«La libertà è d’oro», dice Elsa Jin e intende su diversi piani. C’è quello fisico, basta guardare il giallo luccicante dell’oro, o lo scintillio di una gemma, per capire che si riferisce a quanto quegli oggetti consentano alla mente di essere trasportata, guidando l’osservatore verso un’infinità di destinazioni immaginate. D’altro canto, è anche una dichiarazione di preziosità e rarità, la libertà ha un valore, può volatilizzarsi e bisogna nutrirla e apprezzarla, allo stesso modo in cui il fiore in un giardino dovrebbe essere trattato come un tesoro.
Nell’Europa del XVIII secolo l’Illuminismo si diffuse nelle varie città, mostrando alla gente cos’era la libertà, quella spirituale e in particolar modo per gli artisti. Tenendo tutto questo a mente, quando guardiamo alla gioielleria, cosa significa questa libertà per un designer indipendente di gioielleria?
All’inizio, il designer deve investire per procurarsi i materiali che vuole usare e solo allora la creatività inizia a fluire, consentendo alla sua immaginazione di correre all’impazzata.
Dopo di che,