Nei Gran Premi di Formula 1 le strategie di sosta ai box sono fondamentali. Possono cambiare le sorti di una gara. Nella corsa al bando dei motori termici, traguardo fissato al 2035, il pit stop chiave è nel 2026. Tra quattro anni scarsi. È quella la data, stabilita già lo scorso giugno, per una verifica tecnica dello stato di avanzamento del processo di transizione verso le emissioni zero. In sostanza, si tratta di capire se sussistono le condizioni per rispettare il termine del 2035 o se, al contrario, sarà necessario posticiparlo.
Il fatto è che l'intera impalcatura su cui si regge l'impianto del Fit for 55, l'agenda ecologica decisa dalla Commissione europea e approvata dal Parlamento di Strasburgo, manda scricchiolìi che si fanno più sinistri ogni giorno che passa. E, paradossalmente, proprio dall'interno delle istituzioni europee iniziano ad arrivare distinguo e riserve su tempi e metodi quella più clamorosa è attribuibile al commissario per il Mercato interno, Thierry Breton – che hanno l'effetto di produrre una singolare convergenza con le dichiarazioni dell'Acea, intrapreso dall'Europa, ma è come se, con l'approssimarsi della scadenza, tutti capiscano che quello che era uno slancio ideale deve ora misurarsi con la realtà. «Freddo realismo», invoca per l'appunto Breton. Dicendo chiaramente che «se ci dovessero essere intoppi, dovremo rivedere la data del phase out () senza tabù».