IL SIAMESE old style
Quello che fino alla metà del XX secolo (e oltre) era considerato il felino domestico “à la page”,di Giulia Settimo immortalato insieme alle celebrity di tutto il mondo, coccolato ed esibito con orgoglio da chi allora poteva permettersi il lusso di possedere un gatto blasonato, dall’aspetto unico, elegante e misterioso. Perfino le caratteristiche degli occhi un po’ strabici o del nodo nella coda venivano considerate in lui autentici tocchi di classe. Raffinato, armoniosamente muscoloso, con la pelliccia sfumata in chiaroscuro e un simpatico musetto a mascherina, in cui spiccano gli occhioni blu, A partire, poi, dagli anni '60 e ’70 del ‘900, gli allevatori, contagiati dal desiderio di rinnovamento tipico dell’epoca e influenzati dall’atteggiamento dei giudici di gara (spinti, a loro volta, a seguire le tendenze emergenti), iniziarono a operare una selezione che accentuava alcune caratteristiche morfologiche del Siamese: così la testa divenne più appuntita, a triangolo isoscele, le fattezze minute e molto slanciate, le Le prime notizie storiche del Siamese narrano di un affascinante gatto color avorio con punte scure e occhi azzurri, appartenente a una razza naturale che proveniva dall’antico regno del Siam (attuale Thailandia), immortalata anche nelle tavole dipinte per illustrare i Poemi del Gatto (un volume antichissimo, tuttora conservato nella biblioteca nazionale di Bangkok). I preziosi felini dal mantello sfumato vivevano esclusivamente nei sontuosi palazzi della nobiltà, dove erano tenuti in grande considerazione, amati e protetti. In rare occasioni qualche esemplare veniva ceduto per motivi straordinari. Nel 1870 il sovrano Rama V, volendo rinforzare i vincoli internazionali con il mondo occidentale, decise di regalarne al console inglese una coppia, che un anno dopo fu presentata alla prima esposizione felina tenutasi al Christal Palace di Londra.
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