio e ferro situati a 1900 metri di altitudine).

    Telefono: 0165 768896

    7. Monastero Mater Misericordiae: Quart (AOSTA)

    È ormai considerato da tutti il monastero di papa Giovanni Paolo II. Fu lui infatti, nel 1989, a benedirlo in occasione dell’inaugurazione, così come fu sempre lui, dieci anni dopo, a tornare tra le sue mura per benedirlo di nuovo, mentre condivideva con le monache l’Angelus domenicale. Ovviamente il fatto che Giovanni Paolo II – forse il papa più amato in tutta la storia dei pontefici – lo avesse scelto come suo monastero del cuore, luogo di pace e tranquillità in cui spendere i giorni della maturità, lo ha ormai reso un centro sacro celebre in tutto il mondo. Sue sono ad esempio le parole: «Il Mater Misericordiae, dove sto trascorrendo un periodo di riposo, costituisce in un certo senso il centro contemplativo della Chiesa valdostana».

    In effetti qualcosa di magico c’è davvero, a partire dallo scenario, tra le alte cime delle Alpi. Il monastero – tutto al femminile – fu costruito su un progetto degli architetti torinesi d’Isola e Gabetti. Tra gli elementi artistici di interesse, un magnifico altorilievo raffigurante la Crocefissione, scolpito direttamente sul tronco di un tiglio. A firmarlo fu l’artista valdostano Vierin. Un’ultima curiosità: tra queste mura vengono realizzati graziosi presepi in terracotta e in tele di iuta.

    Telefono: 0165-765848

    Sito web: www.ilcarmelo.it

    8. Monastero Regina Pacis: Saint-Oyen (AOSTA)

    Tra prati verdi, foreste, torrenti e fontane di pietra, è certamente uno dei monasteri più suggestivi e particolari del Paese. Queste terre – che un tempo prendevano il nome di Château Verdun – furono anticamente gestite dai Savoia, i quali si preoccuparono anche di regolamentare la protezione del bosco. L’area naturale è infatti tra le più belle d’Italia e da sempre gli abitanti non vedono di buon occhio chi si azzardi a tagliare alberi o quant’altro senza permesso. Così, a fronte di ripetuti interventi volontari delle guardie forestali, nel 1381 Amedeo di Savoia si decise a tutelare la foresta anche da un punto di vista formale.

    Nonostante il comune di Saint-Oyen sia di fatto molto piccolo, esso si estende in maniera orizzontale e verticale, così da presentare una grande varietà di contesti naturali, dovuta principalmente alle differenti quote. La zona è comunque quella che attraversa la valle dell’Artanavaz dal colle di Barasson fino al vallone di Flassin, a due passi dalla Svizzera. Il nuovo monastero è stato inaugurato nel 2002 e ospita alcune monache provenienti dall’Isola di San Giulio.

    Riferimenti utili: tel: 0165-789633

    PIEMONTE

    9. Santuario Nostra Signora del Carmine, Alessandria

    È considerata la chiesa più bella dell’alessandrino, quindi da vedere almeno una volta nella vita per chiunque si trovi a transitare su queste terre. Lo stesso Napoleone, nel XIX secolo, la volle per farne la sede della propria guardia nazionale.

    La struttura fu tirata su dai padri carmelitani a metà del Trecento, seguendo i canoni di uno stile gotico tipicamente lombardo; ma dopo essere stata adibita a ospedale militare durante la guerra di Successione austriaca e poi utilizzata da Napoleone per i propri scopi, fu subito chiaro a tutti che l’edificio necessitava di una bella ripulita. I lavori di restauro e ristrutturazione terminarono a metà del Novecento e oggi la Nostra Signora del Carmine è di nuovo un gioiello artistico e architettonico tra i più belli d’Italia, con le sue volte a crociera costolonate, la Madonna del Rosario, il polittico con crocifisso e Santa Lucia tra le sante Barbara e Agata risalente al XVII secolo, il trittico di santa Teresa e infine un crocifisso del Quattrocento.

    Telefono: 0131-253652

    10. Cattedrale dei Santi Pietro e Marco, Alessandria

    Quella che svetta in cielo è una cupola innalzata tra il 1875 e il 1879, in occasione del VII centenario della vittoria che la Lega lombarda riportò sul terribile Barbarossa, durante la celebre battaglia di Legnano. Un episodio, questo, a cui la città di Alessandria è tuttora molto legata, come testimoniano anche le ventiquattro nicchie nella base interna della cupola, le quali contengono altrettante statue dei santi protettori. Ma protettori di cosa?, verrebbe da chiedersi. Non soltanto di Alessandria, bensì delle ventiquattro città che all’epoca costituivano la Lega lombarda.

    Se la cupola è dunque così recente, lo stesso non si può dire del resto dell’edificio, le cui notizie più antiche risalgono alla seconda metà del XII secolo. In quel tempo la chiesa che sorgeva su queste terre era dedicata a san Pietro apostolo, ma scomparve dopo che Napoleone ne decise la distruzione per necessità militari. La facciata – più moderna come la cupola – si presenta in stile neoclassico ed è ornata da tre affreschi ottocenteschi raffiguranti la vita dell’apostolo Pietro. È però lo slanciato campanile il vero simbolo del duomo e della città tutta, anch’esso edificato nel XIX secolo con la ripresa dei lavori sulla cattedrale. Particolarmente pregiato, infine, l’organo a canne realizzato nel 1929.

    Telefono: 0131-512211

    11. Basilica dell’Addolorata: Acqui Terme (ALESSANDRIA)

    È il più antico monumento della cittadina di Acqui Terme, tanto che nel suo passato si rincorrono ombre e vuoti di memoria fino alle epoche più remote; nulla si sa infatti con certezza delle sue origini, ma la tradizione vuole che la chiesa fu fondata nel lontano VII secolo dal re longobardo Ariberto. Anche il resto della storia è però annebbiato dai fumi della leggenda: sembra infatti che la basilica dovette sopportare non poche angherie, tra cui persino l’essere adibita, a un certo punto della sua vita, ad abitazione privata. Tutto ciò ha fatto sì che oggi di originale sia rimasto ben poco; pare comunque che la navata principale, il campanile romanico a pianta ottagonale e le absidi siano più o meno quelle di un tempo.

    Da un punto di vista architettonico, la particolarità della struttura consiste nel fatto che essa si sviluppa su diversi livelli. A ben vedere, infatti, la chiesa vera e propria è più bassa di circa duecento metri rispetto alla piazza esterna, mentre la sagrestia è a sua volta incavata rispetto al pavimento. All’interno è conservata la statua lignea della Madonna dell’Addolorata, l’effigie più venerata dalla popolazione di Acqui, risalente al 1720.

    Telefono: 0144-322078 (Curia vescovile)

    12. Abbazia della Benedicta: Bosio (ALESSANDRIA)

    Si incontra l’abbazia della Benedicta dirigendosi verso Bosio, nei pressi di Capanne di Marcarolo e alle falde del monte Tobbio, tra le valli Polcevera e Stura. Luogo di profonda spiritualità, è anche un sito carico di storia: qui e in tutta la zona circostante, infatti, dopo l’armistizio italiano dell’8 settembre 1943 trovarono rifugio tanti renitenti alla leva e antifascisti. Tuttavia, il posto è ricordato anche per un tragico evento: il drammatico rastrellamento delle forze antifasciste che durò dal 7 all’11 aprile 1944, trasformando di fatto la Benedicta e le vicinanze in un teatro di morte in cui persero la vita 147 partigiani.

