Sembra un cimitero di guerra, e un po' lo è. Di una guerra che deve ancora cominciare. Una distesa di croci bianche, in mezzo a un prato, proprio sotto l'insegna Ford, davanti allo stabilimento che oggi è la casa della Focus. Su ciascuna una paro-la - rispetto, lealtà, inclusione - per mettere subito in chiaro che cosa muore a Saarlouis.
In realtà sappiamo che qui, in questa città al confine tra Germania, Francia e Lussemburgo, con la probabile chiusura delle attività produttive nel 2025, muore il futuro di tante famiglie, si sbriciolano le prospettive di un'intera comunità che sulla Ford Werk è cresciuta e ha prosperato. Lavoro, vita: questo è in gioco qui.
Ma la surreale (e un po' macabra) installazione messa su dagli operai fuori dei cancelli, ricorda la valenza simbolica di ciò che accade, in un luogo che, a sua volta, più simbolico non potrebbe essere: nel cuore dell'Europa, a due passi da Bruxelles, sede della Commissione europea, e anche da Strasburgo, dove l'Europarlamento ha votato a giugno la messa al bando dei motori endotermici nel 2035. Cioè ha firmato la resa di ciò che per decenni è stata la sua eccellenza tecnologica - propulsori così sofisticati da tenere automaticamente fuori dai confini tanta concorrenza, senza bisogno di discriminazioni tariffarie - e ha