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Irish Coffee, calore gaelico

è la bevanda irlandese per eccellenza, non le è secondo il whisky prodotto nel Paese, ottenuto da tre distillazioni – invece delle due classiche del whisky scozzese – di orzo maltato e non, caratterizzato da un gusto dolce e non torbato. E, di conseguenza, nemmeno il cocktail più famoso. Diventato un’icona alcolica dell’Irlanda e di Dublino, nel 1952 arrivò negli Stati Uniti grazie al giornalista premio Pulitzer Stanton Delaplane, travel writer per il San Francisco Chronicle, che insieme a Jack Koepple del Buena Vista Café volò nuovamente a Foynes per carpirne i trucchi. Per far sì che la panna resti in superficie e il caffè “corretto” la attraversi nel berlo, va delicatamente messa sul drink con il dorso di un cucchiaio, montata al punto giusto, e non deve essere troppo fresca. Lo zucchero va unito mescolandolo bene al distillato o al caffè, estratto con il filtro e ben caldo. Anche per questo va usato un bicchiere resistente al calore, come il Toddy, a sua volta riscaldato prima di servire. Nata in un secondo momento, la versione “alla fiamma” – Flaming Irish Coffee –, spesso scenograficamente preparata al tavolo, prevede di incendiare (con cautela) il bicchiere con il whisky e aggiungere dopo il caffè, ultimando con la panna. Il Foynes Airport Terminal Building ospita oggi il Foynes Flying Boat & Maritime Museum (chiuso per lavori, riaprirà nella primavera 2022), l’O’Regan’s Restaurant e l’Irish Coffee Lounge, dedicata alla creazione di Sheridan, dove assaggiarne la ricetta originale.

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