    Dopo la strage, durante il periodo di pacificazione e nel dopoguerra questi luoghi vennero abbandonati, cosicché l’ex convento benedettino divenne un ammasso di ruderi: non per questo sono mancate in anni recenti le opere di restauro e recupero, che hanno portato alla nascita del cosiddetto Sacrario dei Martiri della Benedicta. È a questi uomini che va ogni anno il ricordo di tutta Italia, in particolare grazie a una manifestazione che vede la presenza di importanti esponenti della politica italiana (in passato vi presero parte Saragat, Pertini e Ciampi).

    Se in origine, attorno all’XI secolo, l’abbazia era un fondamentale snodo di pellegrinaggio tra Roma, Santiago di Compostela, Genova e la Terra Santa, oggi i ruderi sorgono all’interno di un parco e sono estremamente suggestivi da vedere.

    Telefono: 0131 253033

    13. Santuario Madonna della Creta e delle Grazie: Castellazzo Bormida (ALESSANDRIA)

    Eccoci arrivati alla meta prediletta dai motociclisti di tutto il mondo! La Beata Vergine della Creta e delle Grazie – meglio conosciuta come la Madonnina – è infatti la protettrice dei centauri. Non per modo di dire, ma in maniera seria e ufficiale. Ci tramanda infatti la storia che tale Marco Re, farmacista di Castellazzo Bormida, si prodigò così tanto per ottenere un riconoscimento vero e proprio da indurre alla fine papa Pio XII a firmare una solenne bolla con la quale si dichiarava la Madonnina «celeste patrona dei centauri». Era il 1947 e da allora fiumi di motociclisti si sono fermati, nelle loro peregrinazioni in giro per il mondo, a renderle omaggio, recitando un paio di preghiere ormai entrate nella leggenda.

    Il giorno per eccellenza in cui recarsi in gita a Castellazzo è la seconda domenica di luglio, quando ha luogo il Raduno internazionale dedicato alla Vergine della Creta. Da tener presente, per l’accoglienza e tutte le altre informazioni utili, il moto club Madonnina dei Centauri, sempre disponibile per chi bussa alla porta sulle due ruote.

    Telefono: 0131-275272; 0131-40664 (Moto club)

    Sito web: www.mcmadonnina.it/italia/stomad.htm (Moto club)

    14. Santuario di Nostra Signora delle Rocche: Molare (ALESSANDRIA)

    La Valle orba è una striscia d’Italia incantevole, dove oltre a visitare il santuario di Nostra Signora delle Rocche potrete perdere la testa tra i tanti laghetti, torrenti e angoli naturali che vi si apriranno da ogni lato. Il santuario risale al XVII secolo e presenta la particolarità di conservare opere realizzate da un artista incredibile. Il suo nome è Pietro Ivaldio, ma è meglio conosciuto come il Muto, in quanto mancava dell’uso della parola e dell’udito. Eppure, seppe dipingere degli autentici capolavori.

    Risalendo il letto dell’Orba, poco lontano dal luogo in cui sorge la chiesa non dimenticate di prestare particolare attenzione al Canyon di Molare, suggestiva forra ricca di rocce metamorfiche in cui gli abitanti del posto sono soliti fare il bagno. Altrettanto bella è poi l’Isola Lunga con le sue Spiaggette e infine le zone di Marciazza e Marciazzetta, dove la natura dà il meglio di sé attraverso piane, meandri sinuosi e sponde verdeggianti.

    Il santuario dà ospitalità ai piccoli gruppi e alle famiglie.

    Telefono: 0143-888146

    15. Santuario Madonna di Crea: Serralunga di Crea (ALESSANDRIA)

    È indiscutibilmente uno dei luoghi sacri più belli, importanti e suggestivi d’Italia. Per svariate ragioni. Innanzitutto, è uno dei conventi più antichi che il nostro Paese possa vantare, risalente forse al 350 d.C. Certo all’epoca non appariva nelle forme attuali, ma con tutta probabilità sant’Eusebio aveva già edificato qui un oratorio in onore della Madonna; in ogni caso, è ormai documentato che in tempo di Crociate la chiesa esisteva ed era anche abbastanza conosciuta. In secondo luogo, la Madonna di Crea è celebre per il bellissimo contesto in cui è immersa, ovvero un parco naturale – con tanto di area attrezzata – che si sviluppa per circa 47 ettari di terreno, prevalentemente boschivo. Un ulteriore punto di eccellenza è poi costituito dal patrimonio artistico, con particolare riguardo al ciclo di pitture nella cappella di Santa Margherita, collocabile nel Quattrocento piemontese.

    Infine, assai note sono la statua della Madonna in legno rivestita di un manto prezioso – vero e proprio cuore del santuario – e le cappelle della Salita al calvario, della Crocifissione e dell’Incoronazione. Quest’ultima, con i suoi 175 angeli sospesi sul soffitto, domina la vetta del Monte Sacro e offre al visitatore panorami incredibili.

    Telefono: 0142-940109

    Sito web: www.santuari.it/crea/creasomm.htm

    16. Abbazia di Santa Maria di Rivalta: Tortona (ALESSANDRIA)

    All’interno del grande complesso monumentale di Rivalta Scrivia – che prende il nome dal torrente su cui sporge, a pochi chilometri da Tortona – è possibile scoprire il fascino dell’abbazia di Santa Maria, incrocio di antiche strade romane divenute poi, nel Medioevo, le principali vie di scambio commerciale, oltre che di pellegrinaggio.

    Dell’antico monastero purtroppo oggi non rimane che la sala capitolare, in stile gotico-cistercense, illuminata dalle trifore a colonnine binate del chiostro; mentre della chiesa risalente al 1100 a croce latina, semplice e lineare secondo i parametri dell’architettura cistercense stabiliti da san Bernardo, rimangono tre delle quattro campate, coperte da volte a crociera costolonate.

    L’alternanza di pilastri forti e deboli, tutti dalle forme diverse, definisce il ritmo architettonico delle navate; ma è la presenza di preziosi dipinti – quelli di matrice tardo-gotico come San Bernardo, San Benedetto e Madonna col Bambino, oppure quelli di Franceschino Boxilio: San Cristoforo e Vergine col Bambino e monaco orante – che conferisce vero valore artistico alla chiesa. E benché Franceschino Boxilio sia l’unico nome di fama, molti furono in realtà gli artisti che lavorarono tra queste mura, quasi tutti di chiara influenza lombarda.

    Telefono: 0131-817150

    17. Santuario Madonna della Guardia: Tortona (ALESSANDRIA)

    Conserva la statua in bronzo dorato più alta del mondo (14 metri per 120 quintali), collocata proprio in cima alla torre progettata dall’architetto Gallo di Torino. A realizzarla fu – per volere di don Orione, fondatore del santuario – Narciso Cassino; ma lo fece in modo assai particolare, e cioè fondendo insieme pentole, pignatte, schiumarole e altri oggetti di rame in disuso, raccolti a Tortona e dintorni. Ecco perché il secondo nome della statua è proprio Madonna delle pentole rotte!

    L’altra particolarità è quella del presepe, che sembra abbia una tradizione lunghissima. Si dice infatti che un tempo don Orione fosse solito organizzare un bellissimo presepe vivente (a proposito, le spoglie del fondatore sono conservate proprio qui). Oggi al posto delle persone c’è un’opera artistica di immenso valore, per costruire la quale sono stati utilizzati oltre quattrocento quintali di materiali vari, tra cui gesso, cemento, legno, stoffa, cavi elettrici ecc. Per portarla a termine sono state necessarie più di 6500 ore lavorative. Inutile dire quindi che il periodo migliore dell’anno per visitare la Madonna della Guardia è ovviamente quello natalizio.

