Cantabria
gotica di Santander, dalle pietre screziate grigie e gialle, le foglie di un salice sfiorano il terreno ondeggiando lievemente nella brezza. È una mattina fresca e nuvolosa e nell’ampia piazza una signora anziana con un foulard di seta guarda accigliata il proprio bulldog francese che senza avviso, ma con determinazione e studiata indifferenza, si è sdraiato. Un uomo in scarpe nautiche e chinos si dirige verso un caffè dove donne in caftano e occhiali da sole oversize sorseggiano calici di vino imperlati di goccioline. La scena è interrotta dall’arrivo di una giovane coppia con zaini e bastoncini da trekking che dopo aver studiato una mappa sgualcita si rimette in cammino. La città di Santander, sulla costa settentrionale della Spagna, è una tappa del Camino del Norte lungo il Camino de Santiago: la gente del posto evidentemente incontra spesso questo genere di visitatori, nessuno degna infatti di uno sguardo gli escursionisti, un po’ fuori posto in questa bella piazza. Basta alzare appena gli occhi per notare che bellezza e Santander non sono affatto sinonimi. Le sue graziose vie centrali sono circondate da case basse della metà del Novecento, addossate l’una contro l’altra sulla collina. Questo stridente contrasto risale al 1941, quando la città viene devastata da un grande incendio che divampa per due giorni. Il disastro avrebbe segnato per sempre questo ricco porto commerciale: la guerra civile è finita da due anni e le casse che potrebbero riportarla al suo antico splendore sono quasi vuote. “Questa era stata una bella città rinascimentale”, dice Eugenia Faces, che guida i visitatori nei luoghi di interesse della
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