l 14 settembre 1977 Addison Verrill viene trovato morto nel suo appartamento di New York. È stato accoltellato e strangolato, ma nell’abitazione non sono presenti segni di furto o di scasso. L’uomo, critico cinematografico di , pare conoscesse, l’amico Arthur Bell pubblica presto un articolo nel quale accusa la polizia di non prendere sul serio gli omicidi legati alla comunità gay e in cui definisce lo sconosciuto assassino come un «omofobo psicopatico». Otto giorni più tardi, l’assassino in questione lo chiama: «Mi piace il tuo articolo. Scrivi molto bene, ma non sono uno psicopatico. Sono gay, ho bisogno di soldi e sono un alcolizzato». Bell denuncia il fatto alla polizia scrivendone sul proprio giornale. Poche settimane dopo, una nuova chiamata dichiara che il colpevole è un certo Paul Bateson. Che cosa c’entra tutto questo in una rubrica dedicata agli scandali e ai misteri di Hollywood? Per scoprirlo serve fare qualche passo indietro. Ovvero alla fine del 1972, quando il regista William Friedkin, che stava preparando il film (1973), decide di recarsi al New York University Medical Center per assistere ad alcune procedure mediche da inserire nella pellicola, nonché individuare qualche comparsa. Il dottor Barton Lane invita così il regista ad assistere a un’angiografia cerebrale. Colpito dall’operazione, Friedkin domanda a Lane di partecipare al film insieme a un’infermiera e al suo assistente: il trentaduenne Paul Bateson. Non capita spesso di avere fra i propri attori un vero killer, ma Friedkin ne rimase tanto colpito che otto anni più tardi, ispirandosi alle vicende di Bateson, avrebbe diretto (1980). Ciò che lo attraeva tanto in Bateson non era solamente l’omicidio di Addison, quanto il fatto che su di lui caddero i sospetti di essere «il serial killer dei gay» che aveva scosso la comunità omosessuale di New York negli anni precedenti.
ESORCISMI e serial killer
Jun 01, 2022
1 minuto
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