    Telefono: 0131-863492; 0131-868183

    Sito web: www.madonnadellaguardia.it

    18. Santuario di Nostra Signora Porta Paradisi, Asti

    Sollevata una grossa pietra da terra, un rozzo uomo blasfemo la scagliò con tutta la sua rabbia contro l’immagine sacra che raffigurava un Ecce Homo; ma una forza misteriosa la respinse, così che il masso andò a conficcarsi nel muro di fronte. E lì è rimasta, la grossa pietra, alla fine di un’ampia scalinata che un tempo era un’antica via di passaggio, mentre oggi costituisce l’ingresso principale al santuario di Nostra Signora Porta Paradisi.

    Ogni anno raggiungono il masso miracoloso migliaia di pellegrini, ricordando la celebre consacrazione della chiesa che avvenne nel 1912 alla presenza di oltre settemila persone e passò quindi alla storia. A tenere la cerimonia fu il vescovo monsignor Luigi Spandre: il clamore fu tale che la notizia si estese per tutta la vallata, toccando ogni paese del circondario. La costruzione di un nuovo e più grande santuario era stata decisa in occasione dell’Anno santo, nel 1900: presero parte ai lavori a modo loro decine e decine di fedeli, contribuendo con le proprie risorse a rendere realtà il progetto dell’architetto Giuseppe Gualandi di Bologna.

    Da non dimenticare la visita alla ricostruzione a grandezza naturale della grotta di Lourdes, alle spalle della chiesa.

    Telefono: 0141-530058

    19. Cattedrale di Santa Maria Assunta, Asti

    È considerata la chiesa più grande e importante per quanto riguarda l’architettura gotica in Piemonte e dunque non si può proprio mancare di visitarla almeno una volta nella vita. Ben tre i rosoni che agghindano la facciata, ai quali si aggiungono due oculi e una finestra a crociera. Al nucleo centrale della chiesa fanno da ornamento il portale dei Pelletta (con le statue dei santi) e il campanile romanico duecentesco, animato da ben nove campane. Inoltre, guardando bene si potranno scorgere anche i ruderi di un vecchio chiostro.

    Ricchissimo l’impianto artistico della cattedrale, che vede le sue eccellenze nella cappella dell’Epifania decorata da Aliberti (con la statua in rame dorato della Madonna Assunta), nel coro ligneo, nell’organo dei fratelli Serassi, nella cappella di San Filippo Neri e in una serie di tele e affreschi disseminati lungo gli spazi della chiesa.

    La tradizione ci racconta che il duomo venne eretto per sostituire l’antica chiesa di San Secondo, costruita sopra la cripta del martire fuori le mura, ma troppo esposta ad attacchi e razzie.

    Telefono: 0141-592924

    20. Abbazia di Santa Maria di Vezzolano, Albugnano (ASTI)

    Un orecchio attento potrà sentire il rumore degli scalpelli e degli altri attrezzi del mestiere che risuonano lungo tutta la valle, ai piedi di una delle più alte colline torinesi. Siamo ad Albugnano, una nicchia d’arte in cui nel corso dei secoli maestri e artigiani hanno forgiato gran parte dei capolavori che oggi risplendono nei musei e nei monumenti più significativi di tutta la regione.

    Se ne può avere un assaggio già dal chiostro di Santa Maria di Vezzolano, senza dubbio uno dei più belli in Piemonte, dove si trovano scolpiti con raffinata maestria alcuni capitelli e dipinto un importante ciclo di affreschi trecenteschi. D’altra parte, l’intera abbazia è un vero capolavoro: la sua edificazione fu attribuita erroneamente per secoli a Carlo Magno, ma in realtà a volerla fu Federico Barbarossa. Artisticamente, il complesso può essere considerato l’esempio più pregevole in Piemonte per quanto riguarda l’architettura romanico-lombarda. Chiara testimonianza ne è già la facciata, che presenta incastonate alcune conchiglie marine fossili. All’interno, l’abside maggiore è l’unico elemento autentico sopravvissuto alle modifiche dei secoli.

    Terminata la visita merita una passeggiata rilassante l’incantevole giardino che si estende tutto attorno all’abbazia.

    Telefono: 011-9920607

    21. Basilica San Giovanni Bosco: Castelnuovo don Bosco (ASTI)

    Entriamo in punta di piedi a casa di don Bosco, uno dei più famosi santi italiani, fondatore dell’istituzione dei salesiani. È proprio in questi luoghi che egli nacque, visse e – all’età di nove anni – ebbe l’apparizione della Madonna, che lo portò poi a prodigarsi tanto per i giovani in difficoltà.

    Oggi le tracce che restano sul territorio sono ancora forti e palpabili. Innanzitutto le reliquie sono conservate nella cripta del santuario; inoltre, per far onore alla sua grandezza umana e di spirito venne eretta una prodigiosa basilica, costituita da due ampie chiese sovrapposte e una cupola. Il capolavoro dell’architettura va a unirsi ad altri elementi altrettanto preziosi: dall’immenso organo a canne alla statua del Cristo in legno di tiglio alta ben otto metri, fino alle dieci cappelle – con altrettanti altari – della chiesa inferiore, le vetrate e gli affreschi.

    Poco distante è visitabile la casetta in cui don Bosco visse dai due ai sedici anni: è ancora pressoché immutata, semplice ma immersa in un’intensa e magica atmosfera. Infine, sono presenti anche un museo missionario con souvenir e un secondo museo dedicato alla vita contadina.

    Telefono: 011-9877162

    Sito web: www.colledonbosco.it

    22. Monastero Mater Carmeli, Biella

    Il carmelo di Biella, così come quello di Carpineto, è un caravanserraglio dove ognuno può sostare con la carovana della propria vita, per attingere acqua, ascoltare il silenzio, nutrirsi del vero pane. Proprio in questo risiede il senso del monastero Mater Carmeli, che affonda le proprie radici in quello di Sant’Anna in Carpineto Romano; quest’ultimo aveva infatti in progetto da sempre di aprire un nuovo centro nei dintorni di Biella, ma questo sogno divenne realtà soltanto nel 2005, quando fu fondato il nuovo carmelo, recuperando una vecchia cascina.

    Se si chiede ai religiosi di scegliere tre parole per descrivere il Mater Carmeli, ci si sentirà rispondere: silenzio, canto, fraternità. Tutto attorno, l’incantevole paesaggio del parco della Burcina Felice Piacenza. Trasformato nella metà del secolo scorso in un giardino informale dall’industriale laniero Giovanni Piacenza, il parco è oggi custode di piante ed essenze pregiate, conifere e latifoglie esotiche, rododendri e azalee. Non solo. Nel 1959 furono scoperti anche alcuni reperti archeologici importanti, oggi conservati presso il Museo del Territorio.

    Telefono: 015-352803; 015-2527643

    Sito web: www.carmelitanebiella.it

    23. Santuario di Graglia (BIELLA)

    Nelle intenzioni di don Nicolao Velotti il progetto originario era davvero grandioso. L’idea era infatti quella di tirare su dal niente una vera e propria Novella Gerusalemme o, se vogliamo, una Palestina del Piemonte. Ma don Velotti morì prima di terminare il suo ambizioso lavoro e così non si arrivò mai al pieno compimento dell’opera.

