L'Officiel Hommes Italia

the NOW HUSTLERS

Sono trailblazer, persone che, dopo aver avuto una grande idea, devono perseguirla ad ogni costo, che devono spianarsi il sentiero con le proprie mani, che non si fermano mai e soprattutto non tornano indietro; che, ispirati da un senso di comunità, vogliono creare opportunità anche per gli altri. Una razza contrassegnata dall’irriducibilità, dai mille volti e mille mestieri (Jan Gatewood e le sue intersezioni di disegno, pittura e collage), dotati di un innato senso dell’avventura (LilDre, esploratore urbano notato da Virgil Abloh), disposti a correre dei rischi (DiGiacomo), spinti dal senso del futuro (Delfin Finely). Qualcuno che non ha paura disfidare lo status quo (A$ap) che è convinto del fatto che il modo in cui abbiamo sempre fatto qualcosa, non è necessariamente il modo in cui lo faremo ancora (Miles Chamley-Watson tra scherma e nuove opportunità). In poche parole sono i pionieri del 22esimo secolo, uomini e donne con un innato senso dell’avventura, sostenuti dall’entusiasmo per l’ignoto. E dallo stesso motto dei nuovi alchimisti: never give up, never surrender.

A$AP NAST

Membro del collettivo di creativi A$AP Mob (Always Strive and Prosper), rapper e fashion designer, Tairiq Devega aka A$AP Nast – nel suo passato anche una capsule collection con Sergio Tacchini – cita tra le sue influenze di stile Michael Jackson, Tupac Shakur, oltre che mamma e nonna. «Mia nonna era una donna molto elegante, indossava sempre piume e una collana di perle. Mia madre invece era una vera ghetto girl, decisamente all’avanguardia per l’ambiente fine anni ’80, vestiva di spandex (una fibra tipo lycra, ndr), giubbotti bomber di tre taglie più grandi e Nike Air Max, Diadora o Reebok Classics. Ho sempre ammirato la naturalezza con cui faceva mix and match, anche senza pezzi costosi, un talento che ha influenzato molto il modo in cui mi vesto oggi. Sono cresciuto ad Harlem, New York, e quindi amo molto lo Street Style innovativo di quegli anni, soprattutto le sneakers, che per me sono la connessione più diretta con il mio passato, associato alle giornate trascorse nei campetti urbanidella California. Molte delle mie influenze vengono anche dai classici film di Hollywood degli anni ’40, da figure come Gary Cooper, elegante e sofisticato ma contemporaneo. Per lui era essenziale un bel pantalone, sempre associato a un bel paio di scarpe. E poi gli accessori, mi piace l’oro e indosso creazioni uniche che acquisto da amici artisti». Tra i suoi brand preferiti, cita in assoluto Prada e Comme Des Garçons, e Yohji Yamamoto, per il minimalismo. «La persona che ammiro di più tra il crossover di musica e moda è Pharrell Williams. Sono sempre stato un fan della sua musica e del suo stile, lo trovo intrigante perchè è diverso da tutti. È un innovatore, ha inventato un look unico, che nessuno aveva mai visto prima, è un media mogul, che trascende una singola professione, ha un abilità innata da uomo rinascimentale. Molti cercano di imitare il suo lifestyle, ma nessuno ha il suo talento. È una mosca bianca come lo era Kurt Cobain che aveva uno stile tutto particolare, qualsiasi cosa indossasse diventava di culto, ha reso famosi gli accostamenti cardigan, jeans e T-shirt, che incarnavano lo stile grunge di Seattle, combinando pezzi unici trovati nei negozi vintage. Penso che il suo motto fosse: “don’t oversell yourself”, perché se hai personalità non hai bisogno di attirare attenzione su quello che indossi»». Il motto di A$AP Nast, invece, è “follow your dreams”. «Esattamente, segui i tuoi sogni, non soldi o fama. Sono cresciuto in un ambiente povero dove la gente cercava solo soldi. Ma nella vita hai bisogno di un scopo, hai bisogno di creare per essere rilevante, segui i tuoi sogni e il successo arriverà. Nel mio futuro c’è un po’ di tutto, ma non mi piace svelare troppo, rovina la sorpresa».

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