Le signore dello Spazio
CANDACE JOHNSON mi mostra una foto scattata a Kourou, nella Guyana francese, il 12 dicembre 1988. È un’immagine granulosa, in bianco e nero. Ma il suo ricordo di quel giorno è cristallino: la foto è stata scattata alla vigilia del lancio del primo satellite Astra, realizzato dalla società aerospaziale europea SES, co-fondata da Johnson. Un altro imprenditore visionario, Rupert Murdoch, è stato il suo primo cliente e ha usato quel satellite inaugurale per lanciare la sua rete televisiva Sky.
La foto, condivisa con me su Zoom, raffigura due file di persone, il team che ha lavorato al lancio di Astra-1A. Alcuni sono in piedi e alcuni sono accovacciati. La maggior parte di loro indossa camicie bianche abbottonate, pantaloni color cachi e badge rettangolari. Ma Johnson è facile da individuare. Del gruppo di quasi 30 persone, è l’unica con le gambe scoperte e l’unica donna della squadra. “Se non ci fossi stata io, nessuno di quegli uomini sarebbe stato lì”, dice l’imprenditrice, che per anni ha raccolto fondi per portare a termine l’ambizioso lancio spaziale. “Quindi al tempo non ho fatto caso al fatto di essere l’unica donna”.
Da quel giorno a Kourou, Johnson ha contribuito a mettere in orbita molti altri satelliti. Le è valso il soprannome di ‘Satellady’. Si è ritrovata a essere l’unica donna nella foto - e della stanza, e del board – altre innumerevoli volte. Alla fine quella sensazione ha iniziato a pesarle, e ha deciso di fare qualcosa al riguardo: negli ultimi tre decenni, si è dedicata non solo a innovare e investire nelle tecnologie spaziali, ma anche ad ampliare la costellazione delle donne che lavorano nel campo. “Ci aiutiamo sempre a vicenda”, afferma Johnson.
Non è una grossa novità il fatto che donne come Johnson debbano ricorrere alla creazione di propri network in un campo tradizionalmente dominato dagli uomini. Sin dai tempi dello Sputnik e
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