    Nonostante ciò, il santuario di Graglia è comunque uno dei luoghi sacri più belli d’Italia, per l’architettura che lo caratterizza e per il paesaggio naturale in cui è immerso. Ci troviamo in una nota località di villeggiatura, dove ai ritiri spirituali si affiancano non di rado attività sportive, escursioni, iniziative culturali e, non ultima, una panoramica pista ciclabile che corre dal santuario di Oropa fino ad Andrate, attraversando tutto il colle di San Carlo (il consiglio è quello di fermarsi a bere da una delle numerose sorgenti: la purezza e la leggerezza dell’acqua di Graglia sono note sin dall’antichità).

    Venendo al santuario, sono da vedere la splendida basilica con pianta a croce greca e cupola ottagonale – da notare, in particolare, il finto cupolino dipinto nel 1870 da Antonio Galliari – il chiostro e le numerose cappelle, che se anche non sono esattamente cento come nel progetto originario, valgono comunque una visita accurata (specialmente la cappella degli Esercizi, celebre per i propri affreschi). Infine, da non perdere la biblioteca, contenente alcuni rari testi cinquecenteschi e una rarissima copia originale dell’Encyclopédie di Diderot.

    Telefono: 015-442200; 328-5827556

    Sito web: www.santuariodigraglia.it

    24. Monastero di Bose, Magnano (BIELLA)

    Ecco un luogo in cui il fascino dell’Oriente si sposa con la tradizione cristiana. A Bose vive infatti una comunità caratterizzata dalla passione per le ceramiche gres e raku, una tecnica giapponese risalente al III secolo a.C. I monaci ne fanno tesoro lavorando ancora oggi al tornio l’argilla proveniente sia dalla Francia che dal vicino territorio vercellese.

    E così l’uso esclusivo di materie prime naturali per la realizzazione di smalti e colori (principalmente ceneri di fieno, tralci di vite, lavanda e felce rosa) garantisce una qualità unica.

    Se il gres risale alla Cina, il raku – che in giapponese significa gioia profonda – è invece apparso per la prima volta nel XVI secolo a seguito dalla fusione tra l’arte dei vasai coreani, la cerimonia del tè e la filosofia Zen. Oltre a ciò, la maestria dei monaci biellesi si esprime anche nella produzione di ottime tisane, un toccasana per il visitatore amante degli infusi realizzati con bacche, erbe, frutti, radici e piante.

    Infine, nota a tutti è la figura del priore Enzo Bianchi: scrittore, giornalista e editore, nonché membro di svariate accademie.

    Telefono: 015-679185

    Sito web: www.monasterodibose.it

    25. Santuario di Oropa (BIELLA)

    È il più importante santuario mariano delle Alpi e uno dei luoghi sacri più belli d’Italia in assoluto. Impossibile non visitarlo almeno una volta nella vita. Intanto c’è da dire che si colloca in un contesto naturale da fiaba: tra le vette delle montagne e i prati verdi, è punto di partenza per numerose escursioni, tra cui quella che conduce fino al lago del Mucrone (la funivia porta in sette minuti a 1900 metri di altitudine).

    Il complesso, fondato nel IV secolo da sant’Eusebio, è talmente maestoso da presentarsi come una vera e propria reggia, con tre piazzali a terrazza e due grandi basiliche. Quella Antica risale al Seicento e custodisce il sacello eusebiano, con la celebre statua della Madonna nera; particolarmente preziosi gli affreschi qui conservati, del Trecento. La basilica Superiore, invece, è più recente (la prima pietra fu posta nel 1885) e, tra le altre cose, contiene una rarissima collezione di presepi provenienti da tutto il mondo.

    Altrettanto interessante è poi il museo dei Tesori, in cui sarà possibile ammirare gli ori, i gioielli, i paramenti liturgici e i documenti storici del santuario. Mentre la biblioteca è ricchissima di testi rari e antichi, tra cui una Biblia polyglotta in ebraico, greco, samaritano, caldese, etiopico, latino volgare e altre lingue. Un’altra eccellenza ancora è costituita dal giardino botanico, meta di numerose visite guidate: conta ben 350 specie diverse e dal 1998 è curato dal WWF. Per concludere, due ultime curiosità: l’osservatorio meteorologico e il cimitero monumentale, il quale si estende tra boschi di faggi e terreni montuosi.

    Telefono: 015-25551200

    Sito web: www.santuariodioropa.it

    26. Santuario Madonna della Brughiera: Trivero (BIELLA)

    Seguendo il corso delle acque del Brunel fino alla sorgente si arriva a soli seicento metri dal monte su cui sorge il santuario della Madonna della Brughiera. La fontana – da cui sarà possibile bere un’acqua povera di sali e di ferro, quindi particolarmente leggera e digeribile – ha più o meno la stessa età della chiesa, cioè oltre cinquecento anni. E, come essa, ha subìto molte trasformazioni nei secoli.

    Fu la grande devozione per la Madonna a far sì che nel Sei-Settecento – nonostante non vi fosse ancora neppure una strada carrozzabile – si pensò di costruire una primissima chiesetta da queste parti; con il passare del tempo, la rudimentale struttura iniziale divenne un edificio di un certo livello, tutto affrescato da Pietro Lace di Andorno.

    Considerato una delle migliori espressioni del Seicento biellese e caratterizzato da un barocco che unisce una solida eleganza al rispetto della misura, il santuario stupisce oggi soprattutto per il contrasto tra un esterno estremamente semplice e un interno al contrario ricco ed elaborato. Varcato l’ingresso, sono infatti i tesori artistici che catturano lo sguardo: la grandiosa ancona lignea, opera di artisti valsesiani, e la tela Adorazione dei pastori del cremasco Barbelli. Da sapere che la Madonna della Brughiera è legata per mezzo di un vincolo spirituale alla basilica papale di Santa Maria Maggiore in Roma, cosicché chi si reca in visita può usufruire di speciali indulgenze plenarie.

    Telefono: 015-75087; 335-1232343

    Sito web: www.santuariodellabrughiera.it

    27. Duomo di Cuneo

    L’atmosfera suggestiva che accoglie il visitatore mentre scende le scale per entrare nella cripta dei vescovi non è casuale: il luogo è denso di fascino e di storia, sede sepolcrale dei più importanti ecclesiastici della città di Cuneo. La cripta si trova proprio sotto la cappella di San Giuseppe e la si potrà facilmente raggiungere dopo aver ammirato gli interni della chiesa, ricchi di opere d’arte e dall’architettura monumentale; a cominciare dalla cupola, innalzata nel 1835 e affrescata da Giuseppe Toselli, per proseguire poi con la cornice della pala d’altare, il pulpito barocco e la cappella del Santissimo Sacramento.

    La chiesa sorse al posto di una vecchia struttura sacra medievale, tanto malridotta da crollare quasi completamente a metà del Seicento. Il nuovo progetto venne affidato all’architetto Giovenale Boetto di Fossano, anche se poi nei secoli successivi si rimise più volte mano al duomo arricchendolo, abbellendolo e modificandone un po’ lo stile. Tra i ritocchi si annovera anche la facciata, sovrapposta a quella originaria e quindi, a ben vedere, non in linea con il resto della chiesa. Si distingue per un portico con quattro colonne corinzie e un timpano neoclassico.

    Telefono: 0171-693630

    28. Santuario della Madonna degli Angeli, Cuneo

    Tre chilometri di passeggiata in un contesto naturale da sogno; tre chilometri tra i più amati e percorsi in tutta Cuneo e dintorni. Il santuario della Madonna degli Angeli, che si staglia in fondo all’omonimo viale della città, è anche questo: il complesso diffuso si dispiega infatti lungo una striscia di terra che collega il centro cittadino con la chiesa e il convento francescano.

    Il centro sacro, dedicato alla Vergine, è tanto importante da essere considerato il simbolo stesso di Cuneo. Non a caso proprio qui sono custodite, nell’urna posta sull’imponente altare marmoreo di Juvarra, le reliquie del patrono Beato Angelo Carletti. Più o meno coeva all’epoca in cui visse il santo (e quindi il XV secolo), l’originale struttura fu sottoposta a diversi restauri nel Settecento, a seguito dei quali assunse l’aspetto attuale: è proprio in quegli anni che venne costruito anche il convento, presto scelto come sede per il seminario francescano. All’interno della chiesa resistono i resti di alcuni affreschi quattrocenteschi e un paio di tele del Moncalvo e del Milocco.

    Telefono: 0171-491284

    29. Santuario Nostra Signora della Moretta, Alba (CUNEO)

    Dal nome, la prima cosa che verrebbe da pensare è che in questo santuario sia custodita l’immagine di una Madonna nera. Niente di più sbagliato. Il termine Moretta deriva in realtà dall’omonimo paesello in provincia di Cuneo, sui cui si erge uno storico pilone. Quando si decise di costruire il santuario in questione si prese abbondantemente spunto dal pilone di Moretta ed è proprio da questa somiglianza architettonica che deriva il nome del complesso.

    Se il convento risale al 1685, il santuario vero e proprio è invece molto più recente, databile attorno al 1905. Suo scopo dichiarato è quello di proteggere il bestiame, la terra e i bambini. E a tal proposito vale forse la pena raccontare un aneddoto: pochi sanno infatti che la statua della Vergine in rame dorato posta sulla cupola maggiore fu realizzata grazie alle donazioni di diecimila bambini della diocesi di Alba.

    Oggi la Madonna della Moretta è venerata con devozione dagli abitanti del luogo, oltre ad attirare numerosi pellegrini e credenti da tutta Italia. Sul luogo è presente una foresteria per piccoli gruppi.

    Telefono: 0173-440340

    Sito web: www.parrocchie.it/alba/moretta

    30. Monastero cistercense Dominus Tecum: Bagnolo Piemonte (CUNEO)

    «Tutti gli ospiti che giungono al monastero siano accolti». È con questa frase che si può tradurre lo spirito del monastero cistercense Dominus Tecum, originariamente fondato nel V secolo da sant’Onorato su un’isola della Costa Azzurra: Lérins. È però a Bagnolo, nella silenziosa e austera valle dell’Infernotto, che dal 1986 continua a vivere la comunità cistercense in questione, portando avanti e facendo aumentare di fama, anno dopo anno, la tradizione secolare dell’abbazia.

    L’esperienza da vivere qui non è soltanto spirituale. A stupire i visitatori saranno anche i colori, gli odori, ma soprattutto i sapori. Castagni maestosi, lamponi, mirtilli, more e mele di ogni qualità sono i veri tesori dei monaci, che si dedicano con passione alla produzione di marmellate. Dal gennaio 2008 è anche attivo un laboratorio per la lavorazione della frutta: potrete assaggiare quelle semplici, di pere, pesche, kiwi, albicocche, prugne, ramassin e sambuco; oppure quelle speciali, in cui la frutta si mescola con la menta, il caffè, il cacao e gli amaretti, le noci e il cedro, e persino la lavanda, lo zenzero e il vino. Da non perdere i curiosi gusti zucchine con arancia e zucca al limone.

    Telefono: 0175-392813

    Sito web: www.dominustecum.it

    31. Santuario Regina Pacis: Fontanelle, Boves (CUNEO)

    Era il 1961 quando la medaglia d’oro al valor civile venne conferita alla popolazione di Boves per aver sopportato «con eroico comportamento e stoico coraggio, per ben due volte, la rappresaglia crudele del nemico invasore, subendo la distruzione di numerose abitazioni e sacrificando la vita di molti suoi figli all’altare patriottico». Ancora oggi in questa terra della provincia di Cuneo il culto dei caduti si sposa con la religione canonica, tanto che l’8 settembre, anniversario dell’armistizio, è anche la festa della benedizione dei bambini. Non solo. Le preziose opere d’arte custodite all’interno della chiesa sono, a loro modo, un riferimento alle sofferenze causate dalla guerra. Ad esempio, l’affresco centrale di Caffaro Rore (1954) ha come soggetto la Madonna con bambino nell’atto di diffondere la pace sull’umanità, mentre sulla cupola affrescata dal Baracchini – interamente costruita grazie alle offerte dei pellegrini tra il 1950 e il 1967 – si può ammirare il Trionfo di Maria sul Male. Nelle cappelle laterali, infine, due tele del Polloni: una raffigura il Sacrificio di Cristo per l’Umanità, l’altra rende omaggio ai caduti di guerra per la patria.

    Telefono: 0171-389307

    32. Santuario della Madonna dei Boschi di Boves (CUNEO)

    Il santuario della Madonna dei Boschi è un vero e proprio tesoro archeologico. Le sue origini sono medievali, ma studi recenti hanno fatto emergere fondazioni preromaniche e un’abside romanica. In ogni caso, è facile lasciarsi incantare dall’architettura e dall’arte di questo luogo; nella seconda metà del Quattrocento, infatti, la cappella venne affrescata con un ciclo di storie della Vergine e dell’infanzia di Gesù. Purtroppo non se ne conosce l’autore, anche se qualcuno riconosce in esse la mano del cosiddetto Maestro della Madonna dei Boschi di Boves (sembrerebbe che il suo tratto misterioso si ritrovi in parecchie località del basso Piemonte e della Liguria). Ma non basta. Molti ritengono anche di cogliere nella Passione di Cristo e nel Giudizio universale del Maestro di Cigliè numerose citazioni della Cappella sistina.

    Sta di fatto che la grande affluenza al santuario rese necessario, nella seconda metà del Seicento, il suo ampliamento sul lato nord-orientale, che per l’occasione venne anche decorato e arredato con un imponente altare ligneo, arricchito da due tele e da una preziosa statua della Madonna.

    Il complesso è oggi un punto di riferimento imprescindibile per incontri pastorali e culturali.

    Riferimenti utili: www.madonnadeiboschi.org

    33. Santuario Sant’Antonio in Boves (CUNEO)

    Tutto ebbe origine nel 1997, da un sogno: quello di due persone – poi diventate marito e moglie – che avevano il desiderio di riqualificare un luogo abbandonato, dalla storia lunga e importante, facendone un centro di accoglienza spirituale, a partire da una preesistente chiesa del 1647. Oggi quel sogno, dal nome di santuario Sant’Antonio in Boves, si è trasformato in realtà, soprattutto grazie alla collaborazione di alcuni gesuiti che hanno affiancato la coppia durante i lavori di ristrutturazione. Ne è saltata fuori una chiesa collocata a settecento metri di altezza, sulla dorsale della collina che unisce Boves con Fontanelle. La struttura è composta dal corpo principale edificato attorno alla metà del Seicento e da una zona abitativa ampliata attraverso una serie infinita di rimaneggiamenti, fino agli anni Settanta del Novecento. Purtroppo però la fortuna non fu sempre dalla parte del santuario: nel 1943, infatti, un violento incendio devastò la cittadina di Boves e distrusse buona parte dei documenti depositati negli archivi del Comune. Sono così andate perse molte informazioni inerenti la sua secolare storia.

    Telefono: 0171-389577

    Sito web: www.santantonioboves.it

    34. Santuario Madonna dei Fiori: Bra (CUNEO)

    Il fenomeno della fioritura impossibile di Bra ingarbuglia i cervelli di botanici e studiosi ormai da parecchi anni: almeno dal Settecento, quando cominciarono a essere fatti i primi accertamenti ed esperimenti, attivando persino una collaborazione con l’Università di Torino. Ciò che si manifesta di così strano è una fioritura in pieno inverno (alla fine di dicembre) di alcune piante appartenenti alla famiglia delle rosacee, del genere Prunus. Il fatto, apparentemente inspiegabile, si ripete con estrema precisione ogni anno e… non si sa proprio perché!

    La leggenda fa ovviamente la parte che la scienza in questo caso non riesce a fare. Si racconta che in questi luoghi nel 1336 la giovane Egidia Mathis fu importunata da due soldati di ventura. Ma proprio quando la violenza stava per compiersi, ecco apparire la Madonna e mettere in fuga i due malintenzionati. Quel giorno per la prima volta le piante presero a fiorire nonostante si fosse fuori stagione e da allora il miracolo si ripete puntale al sopraggiungere di ogni inverno (a eccezione, si dice, del 1914 e 1939, guarda caso alla vigilia delle due guerre mondiali).

    È da questa storia che ha preso origine il santuario, detto appunto della Madonna dei Fiori. La statua della Vergine è visibile nella seconda cappella di destra della chiesa, all’interno di una nicchia.

    Telefono: 0172-412046

    35. Monastero adoratrici perpetue del Santissimo Sacramento: Canale d’Alba (CUNEO)

    Incastonato tra vigneti e noccioleti al confine tra Torino e Asti, il monastero che ospita le adoratrici perpetue del Santissimo Sacramento a Canale d’Alba deve le sue origini alla figura di madre Maria Cherubina. Questa impavida donna – nipote della fondatrice dell’ordine – lasciò le sue terre d’origine nel 1839 per dirigersi a Torino e porre qui le basi per la costruzione di un nuovo monastero. Tuttavia, il numero crescente di sorelle devote rese ben presto necessario il trasferimento in un altro stabile, così nel 1978 la comunità dovette lasciare il capoluogo piemontese per trasferirsi nel piccolo centro di Canale d’Alba, dove nel giorno del 22 ottobre – in occasione della Giornata missionaria mondiale – venne esposto per la prima volta il Santissimo Sacramento.

    Nel 1991 anche le spoglie della madre Cherubina raggiunsero il monastero e oggi sono conservate nel coro. Per i fedeli c’è la possibilità di prendere parte alle funzioni liturgiche.

    Telefono: 0173-978121

    Sito web: www.adoratriciperpetue.org

    36. Santuario Beata Vergine delle Grazie: Cavallermaggiore (CUNEO)

    In sella a una bicicletta o passeggiando lungo il Maira, non si può non rimanere catturati dalla bellezza del paesaggio che contorna il letto del fiume: fiori, piante, il lago Mairetta e poi, dopo aver superato un ponte, il Monasterolo di Savigliano.

    In quest’area incantata dal fascino delicato si erge il piccolo borgo di Cavallermaggiore, con un bel municipio cinquecentesco un tempo residenza della nobile famiglia Garneri; e, come in ogni angolo di paradiso che si rispetti, non può certo mancare un degno luogo di preghiera. Il santuario della Beata Vergine delle Grazie risale al XV secolo e fu chiamato così in onore di un dipinto di fine Trecento, raffigurante la Madonna delle Grazie (oggi è visibile avvicinandosi all’altare barocco). Altrettanto prezioso è però anche un secondo affresco – questa volta tardo-cinquecentesco e rappresentante sant’Antonio – di Giovanni Angelo Dolce. Le volte a ogiva e le tre navate a pilastri quadrilobati contribuiscono a dare alla chiesa un’ulteriore nota di poesia.

    Telefono: 0172-381055 (Comune)

    37. Certosa di Pesio: Chiusa di Pesio (CUNEO)

    A pochi passi dalle Dolomiti del Piemonte (e in particolare dall’alta cima del Marguareis), la certosa è un Monumento nazionale tra i più belli d’Italia, sempre aperta ai visitatori. Nel suo passato si annoverano travagliate vicende che la videro diventare uno stabilimento idroterapico, un luogo preso di mira dalla cosiddetta Banda del Carnevale della Chiusa e infine un colosso decadente abbandonato a se stesso. A riportarla in auge furono, nel 1934, i missionari della Consolata: non solo la restaurarono e la resero il meraviglioso complesso che oggi vediamo, ma la aprirono definitivamente all’ospitalità.

    Per i pellegrini è oggi a disposizione il cosiddetto Deserto, una cappella solitaria circondata solo da un cortiletto e un portico: il luogo ideale per trovare pace, solitudine e silenzio. Anni addietro la certosa era meta di passeggiate per la coltura della vite, l’allevamento delle api e una valida scuola di intarsio; attualmente è invece una destinazione privilegiata per chi è alla ricerca di visite guidate (su prenotazione), scuole di preghiera e cammini spirituali a gruppi o per singoli.

    Telefono: 0171-738123

    Sito web: www.certosadipesio.org

    38. Monastero della Santissima Annunziata: Fossano (CUNEO)

    Presente ormai da circa otto secoli e da sempre gestito dalle monache cistercensi, il monastero della Santissima Annunziata rappresenta per la gente del posto un vero e proprio punto di ritrovo e di riferimento. In passato esso costituiva ancora di più un luogo di aggregazione per la popolazione locale, tanto che negli anni Settanta del Novecento ospitò persino una scuola.

    Tra le figure più affascinanti dei secoli scorsi, vale la pena di ricordare quella di Donna Angela Veronica Bava, che – nobile di famiglia e quindi teoricamente libera di poter esaudire ogni suo desiderio – rinunciò a tutto all’età di soli quindici anni per intraprendere una vita dedicata alla spiritualità. Molte sono le storie che circolano attorno ai prodigi che fece – direttamente o indirettamente – prima e dopo la morte: le religiose, così come gli abitanti di Fossano, sapranno far luce sul suo affascinante passato.

    Telefono: 0172-60879

    39. Santuario Madre della Divina Provvidenza: Cussanio, Fossano (CUNEO)

    Una tappa al maestoso santuario, fondato nel 1592, è d’obbligo per chi si trovi a passare da queste parti. Architettonicamente e artisticamente, il complesso merita infatti una visita approfondita, che potrebbe ulteriormente protrarsi per chi sia curioso di conoscerne la lunga storia, con gli affascinanti personaggi che ne hanno popolato gli spazi dall’antichità a oggi. Tra questi, potremmo nominare il beato Oddino Barotto, il beato Giovenale Ancina e Giovanni Negro, che qui fondò un valido orfanotrofio femminile.

    Giovenale è anche il patrono della città, figura originale e insolita nella storia del cristianesimo, a cominciare dalle sue origini africane; fu primo vescovo di Narni e, secondo la tradizione, le sue reliquie vennero trafugate nel 1100 da un canonico di Tolosa, ossessionato dal beato.

    C’è anche da dire che qui ha sede l’Ufficio dei beni culturali diocesano (BCE), sezione locale del più grande Ufficio nazionale per i beni culturali di Roma. Tra i suoi importanti compiti, il restauro degli edifici di culto e degli organi a canne, la conservazione di archivi e biblioteche, la catalogazione – con tanto di inventario informatizzato – dei beni culturali, artistici e storici diocesani e infine la promozione dei musei diocesani, o comunque di interesse diocesano.

    Telefono: 0172-691030

    Sito web: www.diocesifossano.it

    40. Monastero di San Biagio Madonna della Fiducia: San Biagio, Mondovì (CUNEO)

    La vera eccellenza di questo monastero è il frutteto. Le 250 specie presenti, tra le più varie e rare, meritano senza dubbio una visita. E infatti sono moltissime le scolaresche – e non solo – che ogni settimana raggiungo la Madonna della Fiducia per scoprire le sue pesche e le sue mele, i peri, i nashi, i ciliegi, i castagni e tante altre varietà di alberi dai buonissimi frutti. La qualità dei prodotti è tale che il monastero partecipa non di rado a mostre e premi, mentre nell’arco dell’anno si dedica al recupero di varietà locali antiche e difficili da trovare.

    Se si fa visita al frutteto e al complesso sacro, non bisogna però dimenticare di varcare la soglia della biblioteca e dell’emeroteca, entrambe ricchissime di materiale, consultabile in parte anche in prestito. Oggi la conservazione di San Biagio è affidata a un’associazione costituitasi nel 1985. Tra i vari progetti, essa si occupa della salvaguardia del patrimonio artistico-architettonico del priorato di San Biagio, del restauro della sala della Meridiana, della foresteria e infine della gestione amministrativa dei terreni.

    Telefono: 0174-686298

    Sito web: www.monasterosanbiagio.com

    41. Santuario reale votivo Madonna delle Grazie e San Giuda Taddeo: Racconigi (CUNEO)

    È soprannominato piccolo Pantheon cittadino questo splendido santuario dalla facciata neoclassica che ospita le tombe reali della famiglia Savoia. Il suo aspetto ricorda infatti il Pantheon di Roma e la Gran Madre di Torino.

    Le origini della Madonna delle Grazie di Racconigi risalgono al 1493, quando si dice che a un pastore sordomuto si manifestò la Vergine.

    Sul luogo dell’apparizione i carmelitani decisero di erigere una chiesa, ancora oggi tra i principali complessi italiani di devozione mariana, oltre che importantissimo centro di culto di san Giuda Taddeo.

    Bruciato e distrutto nel 1802 e poi colpito dal colera asiatico nel 1835, il santuario riuscì comunque a conservare una preziosa icona della Madonna. Fu poi Carlo Alberto, passata l’epidemia, a voler dare al santuario il suo attuale aspetto di tempio votivo. Nella sua idea iniziale l’ingresso della chiesa avrebbe dovuto rivolgersi a ovest, ma i cittadini volevano che la Vergine guardasse dritto al suo amato borgo. Ecco perché la facciata principale è oggi rivolta a oriente.

    Telefono: 0172-86102

    42. Abbazia Santa Maria di Staffarda, Saluzzo (CUNEO)

    È questo un luogo passato alla storia per un evento quanto mai sanguinoso e violento: la terribile battaglia di Staffarda. Era il 1690 e le truppe piemontesi di Vittorio Amedeo II di Savoia erano pronte a scontrarsi impavide con i francesi del generale Catinat, spediti qui a combattere dal re Sole in persona. La guerra – poi vinta dalla Francia – fu un vero massacro e procurò all’Italia 2800 morti, 1200 prigionieri e 2700 feriti, oltre alla perdita di undici cannoni, dei paesi di Savigliano, Saluzzo e Ceresole – quest’ultimo completamente distrutto – e a ingenti danni all’abbazia stessa, soprattutto al chiostro e al refettorio.

    Nonostante ciò, Santa Maria di Staffarda resta uno dei più significativi esempi nel raggio di molti chilometri dell’arte romanico-gotica cistercense. Sono da ammirare soprattutto l’imponente porta della torre d’ingresso alla cinta fortificata, la loggia del Grano, il chiostro con la sala capitolare, il campanile del Trecento e ovviamente la chiesa, con particolare attenzione alla sagrestia. Si racconta che in passato i monaci fossero soliti utilizzare la scala qui presente specialmente di notte, per raggiungere in silenzio la navata centrale e recitare i salmi indisturbati.

    Telefono: 0175-273168

    La badia di Staffarda in una incisione ottocentesca.

    43. Santuario della Consolata: Saluzzo (CUNEO)

    A due passi dal Monviso, il santuario giace silenzioso tra le valli del Po e del Varaita, nel piccolo borgo di Saluzzo. Il 1912 è l’anno in cui la vecchia cappella della Consolata – luogo di antica devozione grazie a un’immagine della Vergine a cui si attribuivano grandi prodigi – venne incorporata alla chiesa di San Martino, per dar vita a una costruzione più ampia e strutturata, che comprendeva anche – visibile tuttora – un bel campanile romanico a base quadrata del XII secolo. Oggi l’attuale chiesa, di nuovo restaurata nel 1934, presenta all’interno una sola navata e ha un tetto a capriate, con al centro un grande dipinto.

    Nelle vicinanze, da non perdere la visita al castello medievale di Saluzzo – meglio conosciuto come la Castiglia – voluto dal marchese Tommaso I: qui l’antica fontana della Drancia si erge proprio al centro della piazza. Altrettanto suggestive sono poi casa Cavassa (oggi sede del Museo civico) e la cattedrale, sorta nel Cinquecento per sostituire la vecchia pieve di Santa Maria, ormai divenuta troppo piccola per il numero sempre crescente dei cittadini.

    Telefono: 0175-42187

    44. Santuario Beata Vergine Maria di San Giovanni: Sommariva del Bosco (CUNEO)

    Sembra strano, eppure è vero: un percorso spirituale può davvero trasformarsi in un Sentiero di fiaba. È quel che succede, ad esempio, a Sommariva, un paesino in provincia di Cuneo dove, grazie al talento di studenti e artisti locali, Aurora – la famosa principessa della Bella addormentata nel bosco di Charles Perrault – ci racconta la sua storia attraverso opere d’arte e monumenti seminati lungo tutto il centro storico, a partire dalla centralissima piazza Sessel d’Aix, sede del Municipio.

    Tra le più importanti opere religiose che costellano il Sentiero di fiaba troviamo la Madonna con bambino, un noto affresco attribuito al Turcotto attorno al quale fu costruito il santuario della Beata Vergine Maria di San Giovanni, a partire da una piccola cappella. La tradizione racconta che nel 1685 un cieco si fermò a pregare di fronte all’effigie e per questo motivo la Madonna gli concesse la grazia della vista. Fu in seguito al miracolo che venne decisa la costruzione del convento e si mandò a chiamare nientemeno che l’architetto Michelangelo Garoè, all’epoca tra i più noti artisti del posto.

    Nonostante il santuario costò alla popolazione enormi sacrifici per il reperimento dei fondi e dei materiali, esso venne amorevolmente arricchito con marmi, stucchi, sculture e affreschi, ben tenuti e ammirabili ancora oggi.

    Telefono: 0172-54043

    45. Santuario di Valmala (CUNEO)

    La zona montuosa della Valle Varaita, nell’area tra Brossasco e Melle, è tra le più belle d’Italia, suggestiva soprattutto in inverno, sotto la neve. E sono molti anche gli itinerari che si possono inventare (o farsi consigliare) nei dintorni del santuario, specie a piedi, facendo lunghe passeggiate.

    Quanto al luogo sacro in sé, su di esso si narra una lunga storia. La tradizione racconta che tanto tempo fa un gruppetto di pastorelle, tutte dal nome Maria, incontrò al cosiddetto Chiotto – dove si portavano a pascolare le vacche – una giovane donna addolorata, con un velo azzurro e una corona sul capo. L’apparizione si ripeté tutti i giorni fino al 15 agosto, festa dell’Assunta. In quell’occasione la popolazione del luogo salì sul pianoro e vide con i propri occhi la fanciulla, che tuttavia presto scomparve per mai più tornare.

    Da allora, su queste terre fu costruito il santuario di Valmala, ancora oggi meta di frequenti pellegrinaggi. La gente del posto non ha mai smesso di pronunciare, in ricordo di quei tempi, la frase divenuta ormai celebre: «Al Chiotto c’è una signora che piange!».

    Telefono: 0175-978014

    Sito web: www.santuariovalmala.it

    46. Santuario Beata Vergine delle Grazie: Garessio, Valsorda (CUNEO)

    La nascita di questo luogo di preghiera collocato nella terra di Valsorda è legata al culto di un affresco raffigurante una Madonna con bambino e realizzato da un ignoto autore toscano nel Cinquecento. La leggenda vuole che grazie all’effigie siano avvenute varie guarigioni miracolose.

    Anticamente, il ritratto di Maria era conservato in un piccolo santuario quattrocentesco, già tra i più prestigiosi d’Italia. Il nuovo fu innalzato tra il 1897 e il 1925, ma già nel 1914, in preda all’impazienza, la popolazione vi aveva trasferito il dipinto prodigioso. Oggi il vecchio edificio è diventato la cappella invernale, che ospita un museo storico e numerosi ex voto piemontesi.

    Entrando in chiesa, si viene subito colpiti dalla magnificenza della cupola in cemento armato, alta ben 55 metri. Sostando nella piazza antistante l’edificio, invece, lo sguardo è catturato dalla Casa del Pellegrino – detta anche Palazzata – una struttura imponente progettata dall’architetto torinese Luigi Fomento.

    L’occasione più propizia per visitare la Beata Vergine delle Grazie è senza dubbio il primo maggio, quando tutte le parrocchie dell’Alta Val Tanaro si ritrovano per una suggestiva processione che termina con la solenne messa nel santuario. È presente anche una mostra del libro permanente.

    Telefono: 0174-81318

    47. Santuario di Vicoforte (CUNEO)

    La maestosa cupola ellittica del santuario è una delle opere architettoniche più belle e prestigiose d’Italia. Alta 75 metri, conta un diametro maggiore di 37 metri e uno minore di 25. Quando fu terminata non risultò semplice trovare l’artista adatto ad affrescarla: moltissimi vennero scartati, altri non si sentirono all’altezza. Alla fine, il poema pittorico, costituito da un ciclo di affreschi che si estendono per più di 6000 metri quadrati, fu affidato a Mattia Bortoloni e Felice Biella, che lo conclusero nel 1752.

    A volere questa immensa chiesa era stato niente meno che Carlo Emanuele I di Savoia (di cui potrete qui vedere la tomba), il quale era rimasto affascinato dalla devozione che la popolazione locale manifestava per l’originario pilone della Vergine qui collocato. A capo del progetto, il duca mise l’architetto Ascanio Vitozzi, che tuttavia morì prima di completare il lavoro; il santuario fu così portato a termine da Francesco Gallo. In seguito, alla chiesa si aggiunsero il monastero, con uno splendido chiostro rinascimentale e raffinati affreschi, e la cosiddetta Palazzata, proprio di fronte alla facciata della basilica. Oggi il complesso, dotato anche di una Casa di Spiritualità, è utilizzato per convegni e altri eventi.

    Telefono: 0174-565555

    Sito web: www.santuariodivicoforte.it

    48. Santuario Sant’Anna di Vinadio (CUNEO)

    È il più alto santuario d’Europa: si erge fiero a 2035 metri di altezza, nell’affascinante scenario delle Alpi marittime, tra le valli Stura, Gesso e Tinée, a due passi dalle minacciose cime della Maladecia e della Bravaria.

    La leggenda vuole che proprio in questo tetto naturale sant’Anna apparisse, secoli or sono, a una povera pastorella. Ancora oggi è possibile raggiungere la roccia dell’Apparizione, godendosi così una salutare passeggiata nei dintorni del santuario. Si dice anche che la venerazione di sant’Anna prese corpo in Occidente come conseguenza delle Crociate, ma già anticamente su queste terre sorgeva una piccola cappella, la quale fungeva più che altro da rifugio per i viandanti. Fu però solo dopo il 1619, anno in cui il santuario riuscì a ottenere una reliquia della santa, che Vinadio divenne meta privilegiata di pellegrini e credenti, senza neppure mai perdere fascino per i laici e i turisti, soprattutto grazie al bellissimo contesto naturale in cui si trova.

    Un suggerimento: il 26 luglio è forse la data migliore per una visita, dal momento che si celebra la festa di Sant’Anna, con tanto di processione e gran falò, nella suggestiva atmosfera serale della montagna.

    Telefono: 0171-959125

    Sito web: www.santuariosantanna.eu

    49. Abbazia di San Nazzaro della Costa, Novara

    Su un’altura oltre la periferia novarese, nota con il nome di colle della Vittoria, si erge l’abbazia di San Nazzaro della Costa con l’annesso convento, custodi di una testimonianza artistica unica nel panorama pittorico e architettonico del novarese in epoca rinascimentale. La arricchiscono, infatti, affreschi di un raro linguaggio figurativo – più simili ai modelli lombardi che piemontesi – come la Crocifissione che si staglia nella zona absidale. Ugualmente interessante è l’Annunciazione, della fine del XV secolo, attribuita al giovane pittore lombardo Bernardino Zenale e riportata alla luce dopo un recente restauro che ha interessato tutto l’arco della seconda cappella a destra.

    La chiesa fu costruita a cavallo tra la prima e la seconda metà del Quattrocento, ma subì nei secoli diverse modifiche e ristrutturazioni. Ad esempio, si volle creare un ampio spazio per il presbiterio e aggiungere una nuova abside rettangolare, con tre cappelle su cui oggi si aprono grandi finestre decorate con raffinatissime cornici in cotto.

    Telefono: 0321-392795

    50. Cattedrale di Santa Maria Assunta, Novara

    Le campane suonarono a festa quando nel 2009 si concluse un restauro durato ben dodici anni. Nuovi di zecca, duomo e campanile romanico attendono oggi i visitatori che vogliano scoprire questa piccola meraviglia dell’architetto Alessandro Antonelli, edificata negli anni Sessanta dell’Ottocento.

    Il complesso sorge proprio nel cuore della città, in piazza della Repubblica, dove un tempo si ergeva un’antica cattedrale romanica: di essa si conserva una parte del pavimento in mosaico del presbiterio, oltre ad alcuni arredi e pitture; non molto posteriore (XII secolo) è invece la cappella dedicata a San Siro. All’esterno sarà possibile percorrere un bel colonnato fino al portico, da dove si accede al sagrato; qui una sorpresa attende il turista: superando una cancellata si potrà infatti scoprire un secondo porticato. Per entrare in chiesa si incontra invece un pronao con quattro imponenti colonne scanalate, ornate da capitelli corinzi.

    Tra le molte e prestigiose opere d’arte, vale la pena di citare lo Sposalizio di santa Caterina di Gaudenzio Ferrari, alcune opere di Bernardino Lanino e Callisto Piazza e il busto di san Bernardo di Mentone. Particolarmente conosciuti anche i musei della Canonica del duomo e la cappella strumentale. Infine, non dimenticate di visitare – di fronte alla chiesa – il battistero paleocristiano del IV-V secolo, considerato il più antico monumento della città.

    Telefono: 0321-35634

    51. Convento francescano di Monte Mesma, Ameno (NOVARA)

    Il Monte Mesma è una delle zone archeologiche più interessanti del Paese, ricchissima di reperti sin dall’Età del Ferro. Sembra infatti che già allora queste terre fossero

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